Sovratitolo

Creato dai lavoratori per i lavoratori, il blog è interamente dedicato a tutti coloro che lavorano in Esselunga.

24 marzo 2019

Una firma per la libertà di consumare...!

Domenica Aperto! la politica in soccorso alla DMO (Distribuzione moderna organizzata)

 

E' di qualche settimana fà la notizia secondo la quale esponeti politici  e partiti, che stanno proponendo principalmente nei parcheggi/piazze adieacenti ad alcuni dei principali supermercati o centri commerciali italiani, una campagna di raccolta firme il cui obbiettivo sarebbe "Proteggi il diritto di lavorare e fare la spesa quando vuoi" con  #LiberaSpesa questo il link https://piueuropa.eu/2019/03/07/liberaspesa-domenica-10-marzo-ecco-dove-trovarci/


Abbiamo deciso di riportare la notizia in quanto, "chiaccherando" tra colleghe/i nei negozi, nessuno o davvero pochissimi ne erano al corrente, inutile commentare lo stupore e il disappunto che si leggeva sui loro visi alla conferma di ciò che stava e sta accadendo.

Notiamo leggendo la lista delle piazze e dei supermercati o C/commerciali coinvolti come il marchio Esselunga svetti sugli altri come presenza di gazebo per la raccolta firme e comunque tutte la piazze coinvolte nell'iniziativa erano principalmente adiacenti a catene della DMO tutte aderenti all'associazione di categoria che le riunisce tutte sotto il nome di Federdistribuzione.

Ci sembra logico pensare che probabilmente sarà anche una parte finaziatrice di questo partito politico che parteciperà alle elezioni europee, si potrebbe definire una controffensiva sponsorizzata rispetto al nostro progetto o a quello del governo "gialloverde" di regolarizzare le chiusure,  che ha come porta voce ha la carissima Emma Bonino, giusto per farvi capire nel bene e nel male, chi votare a questa tornata elettorale europea; come già sostenuto in vari post precedenti, a noi poco importa chi ognuno di noi andrà votare, siano esse elezioni politiche, amministrative o europee, l'importante però è sapere quali obbiettivi si prefiggono e se sono compatibili con le nostre/vostre aspettative o visioni sociali.

Noi nel nostro piccolo di cittadini lavoratori,  ribadiamo che il dovere oggettivo singolo e di ogni libera associazione civica o sindacale ha l'obbligo di incalzare i vari governi che si susseguno affinchè abbiano a realizzare le riforme o le promesse elettorali, ed in questa affermazione ci riferiamo quindi alle promesse elettorali dei questo governo del dicembre 2017 nel quale sembrava imminente una nuova legge (entro il 2018 si diceva) sulla regolamentazione delle chiusure domenicali, ed invece ad oggi nonostante tutto il lavoro svolto come Blog, oltre quello svolto a livello sindacale in Flaica/Cub, con audizioni in Parlamento e in regione Lombardia siamo rimasti tutti con un nulla di fatto, si riparte da zero, a breve dovrebbe ripartire un nuovo "giro" di consultazioni presso la X Commissione lavoro e aree produttive di questo governo.

Giusto per fissare meglio nella mente dei lettori il significato del paragrafo precedente, si ribadisce il fatto che risulta inutile o poco produttivo aspettarsi dai governi che si avvicendano profonde riforme o miglioramenti di Stasus senza il nostro coinvolgimento, il coinvolgimento delle masse di cittadini e di lavoratori che insieme potrebbero fare la differenza tra una situazione ventennale di stallo, rigurdo a mantenimento di dirittti e potere d'acquisto dei salari, e un nuovo rinascimento di emancipazione e realizzazione sociale individuale e delle famiglie, nel senso più ampio del termine.
Ci vorrebbe "+ conflitto" invece siamo tutti lì fermi, sembriamo in attesa, ammaestrati, attenti a difendere solo quello che vediamo sotto il nostro naso, e nel frattempo chi sta nella stanza dei "bottoni" ci apre e chiude la "bombola dell'ossigeno" a proprio piacimento😎

Lasciamo a voi i commenti sull'iniziativa che ha intrapreso il partito "+ Europa", che comunque si svolge all'interno di un panorama democratico dove è sovrana la libertà di pensiero e di agire.

