Sovratitolo

Creato dai lavoratori per i lavoratori, il blog è interamente dedicato a tutti coloro che lavorano in Esselunga.

27 novembre 2015

Preziosa La Busta



...ma quante ferie avrò ora di agosto?
Questa è la storia di un addetto drogheria Ercolino Spaccabancali:
Un giorno si rivolse ad una maga per farsi leggere la..... 
....busta paga !!!

                  E TU?

Non affidarti alla sorte per comprendere meglio la TUA busta paga, vieni a conoscerla meglio sul blog    cambialiberamente.blogspot.it

Ora, sul blog interamente dedicato ai Lavoratori e le Lavoratrici di Esselunga, troverai una guida  semplice ma dettagliata  per una migliore comprensione della TUA busta paga.

 
"Non ci credi?  Vieni a cliccarmi su cambialiberamente.blogspot.it e vedrai che imparerai a conoscermi meglio....
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Stampa e diffondi il volantino se vuoi o appendilo nella tua bacheca se manca, facciamo girare le informazioni 
lo staff di cambialiberamente.

26 novembre 2015

Lavoro Domenicale

Esito incontro contrattazione sul lavoro domenicale del 20 novembre
Cosa è accaduto 
immagine tratta da vogilovenderelamiaauto.com
Buongiorno a tutti oggi vogliamo portarvi a conoscenza su quanto dibattuto durante l'ultimo incontro nazionale tenutosi a Bologna tra l'azienda e le organizzazioni sindacali.

L'azienda (rappresentata da Luca Lattuada) comincia la sua premessa rimarcando il fatto che sono passati 11 mesi dall'inizio della trattativa (primo incontro 22 dicembre 2014) e che sarebbe ora di  capire se si può stringere sull'esito della stessa,  prosegue poi leggendo frase per frase (e per la prima volta ne ha fatto specifico riferimento) l'articolo 141 dell ccnl, quello che come saprete regola (già da due contratti nazionali, ormai tre) il lavoro domenicale, sottolineando che qual'ora non si pervenisse  ad un accordo, l'azienda si sentirà libera di scegliere unilateralmente come agire, ovvero lasciando intendere che l'applicazione dell'art. 141 sarà la mossa successiva (bella premessa !!), considerando che, dice l'azienda, il lavoro domenicale è un processo organizzativo non reversibile.

Il fatto che siano passati 11 mesi dall'inizio della trattativa tuttavia è frutto anche del tatticismo dell'azienda, in quanto sin dall'inizio dichiarava di voler fare una trattativa snella e senza troppa tattica, mentre invece in realtà si è dimostrata molto attendista, tendendo a "scoprire le carte" poco alla volta, concedendo veramente molto poco.

Sostanzialmente le O.S. avevano chiesto (all'ultimo giro) un aumento economico anche per le domeniche effettuate dagli "obbligati", (oltre la maggiorazione del 30% prevista dal ccnl) l'azienda su questo ha dato picche.
Liberare qualche domenica in più per i part time domenicali, l'azienda rimane ferma su un massimo di due domeniche/anno, concedendo qualcosa in più per i full time domenicali (5 domeniche liberate a fronte dell'accordo).
tratta da grossetooggi.net

Si era chiesto anche di incentivare concedendo qualche sabato libero a fronte di un tot di domeniche calendarizzate ( Altro elemento incentivante), di modo da avere un certo numero di week end liberi. Per l'azienda il week end è domenica-lunedì ( ??? il massimo della concessione, non ci siamo), ritengono che il compensativo del sabato rischi di compromettere l'equilibrio del'organizzazione dei reparti, ma noi sappiamo che in realtà il compensativo di sabato nei negozi non è più un tabù.

Poi il nodo più complicato da sciogliere su cui l'azienda fatica a fare passi avanti ed è quello delle domeniche potenzialmente "comandabili", la richiesta aziendale era 24 per il dro/gem e 31 per i reparti freschi, ebbene l'azienda è scesa (udite-udite) di una unità per reparto, ovvero 23/30 ( la richiesta è decisamente ancora troppo alta). 

