Sovratitolo

Creato dai lavoratori per i lavoratori, il blog è interamente dedicato a tutti coloro che lavorano in Esselunga.

19 dicembre 2015

Noi c'eravamo...








Noi siamo qui!
Noi siamo qui!
Noi siamo qui!
Noi siamo qui!
Noi siamo qui!
Noi siamo qui!

Noi siamo qui!
Noi siamo qui!
Noi siamo qui!
Noi siamo qui!
Noi siamo qui!
Noi siamo qui! 

15 dicembre 2015

sciopero 19 dicembre 2015 Milano

Sciopero 19 dicembre parte seconda,... ma i lavoratori?

Buongiorno a tutti, sabato 19 dicembre andrà in scena la seconda
Foto: milano.repubblica.it
giornata i mobilitazione per lo sciopero contro Federdistribuzione (associazione di rappresentanza della grande distribuzione, di cui Esselunga fa parte), con conseguente MANIFESTAZIONE NAZIONALE  che si terrà a MILANO, con partenza del corteo alle 10:30, ritrovo per la partenza sarà in corso venezia ( fermata metrò Palestro).


Le motivazioni sono sempre le stesse, che vedono il contratto del nostro settore bloccato ormai da due anni (con conseguenti arretrati), con richieste da parte di Federdistribuzione che puntano alla riduzione retribuiva e dei diritti. Per approfondire clicca QUI.

Non vogliamo dilungarci sull'importanza della riuscita dello sciopero, che ci appare scontato solo il fatto di provarci, o tanto meno convincere chi ci legge a scioperare, anche perchè se se ne comprendono le ragioni, difficilmente non si potranno condividere, ma in realtà ci piacerebbe capire cosa pensano realmente i lavoratori di Esselunga, cosa li spinge o non li spinge a partecipare alle assemblee o ad un sciopero, cosa non gli permette di collaborare con le RSU che loro stessi (i lavoratori) hanno votato.
tratta da www.ilovetorino.com

Forse la paura? l'egoismo? il menefreghismo? La paura di perdere il buon rapporto (magari di amicizia, o di stima) con il capo reparto o direttore, e quindi di rimanere fuori dal "giro"?, O ancora per una questione economica? Per una questione morale? Perche non si crede nel Sindacato o in un certo tipo di sindacato o in quel sindacato? Per paura di essere spostati dal negozio di appartenenza o essere presi di mira? O ancora, si preferisce forse un'altro tipo di protesta, magari come fanno in Giappone che ci si mette una fascia al braccio mentre si lavora? 

Cos'è in sostanza che fa  apparire una tessera spesa da 50 euro più importante e gratificante di 85 euro di aumento ( al 4°liv.) mensile a regime, per sempre, su 14 mensilità, di 20,66 euro mensili (sempre su 14 mesi) di scatti di anzianità che non matureremo, se verranno bloccati gli automatismi, o ancora del fatto che non si conteggeranno più 13° e 14° ai fini del calcolo del tfr annuo (e si parla di circa 200 euro in meno all'anno, per un full-time, e riproporzionato per il part-time), cos'è che non fa percepire tutto questo come una anomalia?

Ma badate bene, con questo non vogliamo giudicare nessuno, al contrario vorremmo capire, tramite le assemblee, i commenti a questo post sul blog (ricordate che i commenti sono anonimi, se vorrete), attraverso le mail all'indirizzo cambia.liberamente@gmail.com ,o direttamente dalla vostra persona, il vostro pensiero, per capire come vivete queste situazioni, o se vorreste forme alternative di protesta e quali.

Perché al di là di come la si pensi, in questo caso "il prezzo da pagare" ci sembra troppo alto perché non si scelga di stare dalla propria parte anziché da quella dell'azienda.

Chi desidera partecipare alla manifestazione di Milano, chieda Info alla propria RSU di negozio, 

a risentirci, e speriamo come al solito nella vostra partecipazione attraverso i commenti a questo post.

Lo staff di cambialiberamente.


Ecco Appunto...


27 novembre 2015

Preziosa La Busta



...ma quante ferie avrò ora di agosto?
Questa è la storia di un addetto drogheria Ercolino Spaccabancali:
Un giorno si rivolse ad una maga per farsi leggere la..... 
....busta paga !!!

                  E TU?

Non affidarti alla sorte per comprendere meglio la TUA busta paga, vieni a conoscerla meglio sul blog    cambialiberamente.blogspot.it

Ora, sul blog interamente dedicato ai Lavoratori e le Lavoratrici di Esselunga, troverai una guida  semplice ma dettagliata  per una migliore comprensione della TUA busta paga.

 
"Non ci credi?  Vieni a cliccarmi su cambialiberamente.blogspot.it e vedrai che imparerai a conoscermi meglio....
......Su di me puoi contare"

Stampa e diffondi il volantino se vuoi o appendilo nella tua bacheca se manca, facciamo girare le informazioni 
lo staff di cambialiberamente.

26 novembre 2015

Lavoro Domenicale

Esito incontro contrattazione sul lavoro domenicale del 20 novembre
Cosa è accaduto 
immagine tratta da vogilovenderelamiaauto.com
Buongiorno a tutti oggi vogliamo portarvi a conoscenza su quanto dibattuto durante l'ultimo incontro nazionale tenutosi a Bologna tra l'azienda e le organizzazioni sindacali.

