Sovratitolo

Creato dai lavoratori per i lavoratori, il blog è interamente dedicato a tutti coloro che lavorano in Esselunga.

20 giugno 2015

3° INCONTRO NAZIONALE SUL LAVORO DOMENICALE

Buongiorno a tutti, Vi informiamo che il 26 giugno 2015, a Bologna, si terrà il terzo incontro nazionale (in cui crediamo si entrerà un pò più nel vivo della trattativa) tra Esselunga e le Organizzazioni sindacali in merito all'organizzazione del lavoro domenicale.

Questa volta l'incontro sarà aperto a tutto il coordinamento nazionale. 
Parteciperanno per il nostro gruppo una RSU del negozio di Saronno (Davide Dimatteo) facente parte del coordinamento nazionale Filcams e la RSA Filcams del negozio di Lissone (Saverio Napolitano).

Vi terremo aggiornati come al solito sull'esito dell'incontro.

Nel frattempo Vi informiamo che un paio di RSU del nostro gruppo hanno lavorato ad un progetto per provare a scrivere una sorta di ipotetico accordo sul lavoro domenicale, giusto per portare al nazionale della Filcams alcune idee e alcuni spunti, che speriamo possano essere utili.
Il lavoro e costato parecchi giorni di lavoro, ma pensiamo sia venuto fuori qualcosa di interessante, a tempo debito Vi metteremo al corrente del contenuto, eventualmente anche attraverso le assemblee in cui porteremo il nostro progetto  ascoltando anche nuovi suggerimenti che verranno spero anche da voi.

Ricordate sempre che al tavolo delle trattative ci sono anche le altre Organizzazioni Sindacali (Fisascat Cisl e Uiltisc Uil) e ovviamente la controparte Esselunga. 

A risentirci

Le RSU di Cambialiberamente




11 giugno 2015

  Il domino dei Cia
Cia = contratto integrativo aziendale, che si ottiene con la contrattazione detta di secondo livello tra Azienda e organizzazioni sindacali.


Continua inesorabile la disdetta dei contratti integrativi aziendali da parte di numerose aziende del commercio, come il gioco del domino sembra non esserci più fine, dopo l’annuncio il mese scorso di Auchan e Coop Estense, e qualche settimana fà della disdetta di  Mediaworld con conseguente dichiarazione di 906 esuberi dove comunque la Filcams/Cgil, è intervenuta, ma purtroppo solo per limitare le “sofferenze” per i lavoratori, con una sorta di accordo di solidarietà per tutti i lavoratori riducendo l’orario di lavoro del 18%, e nei territori dove sono previste le chiusure dei negozi, i confronti territoriali (quindi tra l’azienda e le Rsu di negozio) determineranno la ricollocazione totale dei lavoratori, nella fase che procederà la ricollocazione queste sarà comunque garantita la normale retribuzione.

E’ notizia di questi giorni che anche IKEA, nonostante le buone intenzioni dichiarate all’atto della sottoscrizione del Cia qualche anno fa (2011) con le organizzazioni sindacali, abbia deciso unilateralmente di disdire il contratto integrativo. Le conseguenze immediate: azzerate le maggiorazioni salariali legate a domeniche e festivi e i premi produzione, con una stima di circa 200€ al mese, che costituiscono una parte determinante degli stipendi (non alti) di oltre 6mila dipendenti, distribuiti in 21 punti vendita in tutta Italia. Peraltro, il 70-80% degli addetti è impiegato part time.
(leggi articolo completo  su Repubblica).

Abbiamo voluto fare questa breve, ma attuale cronologia delle disdette dei Cia, non certo per allarmare qualcuno, anzi Esselunga mantiene quello vigente sebbene sia del 2004, ma semplicemente per ricordare a noi tutti lavoratori,  che ormai nulla è più scontato, non esistono più diritti acquisiti e stabili nel tempo,  le aziende anche le più consolidate (vedi Ikea) che comunque se si legge l’articolo di Repubblica ha un bilancio in positivo e di tutto rispetto, tale, che qualche mese fà aveva paventato l’ipotesi di nuove assunzioni,  anche grazie alle politiche sul lavoro del  governo Renzi, che tanto sta facendo e farà per ridurre diritti conquistati, prima o poi si sentono leggittimate a voler ridiscutere tali accordi con l’unica regola del “ribasso” di salario e diritti, adducedo come al solito il troppo elevato costo del lavoro e la crisi economica attuale. 

