F
ALLO
(BI)LATERALE
Doppio
annuncio di FederDistribuzione,
in data 19 giugno 2017: da
luglio verrà erogato un importo mensile di 30 euro lordi,
che si aggiungeranno ai 15
che già vediamo in busta dal maggio 2016;
inoltre, a partire da settembre l'Associazione uscirà dagli Enti
Bilaterali Territoriali.
Una
breve specifica, per chi arriva su queste pagine per la prima volta:
FederDistribuzione è l'unione che rappresenta i gruppi della Grande
Distribuzione Organizzata (Esselunga in prima fila) e che, di
conseguenza, siede in trattativa del nostro Contratto Nazionale sul
lato opposto dei tre sindacati confederali Filcams-CGIL,
Fisascat-CISL, Uiltucs-UIL.
Il
Contratto che Esselunga applica è ancora oggi quello del
Terziario/Servizi del 2011,
ovvero l'ultimo prima che FederDistribuzione uscisse dalla squadra di
ConfCommercio - che oggi è rimasta a rappresentare il medio-piccolo
commercio ma anche i gruppi che non hanno voluto seguire Esselunga,
Carrefour, Ikea (ecc.) . Trovate uno schemino semplificato nella
colonnina qua a destra.
La
prima mossa dei fuoriusciti spiegò bene quali fossero i costi
principali da tagliare, oltre a quelli già ottenuti coi Contratti
Nazionali precedenti: l'uscita
da FondoEst e l'istituzione di PreviAss,
come Assistenza Sanitaria Integrativa. Ovvero: l'uscita da un Ente
Bilaterale e la creazione di un servizio sostitutivo che, non
passando per le casse dei tre sindacati, costa molto meno.
Nel
corso di questi anni, dal tavolo della trattativa per il nuovo
Contratto Nazionale della Grande Distribuzione Organizzata sono
arrivate tante voci sugli argomenti dei confronti: gli scatti di
anzianità, i permessi orari e l'orario ridotto (in sostanza: le 40
ore full time)..
Una
voce, più di altre, arrivava con insistenza: gli Enti Bilaterali,
giudicati troppo costosi per i benefici che arrivano ai lavoratori.
La lamentela è tutt'altro che infondata: uno studio dei diretti
interessati rivelò che per ogni euro (nostro) versato/trattenuto,
meno della metà finiva in servizi; insomma: per ogni lavoratrice che
prendeva (esempio) un bonus bebè di 100, ce n'erano altri 100 che
finivano tra costi di gestione, stipendi di dirigenti e bilanci
sindacali.
Oggi
FederDistribuzione ripete chiaro quello che già da qualche anno si
stava definendo: il problema principale non sono gli scatti di
anzianità o altri istituti della retribuzione, ma i soldi che le tre
sigle sindacali chiedono per i loro Enti Bilaterali.
Riportiamo
qui di seguito un estratto del comunicato ufficiale:
“Le
trattative con le Organizzazioni Sindacali si stanno prolungando da
troppo tempo –
dichiara Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzione –
e non vogliamo
penalizzare i nostri collaboratori. L’erogazione dei 30 euro lordi
mensili decisa oggi fa seguito a quella di 15 euro lordi già
riconosciuta da maggio 2016. In questo modo vogliamo tutelare il
potere d’acquisto dei lavoratori, come abbiamo sempre dichiarato e
ribadito in ogni proposta fatta ai sindacati”.
“L’uscita
dagli attuali Enti Bilaterali – continua il Presidente di
Federdistribuzione – pone le basi per la creazione, nel prossimo
CCNL, di una nuova bilateralità che possa fornire migliori servizi e
strumenti di sostegno al reddito e assistenza sanitaria”.
“Vogliamo anche
oggi ribadire la nostra ferma volontà di arrivare alla
sottoscrizione di un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro che
contenga soluzioni equilibrate per lavoratori e imprese”.
Baracca
e Burattini.