L'azienda (rappresentata da Luca Lattuada) comincia la sua premessa rimarcando il fatto che sono passati 11 mesi dall'inizio della trattativa (primo incontro 22 dicembre 2014) e che sarebbe ora di  capire se si può stringere sull'esito della stessa,  prosegue poi leggendo frase per frase (e per la prima volta ne ha fatto specifico riferimento) l'articolo 141 dell ccnl, quello che come saprete regola (già da due contratti nazionali, ormai tre) il lavoro domenicale, sottolineando che qual'ora non si pervenisse  ad un accordo, l'azienda si sentirà libera di scegliere unilateralmente come agire, ovvero lasciando intendere che l'applicazione dell'art. 141 sarà la mossa successiva (bella premessa !!), considerando che, dice l'azienda, il lavoro domenicale è un processo organizzativo non reversibile.

Il fatto che siano passati 11 mesi dall'inizio della trattativa tuttavia è frutto anche del tatticismo dell'azienda, in quanto sin dall'inizio dichiarava di voler fare una trattativa snella e senza troppa tattica, mentre invece in realtà si è dimostrata molto attendista, tendendo a "scoprire le carte" poco alla volta, concedendo veramente molto poco.

Sostanzialmente le O.S. avevano chiesto (all'ultimo giro) un aumento economico anche per le domeniche effettuate dagli "obbligati", (oltre la maggiorazione del 30% prevista dal ccnl) l'azienda su questo ha dato picche.
Liberare qualche domenica in più per i part time domenicali, l'azienda rimane ferma su un massimo di due domeniche/anno, concedendo qualcosa in più per i full time domenicali (5 domeniche liberate a fronte dell'accordo).
tratta da grossetooggi.net

Si era chiesto anche di incentivare concedendo qualche sabato libero a fronte di un tot di domeniche calendarizzate ( Altro elemento incentivante), di modo da avere un certo numero di week end liberi. Per l'azienda il week end è domenica-lunedì ( ??? il massimo della concessione, non ci siamo), ritengono che il compensativo del sabato rischi di compromettere l'equilibrio del'organizzazione dei reparti, ma noi sappiamo che in realtà il compensativo di sabato nei negozi non è più un tabù.

Poi il nodo più complicato da sciogliere su cui l'azienda fatica a fare passi avanti ed è quello delle domeniche potenzialmente "comandabili", la richiesta aziendale era 24 per il dro/gem e 31 per i reparti freschi, ebbene l'azienda è scesa (udite-udite) di una unità per reparto, ovvero 23/30 ( la richiesta è decisamente ancora troppo alta). 

L'azienda ha chiesto la possibilità di estendere l'eventuale accordo anche ad altri settori operativi.

Ci sono alcuni punti di condivisione (ancora pochi a nostro avviso), come ad esempio:

-Esigibilità e verificabilità dell'accordo (anche in filiali non  sindacalizzate),
-sperimentazione per 12/15 mesi,
-i responsabili rientreranno nella programmazione trimestrale,
-partenza graduale (non in tutti i negozi subito),
-esigibilità e fruibilità di informazioni per le  RSU dei negozi in  merito ai dati su organici, sui venduti, e altre informazioni  pertinenti, per avere elementi sufficienti per  raggiungere l'accordo  a livello di punto vendita  (questa e la dichiarazione dell'azienda).

Si escluderebbero dall'accordo, oltre alle casistiche già presenti citate nel ccnl, anche i lavoratori con patologie gravi e gravissime.

Le Organizzazioni Sindacali (dopo confronto con i delegati) hanno espresso all'azienda più di qualche perplessità soprattutto sul fatto che le aperture sulla trattativa che l'azienda dice di aver fatto (ancora scarse dopo 11 mesi), sono in realtà delle " fessure" nel quale è difficile infilarsi.

I numeri sulle potenzialmente "comandabili" sono ancora alti, e soprattutto per il fatto di scriverli su un accordo nazionale, cosa politicamente difficile da digerire (cosa che potrebbe influire negativamente su altri tavoli di contrattazione), numeri che sarebbe il caso di verificare e approfondire eventualmente punto vendita per punto vendita.

Altra perplessità sul fatto che l'azienda si sia presentata all'incontro ancora priva di scaletta sulle maggiorazioni domenicali di fatto non si capisce ancora cosa sia disposta a mettere (money) sul piatto della bilancia, in termini economici, e quindi incentivanti (cosa importante da capire se il primo criterio sarà la volontarietà e che purtroppo non sarà più solo quello).

E' indubbio che l'azienda dovrà fare uno sforzo maggiore se vuole pervenire ad un accordo, cosa che tra l'altro ci chiede, tant'è che le organizzazioni sindacali si sono rese disponibili a calendarizzare un'altro incontro in cui pare si cercherà di stringere sulla trattativa (speriamo non a tutti i costi) e quindi provare a trovare un'ipotesi di accordo, che se si dovesse raggiungere, dovrà poi essere votata attraverso un Referendum da tutti i lavoratori.