CambiaLiberamente Staff

19 marzo 2019

"salario minimo" panacea o danno ulteriore

"SALARIO MINIMO". La posizione della CUB presentata in Commissione Lavoro al Senato della Repubblica

COMMISSIONE LAVORO PUBBLICO E PRIVATO, PREVIDENZA SOCIALE - SENATO DELLA REPUBBLICA

Il salario è la chiave principale per misurare le diseguaglianze economiche che riguardano donne
Foto: chiapasparalelo.com
e uomini, giovani e anziani, Nord e Sud, ma anche persone che vivono di lavoro o di ricchezze.
Da più di 40 anni la quota del reddito che spetta al lavoro da lavoro è sempre più piccola; era più del 70%, adesso è più o meno il 55%. Questo non solo conferma la ‘sensazione’ dei lavoratori di essersi impoveriti ma ci indica che, mentre i lavoratori si impoverivano, i profitti aumentavano.
Nel periodo che va dal 1960 al 2014 la produttività del lavoro è aumentata in Italia del 235% (un trend annuo del 2,5%) e il salario reale è cresciuto del 137% (1,8% l’anno in media): ne risulta un aumento delle diseguaglianze e un aumento dello sfruttamento.
 
La svalutazione del lavoro e dei salari fa sì che i salari bassi sono e bassi devono restare per garantire la competitività.
La competizione delle imprese italiane è fatta da sempre con la riduzione del costo del lavoro e sempre meno con investimenti in innovazione, in qualità.
 
La riduzione del costo del lavoro viene perseguita, oltre che con la riduzione del salario diretto, indiretto e differito anche con la flessibilità del mercato del lavoro in entrata e in uscita eliminando vincoli ai licenziamenti, con contratti precarie con lavoro addirittura gratuito.

La crisi, la nuova suddivisione internazionale del lavoro, la frantumazione della filiera produttiva, le esternalizzazioni e delocalizzazioni hanno comportato per noi un progressivo spostamento dell’occupazione dall’industria ai servizi.
Tra il 2009 e il 2014 il valore aggiunto prodotto dall’impresa manifatturiera è calato del 4,4% e la produzione industriale in valore è calata del 25%.

La crescita delle ore lavorate nei settori dei servizi a basso valore aggiunto (alloggi, ristorazione, logistica, ecc) è proporzionale alla crescita di fasce di lavoro povero che coinvolge milioni di lavoratori.
Il progressivo impoverimento dei lavoratori rappresenta ormai una questione politica. La difesa e miglioramento del salario scaturisce storicamente dal conflitto e dai rapporti di forza; allo stato attuale, l’estrema frammentazione del mondo del lavoro e il cambiamento di ruolo del sindacalismo confederale rappresentano le cause principali dell’indebolimento dei lavoratori sul versante della contrattazione del salario.
Oggi in Italia meno del 50% della forza lavoro è in grado di far valere, in modo effettivo e reale, i minimi dei contratti nazionali. L’altro 50% non ha alcuna protezione contro il dumping salariale, soprattutto in quei settori dove la condizione precaria è maggioritaria (in particolare nei settori della logistica, dell’informazione, dell’editoria, della comunicazione, della ricerca, della sanità, ecc,), dove non a caso si denuncia, a parole, “la svalorizzazione del lavoro”.
Ciò rende i lavoratori e le lavoratrici più ricattabili e più subordinati al comando. Anche chi gode ancora di un contratto di lavoro stabile si sente precario perché tale situazione di relativa sicurezza nella continuità di reddito può venir meno da un momento all’altro essendo abbattute tutte le tutele.
La discussione sul salario avviene in una fase in cui la contrattazione collettiva ha perso forza, i sindacati sono deboli ed è diminuita la copertura dei contratti collettivi.
Tutte condizioni determinate dai padroni e dal sindacato confederale a partire dagli anni 80; la loro azione congiunta ha assecondato la riduzione dei salari e lo stravolgimento del mercato del lavoro e delle sue tutele. I governi non sono stati da meno e, bloccando contrattazione e turnover per il settore pubblico, hanno dato un chiaro indirizzo di contenimento dei salari.
Inoltre, perché tale situazione non fosse messa in discussione, padroni e sindacati hanno definito tra di loro rigide regole di rappresentanza e di contrattazione per escludere lavoratori e altre organizzazioni in grado dimettere in discussione tale strategia.
 
Va quindi ripristinato un quadro di democrazia sindacale vera come precondizione per la contrattazione vera dei salari per tutti i lavoratori dipendenti.
Il problema non è quindi quello di fissare un livello minimo uguale per tutti, ma di estendere la contrattazione a chi ne è escluso e di fare una contrattazione del salario adeguato a vivere dignitosamente e non adeguato a garantire profitto e competitività.
Gli ultimi contratti multi service e servizi fiduciari stipulati da cigl, cisl e uil hanno stabilito minimi retributivi scandalosi! Restano scandalosi anche se contrattati!