Dura
reazione dei tre sindacati confederali: accusano la rigidità della
controparte e una non meglio definita "indisponibilità
ad affrontare le problematiche irrisolte che hanno determinato la
rottura del negoziato”.
Problematiche delle quali, noi diretti interessati, non siamo mai
stati messi al corrente in maniera completa.
L'importanza
di queste novità sarà chiara solo nei mesi futuri, ma possiamo già
trarre alcuni spunti per la riflessione:
-
la crisi d'identità della "classe operaia", sempre più un
insieme di singoli che cerca di risolversi i guai personali che a
cercare una soluzione collettiva,
è il risultato voluto ed ottenuto di una strategia che ci vuole
sempre divisi, soli, senza tutele se non il miraggio di ritagliarci
un angolino in cui "io
speriamo che me la cavo";
-
la crisi d'identità ce l'hanno anche i "padroni", che
negli scorsi anni hanno ottenuto tutto: contratti elastici, articolo
18, agevolazioni fiscali e contributive.. Quello che non gli hanno
dato i sindacati, lo hanno avuto dalla politica. Oggi, sembra che non
sappiano nemmeno più cos'altro chiedere: i consumi non ripartono e
si interrogano come se la causa non fossero (anche) loro.
Il
prolungamento di un anno "sperimentale" sull'Accordo per il
lavoro domenicale in Esselunga era già un segnale: mettere una firma
finale significava doverlo inserire definitivamente nel nostro
Contratto Integrativo, al posto del capitolo "Lavoro Festivo"
e quindi dare il via ad una trattativa di secondo livello che
rivedesse TUTTO il nostro CIA. Ma come si fa a parlare di un
Contratto aziendale, che si basa su un Contratto Nazionale che è in
alto mare? Cosa chiedere, ancora?
Nelle
parole di Cobolli Gigli c'è tutta la mancanza di volontà di
ritornare ad un economia vera: "nel
prossimo CCNL, una nuova bilateralità che possa fornire migliori
servizi e strumenti di sostegno al reddito".
Come se il compito di un Datore di Lavoro non fosse solo quello di
riconoscermi uno stipendio dignitoso:
io lavoro, tu paghi.
Non
è comico che un Datore di Lavoro voglia dare "strumenti
di sostegno al reddito",
e non solo "reddito"?
E' forse il riconoscimento che ci paga troppo poco?
Complice
la politica, che vuole distruggere tutto ciò che c'è di pubblico
per darlo ai privati, oggi pensiamo che sia normale un futuro in cui
si viene pagati in buoni sconto o radiografie gratis (chi vuole
approfondire l'argomento "welfare", può cliccare qui a
sinistra il riquadro)
In
conclusione: ormai non si può parlare più solo di "marchionnata",
come quando Marchionne aprì la via nella ex-Fiat e, uscendo dal
Contratto, se ne fece uno su misura con sindacati amici. Oggi questa
è la prassi: il "padrone" dà la scossa al tavolo,
dicendo: "ok,
io me ne vado"
e poi iniziano gentili concessioni ( la copertura dell'inflazione,
coi "regali" di 30 e 15 euro lordi mensili)
Un
elemento preoccupante: chiudere i rubinetti dei soldi agli Enti
Bilaterali territoriali significa mettere in difficoltà
Cgil-Cisl-Uil, che questi soldi li usano anche per i loro bilanci e
per il pagamento delle poltrone degli enti stessi.
La
strategia di FederDistribuzione è chiara: stringere un po' la
manopola e vedere se, dall'altra parte, i sindacati si spaventano ed
abbassano le loro richieste.
Quello
che ci spaventa, ancora una volta, è che il nostro destino sia nelle
mani di Padroni che hanno in mano la bombola dell'ossigeno di chi
dovrebbe difenderci, rappresentare e portare avanti le nostre
richieste. E' stato saggio mettergliela in mano? Si può ipotizzare
un'alternativa al sistema?
a risentirci, lo staff di cambialiberamente.