Con tutta probabilità il prossimo incontro sarà effettuato in ristretta, non sappiamo ancora se vi parteciperanno solo i segretari nazionali, o anche una piccola delegazione di RSU. 
Fatto sta che il nostro segretario nazionale Cristian Sesena ha chiesto mandato al coordinamento nazionale nel caso si dovesse verificare questa ipotesi, mandato che gli è stato concesso.
tratta da blog.chatta.it

Partendo dal presupposto che bisogna cercare di ridurre assolutamente il numero delle domeniche potenzialmente "comandabili",  le nostre personali perplessità invece sono dovute al fatto che conosciamo abbastanza bene questa azienda per sapere che se non si farà un accordo "ben fatto", cioè con una stesura del testo precisa, che non lasci dei vuoti "pericolosi" al suo interno, che ne consenta una vera esigibilità e verificabilità, che permetta soprattutto una vera possibilità di accordo specifico nel punto vendita e che dia alla RSU non solo il compito di controllo , ma un reale potere di contrattazione, se cosi non fosse, ecco che questo accordo rischierebbe, a nostro avviso, di diventare pericoloso.  


Staremo a vedere l'epilogo della trattativa, come sempre vi terremo informati, e vi ricordiamo che siamo a disposizione per eventuali altri chiarimenti.

Lo staff di cambialiberamente.
cambia.liberamente@gmail.com

18 novembre 2015

Che aria tira oggi? Piovera?...

   Clima ostile per un certo tipo di Lavoratori

Buongiorno a tutti, oggi vorremmo portare alla vostra attenzione una riflessione indotta da certi atteggiamenti da parte aziendale verso alcuni lavoratori di diversi negozi,  che ci hanno spinto a tirare alcune ponderate conclusioni.

immagine tratta da it.123rf.com
Partiamo da una notizia apparsa il 12 novembre sul Corriere della Sera di Brescia (clicca qui per leggere l'articolo), che parla in sostanza di una "presa di posizione" (per non dire altro) da parte dell'azienda, che dovendo ricollocare  5  lavoratori di Esselunga Sarezzo, che erano impiegati al servizio web, il quale ora è stato esternalizzato (come in molti altri punti vendita ormai), proponeva agli stessi, per rimanere nel punto vendita o in zone limitrofe, di modificare il loro contratto inserendo nello stesso la domenica lavorativa obbligatoria, altrimenti la destinazione per il loro ricollocamento sarebbe stata nel punto vendita di Nembro, nella bergamasca, con oltre tre ore di viaggio per lo spostamento.

Per questa vicenda tra le altre cose è stato proclamato uno sciopero da parte della Flaica Uniti Cub, sindacato autonomo a cui aderisce la RSU di Sarezzo (alcuni lavoratori hanno incrociato le braccia per un paio d'ore in segno di solidarietà verso i 5 colleghi).

Questa vicenda si ripropone in maniera pressochè uguale a circa 145 km di distanza da Sarezzo, per i 4 lavoratori (di cui una con legge104) del reparto web del negozio di Venegono (VA), che a quanto pare se non accetteranno di modificare il loro contratto (includendo la domenica) la loro destinazione potrebbe essere Borgomanero, in piemonte, a oltre 50 km di distanza, in caso contrario la sistemazione potrebbe essere nelle vicinanze del negozio di appartenenza, il tuttoper motivi tecnico/organizzativi, questo dice l'azienda.

Abbiamo inoltre avuto notizie in merito ad un paio (di nostra conoscenza) di colleghi trasferiti dal proprio negozio (Lissone e Giussano) che combinazione avevano aderito allo sciopero, ovviamente  le motivazioni per l'azienda non sono queste.

O invece all'inverso di un collega di un negozio della prov. di Milano (tesserato, che ha rinunciato a fare il vice caporeparto) che aspetta da tempo, circa due anni, il trasferimento perchè è a 40 km di distanza da casa, cosa che nonostante l'intervento delle organizzazioni sindacali, ancora non arriva.

Per non parlare di altre notizie che vedono colleghi subire "consigli" per far si che decidano "spontaneamente" di dare disdetta della tessera sindacale (vedi Lissone).

Ma questi sono solo esempi di alcuni episodi di nostra conoscenza, che molti di voi già conoscono.

Questa mentalità in azienda è ancora molto forte, la sensazione che un lavoratore percepisce  NON E' quella di poter partecipare liberamente ad una assemblea o aderire ad uno sciopero, o interessarsi oltre che del lavoro da svolgere (DOVERI) anche di ciò che riguarda la propria situazione economico/normativa (DIRITTI), ed è assolutamente portato ad azzerare tutto ciò che lo riguarda in tema di partecipazione sindacale e di diritti.

La riflessione  che vogliamo fare, possibilmente insieme ai lavoratori è questa: 
tratta da it.toluna.com
Sul tavolo nazionale con l'azienda, stiamo cercando di trovare un accordo su un tema importantissimo (soprattutto per l'azienda) e difficile come quello dell'organizzazione del lavoro domenicale, cosa che presuppone anche un certo rispetto delle controparti (Rsu in negozio), che però in realtà  spesso "non viene percepito" da parte della RSU nelle realtà di tutti i giorni, proprio perchè i lavoratori il più delle volte si sentono condizionati in merito alla scelta di farsi rappresentare o nella possibilità di partecipare attivamente in quanto cosa "non gradita" dall'azienda, e la prova di questo condizionamento probabilmente sta proprio nei singoli episodi tipo quelli che vi abbiamo raccontato, che impediscono quindi di fatto, nella maggior parte delle occasioni, alle RSU, di svolgere il proprio ruolo trasparente di rappresentanza e contrattazione, a 360 gradi.