L'azienda ha chiesto la possibilità di estendere l'eventuale accordo anche ad altri settori operativi.

Ci sono alcuni punti di condivisione (ancora pochi a nostro avviso), come ad esempio:

-Esigibilità e verificabilità dell'accordo (anche in filiali non  sindacalizzate),
-sperimentazione per 12/15 mesi,
-i responsabili rientreranno nella programmazione trimestrale,
-partenza graduale (non in tutti i negozi subito),
-esigibilità e fruibilità di informazioni per le  RSU dei negozi in  merito ai dati su organici, sui venduti, e altre informazioni  pertinenti, per avere elementi sufficienti per  raggiungere l'accordo  a livello di punto vendita  (questa e la dichiarazione dell'azienda).

Si escluderebbero dall'accordo, oltre alle casistiche già presenti citate nel ccnl, anche i lavoratori con patologie gravi e gravissime.

Le Organizzazioni Sindacali (dopo confronto con i delegati) hanno espresso all'azienda più di qualche perplessità soprattutto sul fatto che le aperture sulla trattativa che l'azienda dice di aver fatto (ancora scarse dopo 11 mesi), sono in realtà delle " fessure" nel quale è difficile infilarsi.

I numeri sulle potenzialmente "comandabili" sono ancora alti, e soprattutto per il fatto di scriverli su un accordo nazionale, cosa politicamente difficile da digerire (cosa che potrebbe influire negativamente su altri tavoli di contrattazione), numeri che sarebbe il caso di verificare e approfondire eventualmente punto vendita per punto vendita.

Altra perplessità sul fatto che l'azienda si sia presentata all'incontro ancora priva di scaletta sulle maggiorazioni domenicali di fatto non si capisce ancora cosa sia disposta a mettere (money) sul piatto della bilancia, in termini economici, e quindi incentivanti (cosa importante da capire se il primo criterio sarà la volontarietà e che purtroppo non sarà più solo quello).

E' indubbio che l'azienda dovrà fare uno sforzo maggiore se vuole pervenire ad un accordo, cosa che tra l'altro ci chiede, tant'è che le organizzazioni sindacali si sono rese disponibili a calendarizzare un'altro incontro in cui pare si cercherà di stringere sulla trattativa (speriamo non a tutti i costi) e quindi provare a trovare un'ipotesi di accordo, che se si dovesse raggiungere, dovrà poi essere votata attraverso un Referendum da tutti i lavoratori.

Con tutta probabilità il prossimo incontro sarà effettuato in ristretta, non sappiamo ancora se vi parteciperanno solo i segretari nazionali, o anche una piccola delegazione di RSU. 
Fatto sta che il nostro segretario nazionale Cristian Sesena ha chiesto mandato al coordinamento nazionale nel caso si dovesse verificare questa ipotesi, mandato che gli è stato concesso.
tratta da blog.chatta.it

Partendo dal presupposto che bisogna cercare di ridurre assolutamente il numero delle domeniche potenzialmente "comandabili",  le nostre personali perplessità invece sono dovute al fatto che conosciamo abbastanza bene questa azienda per sapere che se non si farà un accordo "ben fatto", cioè con una stesura del testo precisa, che non lasci dei vuoti "pericolosi" al suo interno, che ne consenta una vera esigibilità e verificabilità, che permetta soprattutto una vera possibilità di accordo specifico nel punto vendita e che dia alla RSU non solo il compito di controllo , ma un reale potere di contrattazione, se cosi non fosse, ecco che questo accordo rischierebbe, a nostro avviso, di diventare pericoloso.  


Staremo a vedere l'epilogo della trattativa, come sempre vi terremo informati, e vi ricordiamo che siamo a disposizione per eventuali altri chiarimenti.

Lo staff di cambialiberamente.
cambia.liberamente@gmail.com

18 novembre 2015

Che aria tira oggi? Piovera?...

