Sovratitolo

Creato dai lavoratori per i lavoratori, il blog è interamente dedicato a tutti coloro che lavorano in Esselunga.

23 giugno 2014

L'importanza di avere una rappresentanza sindacale (R.S.U.) nei nostri negozi.

                                                        Cominciamo col dire COSA SIGNIFICA.

Foto: fiommicron
Il Sindacato NON è una “forza di Polizia” che viene dall’esterno a “raddrizzare i torti”, NON è un supereroe che viene dallo spazio per combattere le ingiustizie: in questo caso, è un vostro o una vostra collega che decide di alzare la mano e prendersi una responsabilità, ovvero quella di informare e dare voce ai problemi del nostro lavoro (e non solo).

Una persona come Voi (una di voi) che, proprio perché conosce il mestiere, sa quali sono le cose che non funzionano e decide che non basta ripetersele e borbottare durante la pausa caffèma ti sembra giusto?”: bisogna provare a risolverle, altrimenti è inutile lamentarsi ( le lamentele lasciano il tempo che trovano)

Il Sindacato è quindi qualcosa CONTRO lAzienda? Assolutamente NO: siamo in primo luogo LAVORATORI, e se lAzienda va bene siamo anche noi a beneficiarne, perché il posto di lavoro non è a rischio. Ma anche la più sana delle Aziende ha bisogno di una CONTROPARTE, ovvero di una voce che bilanci le richieste aziendali: se apri tre nuovi negozi, è un bene perché vuol dire che stai INVESTENDO; se ne apri cinque e nello stesso momento mi chiedi di rinunciare a malattia pagata e ad un aumento dignitoso, comincia ad essere un problema, perché il benessere dellAzienda deve corrispondere al benessere dei lavoratori: il termine stessoRisorse Umanedovrebbe sempre significare che la nostra salute, le nostre condizioni di impiego sono determinanti, perché noi dellAzienda SIAMO PARTE e contribuiamo ai risultati in maniera altrettanto decisiva di quanto faccia la Dirigenza. La salute dellAzienda è certamente il risultato di buona strategia da parte di chicomanda”, ma anche il risultato di braccia, schiene e teste che appartengono a persone che traducono il tutto in LAVORO, spesso con orari e spostamenti impegnativi: il nostro compito è ricordarlo e impegnarci per migliorare tutto ciò che è migliorabile.

E qui arriviamo al dunque: una lavoratrice o un lavoratore può far entrare il Sindacato in negozio…ma per contare qualcosa ha bisogno dei suoi colleghi. Può portare richieste all’Azienda, presentandosi come “Rappresentante”,  ma se dietro di lei non ci sono “rappresentati”?

17 giugno 2014

Decreto lavoro 2014, Jobs Act: testo integrale e tutte le novita'

fonte articolo:http://www.ticonsiglio.com/decreto-lavoro-2014-jobs-act-testo-integrale-novita/


Facciamo chiarezza sul famoso primo pilastro del Jobs Act che ora è legge. La Camera dei Deputati ha dato il via libera definitivo alla conversione in legge, con modificazioni, del Decreto-Legge n. 34 del 20 marzo 2014.

Cosa prevede il nuovo Decreto Lavoro 2014? Numerose misure e disposizioni urgenti che dovrebbero servire per favorire il rilancio dell’occupazione e la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese.
Il DL 34/2014 è un provvedimento che rientra nel più ampio piano di riforma del mercato del lavoro – il “Jobs Act” – voluto dal Governo guidato da Matteo Renzi, che verrà completato con gli interventi già definiti nel
disegno di legge delega. Si tratta di riforme che interessano gli ammortizzatori sociali, i servizi per il lavoro e le politiche attive per il lavoro, nonché il riordino dei rapporti di lavoro e di sostegno alla maternità e alla conciliazione.
Cosa cambierà realmente da oggi nel mondo del lavoro? Vediamo nel dettaglio le principali novità del Decreto Lavoro 34/2014 che si compone di sei articoli che vanno a modificare in più parti il decreto legislativo n.368/2001 e il decreto legislativo n.276 del 2003, il D.Lgs. 167/2011 e la L. 92/2012. A fine pagina mettiamo a disposizione anche il testo integrale Decreto lavoro e documenti di approfondimento.

CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO (art. 1)

- Viene innalzata da 1 a 3 anni (ossia 36 mesi), comprensivi di un massimo di 5 proroghe, la durata del rapporto a tempo determinato (anche in somministrazione). In particolare nell’ambito dei 36 mesi è possibile utilizzare un massimo di 5 proroghe (potendo in tal modo prolungare, oltre la scadenza inizialmente fissata, la durata di un contratto a termine ancora in corso), indipendentemente dal numero dei rinnovi.
- Non è più necessario indicare la causale (ossia le ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo) nel contratto a tempo determinato stipulato nell’ambito di 36 mesi, comprensivi di eventuali proroghe.
- Viene inserito un tetto al numero di contratti di lavoro a tempo determinato che l’azienda può stipulare. Il datore di lavoro può stipulare contratti a tempo determinato nel limite del 20% del numero dei lavoratori assunti a tempo indeterminato in forza al 1° gennaio dell’anno di assunzione. Per le aziende che occupano fino a 5 dipendenti è in ogni caso possibile stipulare almeno 1 contratto di lavoro a tempo determinato. Resta comunque ferma la possibilità per i contratti collettivi nazionali di lavoro, stipulati dai sindacati comparativamente più rappresentativi, di individuare limiti quantitativi differenti per il ricorso ai contratti di lavoro a tempo determinato.

11 giugno 2014

INSIEME PER LA PREVENZIONE E LA GESTIONE
DELLO STRESS DA LAVORO CORRELATO

Quest'anno è l'anno della lotta contro lo stress lavoro correlato,
L'agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro dedica un focus sulla tematica:

Foto: saltsense.co.uk
Lo stress è la relazione della mente e del corpo a una situazione destabilizzante.

Può causare sovraffaticamento, ansia, depressione e sintomi come ipertensione, insonnia, problemi di stomaco e mal di schiena. Le cause dello stress correlato all'attività lavorativa può essere collegato a molti fattori come: eccessivo carico di lavoro e/o tempo insufficiente per le mansioni, richieste contrastanti e assenza di chiarezza sui ruoli, discrepanza tra le esigenze del lavoro e le competenze richieste, mancanza di coinvolgimento nel processo decisionale.

I segnali di avvertimento di una possibile situazione di stress possono ricondursi a:
Cambiamenti emotivi, problemi cognitivi, cambiamenti comportamentali oppure patologie fisiche e mentali (che vengono tradotte in assenze da lavoro più frequenti).

4 giugno 2014

A CHI SPETTANO GLI 80 EURO ?

foto: dirittodicritica.com 

A partire dalla busta paga di maggio, cioè proprio nell’ultima busta, è arrivato per molti lavoratori il Bonus di 80 euro (in realtà gli 80 euro gli hanno presi per intero, crediamo solo i part-time) previsto dal Decreto Legge del 24 aprile (n. 66). Dopo aver ricevuto, negli ultimi giorni, richieste di chiarimento sul meccanismo di assegnazione, ci teniamo a precisare alcune cose molto importanti:

Per usufruire del Bonus di 80 euro è necessario avere innanzitutto un reddito da lavoro dipendente su cui vi sia, dopo aver applicato la sola detrazione da lavoro dipendente, una trattenuta Irpef. In secondo luogo il diritto è determinato dal possesso di un reddito complessivo presunto nell’anno 2014 non superiore a 24mila euro ( Bonus intero) o non superiore a 26mila euro ( Bonus ridotto), oltre i 26mila euro non se ne ha diritto.

Nel reddito complessivo 2014 vanno considerati tutti i redditi posseduti ad esclusione della prima casa di abitazione e delle sue pertinenze nonché degli importi legati all’incremento di produttività soggetti a ritenuta a titolo di imposta sostitutiva del 10% (tassazione agevolata).