Quindi ci chiediamo se in questo clima sia opportuno proseguire con una trattativa cosi importante come quella sull'organizzazione del lavoro domenicale oppure sarebbe opportuno prima rivedere i parametri di correttezza del rapporto, perchè è sicuramente vero che ognuno svolge il suo ruolo e fa la propria parte, ma è pur vero che per svolgerlo non è necessario smontare quello dell'altro, ed è proprio questa l'aria che ancora si respira molto spesso nei negozi.

Lo Staff di Cambialiberamente.



11 novembre 2015

Lo sciopero del carrello e l’utopia del consumatore solidale


8 novembre 2015
 Sabato  7 novembre è andata in scena, nel nostro paese, una protesta sindacale non priva di elementi di originalità. Lo sciopero dei dipendenti della grande distribuzione privata e cooperativa, privi di contratto da più di due anni, ha visto le federazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil dare al conflitto una veste davvero innovativa.

imageL’hashtag prescelto #FuoriTutti  è stato per tutta la mattinata fra i trend topic su Twitter a dimostrazione di come la favoletta renziana  del gettone messo a forza nell’i-Phone e annessa incapacità del sindacato di maneggiare la modernità, siano finalmente in via di superamento.

L’investimento sulle nuove forme di comunicazione  a partire dai social media, comincia  ad entrare a pieno titolo fra gli strumenti di proselitismo delle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori ed è un bene, per non dire una questione di sopravvivenza.

La mobilitazione ha colpito grandi gruppi quali Ikea, Carrefour, Coin e Auchan, tutti militanti in Federdistribuzione, associazione fuoriuscita da Confcommercio e che negli ultimi tempi sta impersonando il ruolo del padronato 2.0. Se un tempo infatti lavorare in un ipermercato poteva apparire una valida alternativa alla fabbrica, da almeno un quinquennio non è più così: part time subiti e non scelti, lavoro obbligato nelle domeniche e festivi ed ora anche la notte, turni impossibili, hanno trasformato la professione del commesso in lavoro precario, duro, scarsamente retribuito.

I centri commerciali si affacciano pertanto alla ribalta del conflitto sociale in tutta la loro ambiguità di “non luoghi”, dove tra vetrine e luci artificiali  lo sfruttamento della forza lavoro inizia ad essere una sinistra costante.

A ciò si  è aggiunta la crisi dei consumi che ha spinto queste imprese  a perseguire l’obbiettivo di azzerare  le relazioni industriali attraverso la disdetta degli accordi integrativi: la vertenza Ikea ha rappresentato  l’ultimo caso in ordine di tempo di questo trend  e  forse  anche il più significativo.
Il colosso svedese del mobile infatti si era sempre distinto per l’intensità con cui viveva il rapporto col sindacato promuovendo a tutti i livelli valori quali partecipazione e condivisione.
Un anno fa ha deciso di convertirsi al “verbo federdistirbutivo” cancellando, con un violento colpo di spugna, 25 anni di accordi.
Se queste realtà assomigliano sempre più ai tradizionali siti manifatturieri, se in sostanza fra le condizioni di una cassiera di Carrefour è quelle di una turnista della Magneti Marelli, esistono sempre più punti di contatto, alcune significative differenze permangono.

Lo sciopero di oggi ha provocato danno al profitto  delle imprese colpendo la fonte tradizionale della loro redditività: i clienti. Si tratta di un disagio molto diverso quindi, da una catena di montaggio che si interrompe, da un numero di pezzi che non vengono assemblati, o da tir che rimangono fermi nei piazzali di un magazzino.
 
Anche in questo caso il sindacato ha marcato un ulteriore elemento di vivacità strategica: ha coinvolto le potenziali vittime degli effetti della sua mobilitazione non solo appellandosi alla loro solidarietà, ma chiedendo loro di astenersi dal fare la spesa, scioperando cioè a loro volta.

Lo sciopero del carrello è stata sicuramente una mossa brillante e non priva di temerarietà.

29 ottobre 2015

sciopero 2.0

Federdistribuzione
SCIOPERO NAZIONALE UNITARIO 
dei dipendenti della Grande distribuzione (Esselunga compresa) per le giornate 
del 7 novembre e 19 dicembre
foto tratta da digilander.libero.it

                                                                   
Cari colleghi è stato dichiarato lo sciopero nazionale , perchè?
La trattativa sul contratto nazionale con Federdistribuzione si è interrotta dopo due anni di negoziato.

Le motivazioni? 
Sono le stesse di qualche tempo fa (per rileggere la storia della trattativa clicca QUI).  
Federdistribuzione, dimostra un'arroganza senza precedenti rimane convinta sulle proprie posizioni, cercando di recuperare la produttività attraverso la limitazione di diritti e tutele, cercando di bloccare anche alcuni automatismi contrattuali. 