   Clima ostile per un certo tipo di Lavoratori

Buongiorno a tutti, oggi vorremmo portare alla vostra attenzione una riflessione indotta da certi atteggiamenti da parte aziendale verso alcuni lavoratori di diversi negozi,  che ci hanno spinto a tirare alcune ponderate conclusioni.

immagine tratta da it.123rf.com
Partiamo da una notizia apparsa il 12 novembre sul Corriere della Sera di Brescia (clicca qui per leggere l'articolo), che parla in sostanza di una "presa di posizione" (per non dire altro) da parte dell'azienda, che dovendo ricollocare  5  lavoratori di Esselunga Sarezzo, che erano impiegati al servizio web, il quale ora è stato esternalizzato (come in molti altri punti vendita ormai), proponeva agli stessi, per rimanere nel punto vendita o in zone limitrofe, di modificare il loro contratto inserendo nello stesso la domenica lavorativa obbligatoria, altrimenti la destinazione per il loro ricollocamento sarebbe stata nel punto vendita di Nembro, nella bergamasca, con oltre tre ore di viaggio per lo spostamento.

Per questa vicenda tra le altre cose è stato proclamato uno sciopero da parte della Flaica Uniti Cub, sindacato autonomo a cui aderisce la RSU di Sarezzo (alcuni lavoratori hanno incrociato le braccia per un paio d'ore in segno di solidarietà verso i 5 colleghi).

Questa vicenda si ripropone in maniera pressochè uguale a circa 145 km di distanza da Sarezzo, per i 4 lavoratori (di cui una con legge104) del reparto web del negozio di Venegono (VA), che a quanto pare se non accetteranno di modificare il loro contratto (includendo la domenica) la loro destinazione potrebbe essere Borgomanero, in piemonte, a oltre 50 km di distanza, in caso contrario la sistemazione potrebbe essere nelle vicinanze del negozio di appartenenza, il tuttoper motivi tecnico/organizzativi, questo dice l'azienda.

Abbiamo inoltre avuto notizie in merito ad un paio (di nostra conoscenza) di colleghi trasferiti dal proprio negozio (Lissone e Giussano) che combinazione avevano aderito allo sciopero, ovviamente  le motivazioni per l'azienda non sono queste.

O invece all'inverso di un collega di un negozio della prov. di Milano (tesserato, che ha rinunciato a fare il vice caporeparto) che aspetta da tempo, circa due anni, il trasferimento perchè è a 40 km di distanza da casa, cosa che nonostante l'intervento delle organizzazioni sindacali, ancora non arriva.

Per non parlare di altre notizie che vedono colleghi subire "consigli" per far si che decidano "spontaneamente" di dare disdetta della tessera sindacale (vedi Lissone).

Ma questi sono solo esempi di alcuni episodi di nostra conoscenza, che molti di voi già conoscono.

Questa mentalità in azienda è ancora molto forte, la sensazione che un lavoratore percepisce  NON E' quella di poter partecipare liberamente ad una assemblea o aderire ad uno sciopero, o interessarsi oltre che del lavoro da svolgere (DOVERI) anche di ciò che riguarda la propria situazione economico/normativa (DIRITTI), ed è assolutamente portato ad azzerare tutto ciò che lo riguarda in tema di partecipazione sindacale e di diritti.

La riflessione  che vogliamo fare, possibilmente insieme ai lavoratori è questa: 
tratta da it.toluna.com
Sul tavolo nazionale con l'azienda, stiamo cercando di trovare un accordo su un tema importantissimo (soprattutto per l'azienda) e difficile come quello dell'organizzazione del lavoro domenicale, cosa che presuppone anche un certo rispetto delle controparti (Rsu in negozio), che però in realtà  spesso "non viene percepito" da parte della RSU nelle realtà di tutti i giorni, proprio perchè i lavoratori il più delle volte si sentono condizionati in merito alla scelta di farsi rappresentare o nella possibilità di partecipare attivamente in quanto cosa "non gradita" dall'azienda, e la prova di questo condizionamento probabilmente sta proprio nei singoli episodi tipo quelli che vi abbiamo raccontato, che impediscono quindi di fatto, nella maggior parte delle occasioni, alle RSU, di svolgere il proprio ruolo trasparente di rappresentanza e contrattazione, a 360 gradi.

