Sovratitolo

Creato dai lavoratori per i lavoratori, il blog è interamente dedicato a tutti coloro che lavorano in Esselunga.

23 novembre 2016

Domeniche e festività natalizie

 DEROGHE DI DICEMBRE?...
   Ormai solo un lontano ricordo.

Ci apprestiamo ad entrare nel mese di dicembre, quello in cui di solito c'è una atmosfera particolare, dove i carichi di lavoro (soprattutto da metà mese in poi) cominciano ad aumentare, l'unico mese nel quale i negozi di Esselunga erano aperti tutte le domeniche.
Foto:difaustorappresentanze.it

E a fronte di un sacrificio straordinario da parte dei lavoratori, in cui gli si chiedeva di più, si era concordato (perchè nulla è mai per gentile concessione) che le domeniche di dicembre e le festività dello stesso mese (8 dicembre, per la provincia di Milano anche il 7) venissero pagate con la deroga al 130%.

Il contratto integrativo recita(va) al paragrafo "Periodo Natalizio"
il seguente testo:

"In occasione dell'apertura dei negozi alla vendita nelle domeniche del mese di dicembre e nelle festività infrasettimanali di legge cadenti nello stesso mese, si conviene di riconoscere, oltre al trattamento previsto dal CCNL vigente, un ulteriore importo corrispondente alle ore lavorate in dette giornate calcolate sulla quota oraria relative alla normale retribuzione od il recupero di un pari numero di ore".

Ovviamente le cose sono cambiate in merito alle aperture domenicali (dal 2011, e dal tempo in cui è stato siglato l'ultimo contratto integrativo aziendale 9 dicembre 2004), che sono diventate oramai una consuetudine sia per l'azienda, che per i clienti, e anche per molti lavoratori (ma non per tutti).

Ma con l'ipotesi di accordo (sperimentale... ?) del 22 gennaio 2016 sono clamorosamente precipitate.

E' bene ricordare che quest'anno (e con tutta probabilità anche in futuro) le deroghe Natalizie delle domeniche e festività di dicembre NON CI SARANNO.

Nemmeno nei negozi dove la sperimentazione non è (per ora) partita o per le nuove aperture.

Infatti per tutti i negozi  di Esselunga i termini economici dell'accordo (le maggiorazioni domenicali) sono retroattive, ovvero la nuova scaletta delle maggiorazioni e valida (per quest'anno) dal 2 gennaio 2016 al 31 dicembre 2016, ma per "sfiorare" appena i soldi presi dalle domeniche lavorate a dicembre dell'anno scorso per esempio, entro novembre 2016 sarà necessario averne già lavorate di domeniche almeno 28, oltre le quali dalla 29esima scatta la maggiorazione all' 80%, prima a dicembre era al 130%  a prescindere della "scaletta" applicata.

Scaletta maggiorazioni in vigore: 

foto:dreamstime.com
Numero domeniche/festività lavorate nell’anno
da:
a:
% maggiorazione
1
3
30%
4
10
40%
11
19
50%
20
24
60%
25
28
70%
29
in su
80%



Come abbiamo sempre sostenuto però (ed è una questione matematica), a parità di domeniche lavorate, la nuova scaletta è economicamente penalizzante se paragonata con la vecchia scaletta+deroghe natalizie, clicca qui per approfondire.


CambiaLiberamente staff

19 novembre 2016

Referendum Costituzionale 4 dicembre 
NOI VOTIAMO NO
                        Cosa recita il quesito referendario?
Leggendo il testo sembrerebbe indubbiamente invitante
Ora, immaginate che qualcuno vi chieda: " vuoi perdere 10 Kg ?"
Chi risponderebbe di no... "certo che si" e ...ZAC vi tagliano un braccio... 
"Ad averlo saputo avrei scelto NO!"
Saresti disposto a perdere 10 Kg in questo modo ??? 

NON permettere che ti portino via la democrazia.
NON permettere che calpestino la Costituzione.
NON permettere che ti tolgano l'ennesimo potere di scelta/voto.
L'incrocio tra nuova riforma costituzionale e la nuova legge elettorale (italicum) rischia di produrre effetti devastanti per la Democrazia accentrando il potere nelle mani di un solo partito.