Quali?
Scatti di anzianità (soldi in meno per noi lavoratori), passaggio non più automatico dal V al IV livello (come  invece avviene ora), riduzione dei permessi retribuiti (vi ricordate da cosa deriva la riduzione oraria? le 37 ore e mezza  per intenderci, anzichè le 40 ore contrattuali), la sospensione dell'incidenza di 13° e 14° sul TFR (altri soldi in meno per noi)  che concorrono alla costituzione del TFR annuale, infatti il TFR che si matura in un anno è pari alla retribuzione annuale, COMPRENSIVA DI 13° E 14°, divisa per 13,5 , se noi andiamo a togliere da questo calcolo queste due mensilità, avremmo una notevole perdita economica. 

Oltre che dichiararsi indisponibile a mettere sul  "piatto" aumenti salariali, cosi come avvenuto invece "recentemente" nel rinnovo del CCNL con Confcommercio (85 euro al 4° livello a regime), se non per parlare di un risicato aumento dilazionato per gli anni 2016/2018, senza contemplare gli anni scoperti 2014/2015 (la cosidetta "vacanza contrattuale", chi paga per quegli anni ?).

Il tutto si può riassumere in poche parole: vorrebbero che l'eventuale aumento ce lo pagassimo noi ! (considerando quello che ci vogliono togliere).

Se aggiungiamo il fatto che Federdistribuzione non ha nemmeno accennato all'idea di prendere in considerazione la piattaforma rivendicativa proposta dalle Organizzazioni Sindacali il quadro e completo.

foto tratta da wikipedia.com
Ma caliamoci con lo sciopero nella nostra realtà Esselunga

L'importanza della riuscita di questo sciopero sta nel fatto, noi crediamo, che come al solito le aziende (e in questo caso la nostra) ci contano, e quindi essere in tanti potrebbe fare la differenza.                                                                          

Quando si proclama uno sciopero non lo si fa mai con gioia, perché è dispendioso per i lavoratori, non soltanto economicamente (cosa non trascurabile), ma è dispendioso anche sotto il profilo mentale e psicologico, perché se lo sciopero è una iniziativa di "lotta", questa iniziativa presuppone uno "scontro".

La domanda che molti colleghi si fanno però, o che probabilmente qualche capo o direttore o ispettore possono indurci a fare è questa:

Ma se sciopero creo un danno all'azienda, o al mio reparto, o ancora al mio capo, e cosa c'entrano loro ?

23 ottobre 2015

Assemblea Varedo riepilogo

Assemblea negozio di Varedo 23/10/2015


Numerosa è stata la partecipazione all'assemblea di oggi che si è tenuta in negozio, ringrazio tutti i participanti, che sopratutto nella mattinata hanno riempito la sala creando un vivace ed intelligente scambio di opinioni e idee che non mancheranno di essere portate agli incontri nazionali con l'Azienda,  che si stanno svolgendo e continueranno nell'ambito dell'ipotesi di accordo in merito al lavoro domenicale.

Scoppiettante e sincera è stata la valutazione effettuata in merito alle dinamiche createsi analizzando i meriti della direzione di negozio, e la propria organizzazione del lavoro.

Breve ma intenso l'interesse suscitato da alcuni brevi cenni al riguardo della busta paga, della quale ci siamo soffermati, solo per ora, sulle ferie e gli ulteriori permessi (U.P.), dove abbiamo spiegato come verificare se realmente ci sono ferie e u.p. in scadenza da "consumare" controllando la casella:
" di cui  res. a.p.p ". Di questo argomento, stiamo approntando all'interno del blog (www.cambialiberamente.blogspot.it) una rubrica "dedicata" con le cosiddette FaQ o domande piu frequenti
spiegando passo passo le varie caselle della busta paga Esselunga.

Tengo a precisare, ma assolutamente senza rammarico, a tutti i colleghi che mi avevano promesso o assicurato la loro presenza in assemblea e invece non si sono visti "avete perso un'altra occasione d'oro per esprimere liberamente le vostre idee, il vostro pensiero e fare le vostre proposte, ricordo inoltre che nell'eventualità di un ipotesi di accordo sul lavoro domenicale verrà chiesto il parere dei lavoratori, e ovviamente chi c'è decide anche per quelli che non partecipano.

Alla prossima...
                                                                RSU Varedo

20 ottobre 2015

A tutti le/gli interessati negozio di Varedo

La democrazia è partecipazione
                                        e l’unione dà la forza !

 

Care colleghe e colleghi ricordiamo a tutti che partecipare alle assemblee è un diritto, fondamentale per essere informati e aggiornati su come evolve il mercato del lavoro e di conseguenza una parte comunque necessaria per il nostro futuro e quello delle nostre famiglie oltre che serve a dare più forza a chi vi rappresenta, oltre al TESSERAMENTO, non DIMENTICHIAMO quindi che se abbiamo il premio aziendale, il salario variabile (quello di aprile), scatti di anzianità, pause retribuite, ecc... NON è solo per “gentile concessione” dell’Azienda, ma anche e soppratutto, perché il sindacato le ha “contrattate” e più ha tesserati più conta anche in relazione alle problematiche del singolo negozio.