Quindi ci chiediamo se in questo clima sia opportuno proseguire con una trattativa cosi importante come quella sull'organizzazione del lavoro domenicale oppure sarebbe opportuno prima rivedere i parametri di correttezza del rapporto, perchè è sicuramente vero che ognuno svolge il suo ruolo e fa la propria parte, ma è pur vero che per svolgerlo non è necessario smontare quello dell'altro, ed è proprio questa l'aria che ancora si respira molto spesso nei negozi.

Lo Staff di Cambialiberamente.



11 novembre 2015

Lo sciopero del carrello e l’utopia del consumatore solidale


8 novembre 2015
 Sabato  7 novembre è andata in scena, nel nostro paese, una protesta sindacale non priva di elementi di originalità. Lo sciopero dei dipendenti della grande distribuzione privata e cooperativa, privi di contratto da più di due anni, ha visto le federazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil dare al conflitto una veste davvero innovativa.

imageL’hashtag prescelto #FuoriTutti  è stato per tutta la mattinata fra i trend topic su Twitter a dimostrazione di come la favoletta renziana  del gettone messo a forza nell’i-Phone e annessa incapacità del sindacato di maneggiare la modernità, siano finalmente in via di superamento.

L’investimento sulle nuove forme di comunicazione  a partire dai social media, comincia  ad entrare a pieno titolo fra gli strumenti di proselitismo delle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori ed è un bene, per non dire una questione di sopravvivenza.

La mobilitazione ha colpito grandi gruppi quali Ikea, Carrefour, Coin e Auchan, tutti militanti in Federdistribuzione, associazione fuoriuscita da Confcommercio e che negli ultimi tempi sta impersonando il ruolo del padronato 2.0. Se un tempo infatti lavorare in un ipermercato poteva apparire una valida alternativa alla fabbrica, da almeno un quinquennio non è più così: part time subiti e non scelti, lavoro obbligato nelle domeniche e festivi ed ora anche la notte, turni impossibili, hanno trasformato la professione del commesso in lavoro precario, duro, scarsamente retribuito.

I centri commerciali si affacciano pertanto alla ribalta del conflitto sociale in tutta la loro ambiguità di “non luoghi”, dove tra vetrine e luci artificiali  lo sfruttamento della forza lavoro inizia ad essere una sinistra costante.

A ciò si  è aggiunta la crisi dei consumi che ha spinto queste imprese  a perseguire l’obbiettivo di azzerare  le relazioni industriali attraverso la disdetta degli accordi integrativi: la vertenza Ikea ha rappresentato  l’ultimo caso in ordine di tempo di questo trend  e  forse  anche il più significativo.
Il colosso svedese del mobile infatti si era sempre distinto per l’intensità con cui viveva il rapporto col sindacato promuovendo a tutti i livelli valori quali partecipazione e condivisione.
Un anno fa ha deciso di convertirsi al “verbo federdistirbutivo” cancellando, con un violento colpo di spugna, 25 anni di accordi.
Se queste realtà assomigliano sempre più ai tradizionali siti manifatturieri, se in sostanza fra le condizioni di una cassiera di Carrefour è quelle di una turnista della Magneti Marelli, esistono sempre più punti di contatto, alcune significative differenze permangono.

Lo sciopero di oggi ha provocato danno al profitto  delle imprese colpendo la fonte tradizionale della loro redditività: i clienti. Si tratta di un disagio molto diverso quindi, da una catena di montaggio che si interrompe, da un numero di pezzi che non vengono assemblati, o da tir che rimangono fermi nei piazzali di un magazzino.
 
Anche in questo caso il sindacato ha marcato un ulteriore elemento di vivacità strategica: ha coinvolto le potenziali vittime degli effetti della sua mobilitazione non solo appellandosi alla loro solidarietà, ma chiedendo loro di astenersi dal fare la spesa, scioperando cioè a loro volta.

Lo sciopero del carrello è stata sicuramente una mossa brillante e non priva di temerarietà.