Ricordiamo che per questo referendum non c’è quorum, è comunque valido a prescindere da quanti vanno a votare, quindi è necessario andare a votare qualunque sia la vostra scelta.
NOI, per queste e molte altre ragioni, votiamo NO

Votare è importante. Prima di votare informati meglio che puoi. Approfondisci su:
Cambialiberamente, il blog fatto da Lavoratori di Esselunga per i Lavoratori di Esselunga

16 novembre 2016

Il passo del gambero

Vogliamo proporvi un pezzo che abbiamo preso dal sito "Rivoluzione Red" perchè ci sembra particolarmente significativo della crisi che stanno affrontando i Sindacati (cosiddetti confederali) Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil.


CCNL Confcommercio: un nuovo tipo di tradimento


www.cgil.it
Il 24 ottobre 2016 Confcommercio, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno siglato un accordo integrativo al CCNL firmato il 30 marzo 2015.
Questo contratto, già criticabile per le ulteriori perdite di diritti (demansionamento, flessibilità oraria) prevedeva un aumento lordo di 85 euro, spalmati su 3 anni in 5 rate. Le ultime due tranche erano previste per novembre 2016 ed agosto 2017. Erano, appunto, perchè questo accordo stabilisce che vengano congelate a causa dell’incertezza economica e la crisi dei consumi. L’accordo prevede che le parti si incontrino di nuovo entro il 5 dicembre. Siamo di fronte ad una cosa che non ha precedenti! Nella sua complessità, la questione è assai semplice. Con la firma del 2015 con Confcommercio, le tre sigle sindacali credevano di avere dato il là ad una stagione di rinnovi contrattuali nell’ambito del variegato mondo del commercio. L’aver dimostrato ancora una volta la propria disponibilità a cedere sui diritti, in cambio di pochi spiccioli, doveva essere propedeutico per il rinnovo dei contratti più importanti del settore, come quello di Federdistribuzione e Coop. Ma questo non è avvenuto perché entrambe non vogliono scucire un centesimo di aumento.
Questa differenza salariale, tra chi aveva riconosciuto degli aumenti e chi no, ha spinto molte aziende aderenti a Confcommercio a uscire dal contratto o a minacciare di farlo, visto che esiste una competizione feroce nel settore. E alla fine Confcommercio ha dovuto cedere e cercare un accordo con i sindacati. E questi, piuttosto che perdere la firma al CCNL del 2015 di cui tanto si erano vantati, hanno preferito farsi umiliare e tradire i lavoratori accettando di bloccare pro tempore gli aumenti.Con questo accordo passa l’idea che i contratti possono essere peggiorati in corso d’opera. Dall’altra parte, i padroni si sentono ancora più tranquilli. Sanno che quel che firmano possono rimetterlo in discussione quando gli pare e piace.
In questa fase di mancati rinnovi contrattuali, questo accordo può essere da esempio anche per altre categorie, storicamente più importanti, come quella dei metalmeccanici.Ma se il sindacato mi toglie gli aumenti salariali, a cosa serve ? E se si è votato per il contratto perchè non si vota anche questo accordo? Queste domande se la faranno molti lavoratori. La perdita di punti di riferimento politici e la chiusura della stagione della concertazione, insieme ad un periodo di crisi economica, ha gettato nel panico i gruppi dirigenti, segnando un distacco ancora più profondo dai lavoratori. Invece di organizzarli e lottare hanno scelto di farsi carico delle “sofferenze” padronali. Questo accordo è un ulteriore tradimento per i lavoratori e chiediamo a gran voce ai dirigenti della Cgil di ritirare la firma.
Tra i lavoratori del settore cova una profonda rabbia e insoddisfazione, c’è voglia di rivalsa verso chi impone queste condizioni in azienda, ma anche verso chi accetta a nome dei lavoratori queste condizioni. Il nostro compito come militanti sindacali (quale che sia il sindacato) è quello di dare voce e una direzione adeguata a questa rabbia.
www.rivoluzione.red