PER PARTECIPARE AD UN' ASSEMBLEA NON È NECESSARIO CHIEDERE IL PERMESSO A NESSUNO OLTRE CHE ALLA NOSTRA COSCIENZA, è sufficiente:
  • Avvisare il proprio capo reparto per tempo. (almeno il giorno prima)
  • Recarsi al "timbro" durante il normale orario di lavoro quando inizia l'assemblea, e digitare "cambio attività" selezionando la causale 25 Assemblea.
  • A fine assemblea è sufficiente passare il badge in "entrata" al timbro.
L’assemblea sarà venerdì 23 dalle 10 alle 12 e dalle 16:30 alle 18:30.

P.S. E’ probabile che “qualcuno” cerchi di dissuadervi dal partecipare all’assemblea retribuita, sentitevi liberi di ignorare tali consigli e anzi a maggior ragione partecipate e informateci se avete subito, tali tentativi.

Grazie per l'attenzione. RSU Varedo.

Motivazioni per la partecipazione alle assemblee sindacali

Liberta di scegliere e decidere nei luoghi di lavoro


La propria libertà si esprime anche attraverso la partecipazione alle Assemblee informative, che sappiamo non essere molto gradite dalle aziende in quanto rende problematica la loro programmazione del lavoro, anche il parteciparvi è un nostro intoccabile Diritto (sancito dalla statuto dei lavoratori legge 300/1970) per questo sono totalmente retribuite dall’azienda, ma sono necessarie, è necessario in una società che corre alla velocità della luce ESSERE TEMPESTIVAMENTE INFORMATI su ciò che accade nel mondo del lavoro (vedi jobs act) ma anche nel nostro negozio dove giornalmente ci impegniamo e diamo il nostro contributo lavorativo e, come diceva Ghandi:


Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo”. Come potremmo attendere da altri ciò che non siamo disposti a dare noi?"


Una presenza forte del Sindacato in Azienda permette un miglior controllo delle condizioni di lavoro e della gestione dei nostri diritti: 
NON è una presenza CONTRO l'Azienda, ma la giusta controparte che chiede quanto è dovuto per il nostro lavoro.

CHIEDIAMO DI DIVENTARE LA VOSTRA VOCE
NON LAMENTARTI IN UN ANGOLO: partecipa alle assemblee, la più importante e democratica espressione di pensiero libero nei luoghi di lavoro!
Rsu Varedo

14 ottobre 2015

Bologna 9/10/2015 Esito incontro su lavoro domenicale


ESITO INCONTRO NAZIONALE SULLA TRATTATIVA PER IL LAVORO DOMENICALE.
 


L'incontro ha inizio  alle ore 11 come previsto, presenti per l'azienda il dott. Lattuada con altri tre collaboratori, dall'altre parte del tavolo le tre Orgazzazioni Sindacali Filcams Cgil, Uiltucs Uil, Fisascat Cisl, il nostro rappresentante nazionale per la  Filcams lo ricordiamo è il segretario nazionale Cristian Sesena, che è stato a nostro avviso all'altezza della situazione, per la verità dobbiamo dire che abbiamo apprezzato anche il segretario nazionale della Uiltucs, il quale ha espresso dei ragionamenti condivisibili.

Ovviamente ad assistere e successivamente partecipare alla discussione in platea c'erano i delegati Esselunga, per la Filcams quelli facenti parte del coordinamento nazionale, per il nostro gruppo del blog erano presenti Davide Dimatteo (Saronno) e Flavio Lorenzi (Varedo).

La partenza come al solito, è stata dell'azienda che prima di entrare nel vivo delle loro proposte ha esplicitato ancora dati sulle nuove aperture e riaperture (per ristrutturazioni), programmate entro la fine dell'anno, nuove aperture: Rozzano, Soliera (Carpi) e Monza, riaperture: Papiniano, Sassuolo e Cortefranca

L'azienda ribadisce che è un investimento molto importante economicamente, che va così ad aumentare la rete vendita, raggiungendo, ad oggi, la cifra di oltre 22.128 dipendenti, di cui 20mila nei punti vendita, viene ricordato inoltre che entro l'anno prossimo riaprirà il negozio di Como Camerlata dopo annose vicende anche di carattere burocratico che dovrebbero risolversi,  si prevede che entro la primavera 2016 possa riaprire. 
Il tutto sottolineando la scelta e la volontà di crescita nonostante il periodo critico generale. 
Oggi l'azienda per numero di dipendenti si colloca intorno al 15° posto tra le aziende italiane. 

Brevi cenni anche su gli investimenti futuri che si andranno a realizzare per la costruzione di un nuovo polo logistico nei dintorni di Brescia, se si riusciranno ad acquisire le aree predestinate.

Entrando nel merito della discussione l'azienda sottolinea che non ci saranno condizionamenti per quanto riguarda la  trattativa sull'organizzazione del lavoro domenicale, in virtù della situazione sulla trattativa del contratto nazionale con Federdistribuzione (di cui Esselunga è capofila) , che sta amaramente naufragando, con conseguente dichiarazione di sciopero da parte delle Organizzazioni Sindacali per le giornate del 7 novembre e 19 dicembre 2015.

L'azienda ribadisce inoltre che il lavoro domenicale è diventato imprescindibile per l'economia aziendale.

Detto questo l'azienda rende noto le aperture domenicali dei negozi: 134 aperti la domenica ( su 150, fra poco 137su 153) di cui 47 aperti al mattino e 87 aperti tutto il giorno. 