Questo breve ragionamento, per dirvi di non farci trovare impreparati e doverci solo “piangere addosso” e dire “ma i sindacati dov’erano?” quando e se dovesse capitarci, cominciamo già da ora ad iscriverci al sindacato, facendo in modo di costituire già da subito un cospicuo numero di lavoratori tesserati al sindacato, non solo per essere tutelati, ma anche consapevoli di poter influenzare e rendere forte, con un alto numero di adesioni, il potere contrattuale che hanno le rsu di negozio e le organizzazioni sindacali quando si vanno a trattare i nostri diritti conquistati o nuovi che siano.

A solo titolo di esempio in questo momento è in fase di contrattazione con l'Azienda l'accordo sul lavoro domenicale per i full time (vecchi e nuovi), già da questo avvenimento si capisce che più si è aderenti al sindacato con la tessera, maggiore sarà la forza dei lavoratori nel caso si voglia intraprendere qualsiasi iniziativa. 

A tal proposito è da tener presente che se fino ad ora non si è applicato in Esselunga l'obbligatorietà al lavoro domenicale (ad eccezione di pochissimi negozi), come previsto da ormai due contratti nazionali, lo si deve anche alle organizzazioni sindacali, che hanno impedito che quanto avvenuto in quei pochi negozi si espandesse a tutti gli altri punti vendita, grazie ad un accordo del 2009 che richiamava le parti a cercare di trovare un'intesa sul lavoro domenicale.


Ricordiamo anche che se in Azienda il Cia è ancora vigente, dobbiamo si, ringraziare Esselunga, ma anche chi, a suo tempo (RSU/RSA e organizzazioni Sindacali) si è impegnato a sviluppare e promuovere questi miglioramenti contrattuali, con costanza e determinazione.

Abbiamo anche provato a calcolare (in un post precedente) solo per farvi comprendere meglio, sia economicamente sia  sul tema dei diritti di quanto e di cosa si sta parlando e di quanto si perderebbe se venisse cancellato il CIA.


Teniamo presente che, fatta eccezione per coop estense, tutte le aziende che abbiamo citato sul tema delle disdette del CIA  fanno parte di Federdistribuzione, come Esselunga del resto.

Riuscirà Esselunga a rimenere l’unica mosca bianca…?




CambiaLiberamente staff: RSU Saronno e Varedo






















2 giugno 2015



IKEA: il primo sciopero in 25 anni, i lavoratori non ci stanno e dicono no.

29/05/2015


foto:tuttoggi.info
Le lavoratrici e i lavoratori IKEA non ci stanno a farsi sottrarre così, d’un colpo, 25 anni di contrattazione e  di conquiste: a seguito della disdetta unilaterale di tutta la contrattazione integrativa da parte dell’azienda, hanno proclamato lo stato di agitazione e  un pacchetto di 16 ore di sciopero, di cui 8 saranno gestite a livello territoriale, con iniziative sparse su tutto il territorio nazionale.

“L’Azienda ha deciso di compiere un atto politico grave” afferma Giuliana Mesina della Segreteria Nazionale Filcams CGIL “dando disdetta di tutti gli accordi, nazionali e locali, ha voluto porre un macigno sul tavolo di trattativa, che si era appena avviato, risentendo anche di un allungamento dei tempi imposto da IKEA, che ha voluto attendere l’insediamento del nuovo Amministratore delegato”.
Più di 6mila dipendenti in Italia, 21 negozi su tutto il territorio nazionale, Ikea, il colosso svedese che ha fatto della partecipazione dei suoi “co-workers” una bandiera, ha smentito con questa operazione anni e anni di buone relazioni sindacali.
In gioco la pretesa dell’azienda di abbassare i livelli retributivi dei dipendenti, operando su elementi fissi della busta paga e rivedendo al ribasso le maggiorazioni per le prestazioni festive e domenicali.
Daremo avvio ad una fase di mobilitazione, con assemblee, scioperi ed azioni di lotta volte a difendere i diritti dei lavoratori e il valore della partecipazione, che Ikea sbandiera ma non pratica realmente” conclude Mesina, “Restiamo disponibili a avviare un negoziato costruttivo, nel rispetto delle esigenze delle parti, ma una trattativa sana e dignitosa non può essere condizionata da un ricatto”.