Specifica anche che su 20mila lavoratori dei negozi, circa 4mila
( il 20%) sono i lavoratori con l'obbligo del lavoro domenicale (sia full time che part time), non sempre ripartiti egualmente nei negozi.



L'azienda ovviamente parte con questa premessa anche per avvallare le proprie proposte.

1 ottobre 2015

Aggiornamenti sull'utilizzo del congedo parentale

Innanzitutto NON CHIAMATELO PIU' “maternità facoltativa”: ha cambiato nome nel 2001, per abbattere le barriere tra maternità e paternità ed incentivare anche il papà a cambiare i pannolini.                                                                                                                                                                                                                                            foto tratta da mafuiane.blogspot.com

L'allegatoINPS, riassume   le caratteristiche del CONGEDO PARENTALE introdotto con il Testo Unico Maternità/Paternità (Dlgs 151 26 marzo 2001): le condizioni elencate rimangono invariate per quanto riguarda la DURATA del Congedo stesso – 10 mesi complessivi, che possono diventare 11 se papà ne prende almeno 3 – e l'indennizzo al 30% dello Stipendio se preso entro un determinato termine.

Le novità principali sono due: il Decreto Legislativo 80/2015 ha corretto al rialzo tali termini – il limite di 8 anni entro i quali usufruirne diventa il 12anno di età, l'indennizzo del 30% prima era dovuto solo per il Congedo del quale si usufruiva entro il terzo anno, oggi invece viene elevato al 6° anno di età del bambino. Ripetiamo: i mesi di Congedo richiedibile rimangono 10 – si è solo allungato il periodo entro il quale se ne può usufruire (da 0 a 12 anni) e il periodo entro il quale è parzialmente pagato (da 0 a 6 anni).

Seconda novità, più rivoluzionaria (e complicata): la possibilità di usufruirne IN MODALITA' ORARIA. Il secondo allegato è la circolare INPS n.152, che riassume bene sia il percorso di legge che le condizioni attuali (calcolo indennizzo, modalità di richiesta).
Importante: la non cumulabilità con permessi che derivano anch'essi dal Testo Unico Maternità (es.: non posso fare due ore di “allattamento” e 4 di Congedo nello stesso giorno, ma posso farne 2 di Congedo e due di “104” per assistenza a disabile).

Altrettanto importante: ad esempio di altri permessi orari (es. proprio la 104, che può essere presa sia per 3 giorni mensili che per le corrispondenti ore), il conteggio sul totale verrà fatto comunque per “giorni”. L'esempio nella circolare è abbastanza chiaro – e sicuramente ci torneremo sopra con qualche specchietto ancora più esplicativo.

Dettaglio tutt'altro che insignificante: la riforma è considerata efficace per il periodo dal 25 giugno 2015 al prossimo 31 dicembre 2015 – in assenza di ulteriori decreti di rinnovo, proroga o trasformazione... dal 1' gennaio prossimo si ritornerebbe alle regole      foto tratta da loradelsalento.diocesilecce.org     precedenti!
E' davvero poco probabile che ciò succeda e riteniamo pressoché certo che le novità saranno confermate... ma con un Governo come questo, che fa ogni tanto qualcosa di positivo per coprire meglio le innumerevoli porcherie fatte (e quelle in progetto), il nostro stupore sarebbe sprecato.


27 settembre 2015

Incontro nazionale

          4° incontro sul lavoro domenicale

Buongiorno a tutti, vi informiamo che venerdì  9 ottobre si terrà il nuovo incontro nazionale tra l'azienda e le organizzazioni sindacali, avente come oggetto la contrattazione sulla regolamentazione del lavoro domenicale. 

L'incontro si svolgerà a Bologna, in plenaria, ovvero anche in presenza del coordinamento nazionale Filcams dei delegati di Esselunga (del quale alcuni di noi fanno parte).

Vedremo da questo incontro se la trattativa farà passi avanti e se ci saranno dei punti di incontro o se le posizioni rimarranno ancora distanti (vedremo se l'azienda è seriamente interessata a questo accordo).

Come al solito vi terremo aggiornati in merito all'esito di questo incontro e sulla trattativa in generale.

P.S. ribadiamo che i vostri suggerimenti in merito alla trattativa possono risultare utili, quindi vi invitiamo attraverso il commento a lasciare i vostri suggerimenti le vostre idee in merito alla trattativa sull'organizzazione del lavoro domenicale. 

A risentirci.

18 settembre 2015

Liberalizzazioni

Liberalizzazioni:

tutti moderni (con il tempo libero degli altri)

Il Governo dei lugubri tecnici ne ha combinate parecchie.
Monti viene ricordato per la sua austerity, la grisaglia, il cagnolino della Bignardi e soprattutto per il suo ministro gemente  Elsa Fornero ideatrice di una  scellerata riforma pensionistica, di cui in molti stanno pagando e pagheranno le conseguenze.

I dipendenti delle grandi catene della distribuzione organizzata lo ricordano soprattutto, e non proprio con affetto,  per il
provvedimento di liberalizzazione totale degli orari commerciali, una cui ipotesi di parziale modifica è ora in discussione al senato.
Da quel fatidico giorno, in occasione di ogni festa comandata l’opinione pubblica si divide in due accese tifoserie: da un lato prevalentemente i lavoratori di queste imprese (ma anche Confcommercio, Confesercenti, la Curia) , dall’altro i consumatori o meglio i teorici della bulimia da consumo come sinonimo di modernità.

Molti dei provvedimenti di Mr. Monti venivano giustificati con la famosa frase “Ce lo chiede l’Europa”.
Dopo alcuni anni risulta  che l’Europa ci abbia chiesto parecchie cose per comprendere fino a che punto potesse  arrivare il nostro masochismo.
Per fare un esempio a caso, ad Amburgo, il supermercato più liberista apre da lunedì al sabato dalle 8.00 alle 21.00. Molti esercenti invece chiudono addirittura nel primo pomeriggio, il sabato.
Gli Amburghesi (come tutti i tedeschi)  hanno un mercato del lavoro assai flessibile, con orari assai flessibili e annessi problemi di conciliazione (per rispondere all’ opinabile e malmostoso articolo di Stefano Feltri su Il Fatto Quotidiano), una vita incasinata quanto o forse di più dei Milanesi, eppure non sentono l’impellente bisogno di uno yogurt alle 3 di notte e sanno farsi probabilmente  una ragione se il Primo Maggio si accorgono di essersi dimenticati di acquistare i crauti da accompagnare allo stinco.
Paiono essere cioè riusciti nella titanica impresa  di rimanere persone raziocinanti pur vivendo nella città più ricca della Germania, senza  trasformarsi fisiologicamente  in consumatori compulsivi. In fatto poi di modernità  una metropolitana funzionale e funzionante, treni regionali veloci, puntuali e puliti, li consoleranno certamente di non potersi fregiare  di un Carrefour h24.
Esaurita l’argomentazione che il sempre aperto fa “cool” i liberalizzatori del  tempo altrui  prendono in genere ad accanirsi contro cassiere e commessi che si lamentano quando invece:
a) dovrebbero ringraziare  se hanno un lavoro con tanta gente a spasso.
b) dovrebbero pensare a infermieri, vigili del fuoco, autisti, ferrovieri, militari, poliziotti.

La prima argomentazione  di attacco è in linea con la filosofia dell’epoca, del JobsAct, secondo cui la quantità del lavoro si sostituisce alla sua qualità, e un lavoratore che ha dei diritti o ambisce a conservarli si deve un po’ vergognare, e sbrigarsi a convertirsi alle religione delle tutele crescenti che poi crescenti non sono quando a crescere sono solo precarietà e paura. C’è sempre chi sta peggio. Non è però che stando tutti peggio si aumenti l’indice di gradimento di questa vita.

La seconda la dice lunga su quanto Amburgo sia lontana non tanto geograficamente ma culturalmente: vengono infatti paragonati lavoratori di servizi pubblici essenziali con lavoratori che di essenziale non sono chiamati a garantire nulla. A meno che un etto di mortazza il 25 aprile possa salvare  un vita umana.
Sempre loro poi non risparmiano (e come sarebbe possibile) i sindacati, che invece di fare inutili battaglie di retroguardia dovrebbero contrattare condizioni migliori per i lavoratori. Andrebbe spiegato a questi ideologi dello shopping che la contrattazione non è un diritto esigibile tou court (magari!) e che gli accordi che un po’ ovunque  si stanno facendo  non sono in grado di sciogliere tutti i nodi...

16 settembre 2015

Nuove regole

Negozi chiusi nei giorni festivi, 

accelerazione sulla nuova legge.

Valzer di emendamenti, ma la maggioranza non vuole 

stravolgimenti. E così sarà superata la liberalizzazione

voluta dal governo Monti.


Nuove regole per la chiusura dei negozi
ROMA
Il senatore della Lega Nord Nunziante Consiglio propone di 
aggiungere altri 48 giorni, in pratica negozi chiusi per tutte le 
festività dell’anno. I grillini Gianluca Castaldi e Gianni Pietro Girotto invece ne vogliono aggiungere 12 in più. Già di suo la Camera, a fine 2014, ha infatti approvato in prima lettura la nuova legge sugli orari dei negozi assestando un bel colpo alle liberalizzazioni introdotte dal governo Monti e prevedendo in particolare che le attività commerciali debbano chiudere almeno per 12 giorni festivi all’anno, in pratica tutte le festività più importanti e più ricche di affari per dettaglianti, le più comode per fare shopping per i consumatori. Ancora oggi in Italia un negozio può restare aperto quando e quanto vuole, h24, tutti i giorni dell’anno, senza limitazioni territoriali o legate ai prodotti venduti. In pratica senza alcun vincolo o limite come avviene in molti altri paesi europei oppure nell’ambito del commercio online, il vero concorrente del commercio tradizionale, che in questi anni ha conquistato sempre più spazi e conquistato milioni di clienti.  

SALVI SOLO BAR E RISTORANTI  
Le nuove norme, da ieri tornate al vaglio della Commissione Industria del Senato, prevedono invece il ripristino della chiusura obbligatoria delle attività in occasione di 12 delle principali festività nazionali (Capodanno, Epifania, 25 aprile, Pasqua, pasquetta, il primo maggio, il 2 giugno, il 15 agosto, il primo novembre, l’8 dicembre, Natale e Santo Stefano). I nuovi vincoli