Il salario minimo fissato per legge può rivelarsi un ostacolo alle politiche di redistribuzione, in quanto a partire dai settori di scarsa specializzazione, i padroni tenteranno di portare la retribuzione massima a quella minima.

Un salario minimo, da applicare ai lavoratori esclusi dai contratti collettivi nazionali di lavoro, può essere definito solo con accordo tra parti sociali e governo, assumendo a riferimento i contratti nazionali delle categorie storiche della manifattura e dei servizi, con contrattazione annuale.
La contrattazione di un salario minimo deve riunire le condizioni di lavoro e di vita di una parte della classe lavoratrice costretta singolarmente ad una competizione selvaggia (Dumping sociale) e può rappresentare l’occasione per rilanciare successivamente una contrattazione collettiva per assicurare standard salariali dignitosi a tutti 
.
CUB ritiene che vada affrontata e non più rinviata la questione salariale nel nostro paese riportandola in mano ai lavoratori; loro devono definire il quadro nel quale porre la contrattazione del salario recuperandone il concetto di unicità (diretto, indiretto, differito) per contrastare l’attacco dei padroni sui diversi fronti.
 
La contrattazione deve essere volta alla tutela del lavoratore dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro, della salute, del contrasto dello sfruttamento, dei ritmi ed in sede decentrata anche al salario come riappropriazione dell’aumento dei profitti aziendali, senza legare il salario a logiche produttive sulle quali, oltretutto, non c’è nessun reale controllo.
La contrattazione di secondo livello deve essere estesa a tutti i lavoratori ed orientata all’applicazione e al miglioramento delle norme del ccnl.
A parità di mansione, sempre per tutti, uomini, donne migranti e giovani, la paga oraria deve essere uguale. Il salario, in tutte le sue voci, va contrattato senza decontribuzioni e fiscalizzazioni, inventate per alleggerire i costi delle imprese e pagate dai lavoratori con meno pensioni e meno servizi.
Bisogna ricomporre il ciclo produttivo, scomposto dal padrone attraverso l’applicazione di contratti differenti a lavoratori che svolgono le stesse mansioni, finalizzata non solo al risparmio ma anche alla riduzione della capacità e della forza rivendicativa della classe lavoratrice - unificando i contratti a quello prevalente.
Va contrastata la logica dell’esternalizzazione con conseguente utilizzo di appalti, sub-appalti, di cooperative con il meccanismo del massimo ribasso realizzato attraverso la riduzione del salario, del ricatto verso lavoratori che vivono nel costante timore della perdita del lavoro.
L’indicizzazione periodica dei salari è necessaria per contrastare la perdita di potere d’acquisto e la loro svalutazione e per garantire stabilità sociale.

fonte: http://www.cub.it/index.php/128-documenti-sul-lavoro/salari-e-stipendi/12692-salario-minimo-la-posizione-della-cub-presentata-in-commissione-lavoro-al-senato-della-repubblica 

10 marzo 2019

Storie di ordinario vissuto nel sindacato...

  È il tempo, il tuo caxxo di tempo!

Oggi vi vogliamo raccontare un breve spaccato di un ordinaria giornata di lavoro all'ufficio vertenze di un sindacato, quello vero, che sì, ascolta la" pancia" del lavoratore indignato da un sopruso o ingiustuzia subìta, ma che non ha inquadrato ancora gli obbiettivi chiari e lucidi, che invece il  suo datore di lavoro ha ben fissati in mente, e, a suo modo, la ragazza, di "pancia" spiega loro come stanno le cose. Leggiamo....

“Camminavo lungo la strada con due amici
quando il sole tramontò
il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue
mi fermai, mi appoggiai stanco morto a un recinto
sul fiordo nerazzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco
i miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura
e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura” – Edvard Munch
Oggi in sindacato sono venuti due ragazzi. Mi raccontano perché sono venuti, sono agitati. Hanno
un contratto a tempo determinato ma da un momento all’altro gli è stato detto di non andare più a lavorare.
Sono in ferie forzate. Inizio a spiegargli con calma la procedura in questi casi: messa a disposizione immediata e messa in mora, per avere poi in vertenza eventuale  un appoggio per essere risarciti dei soldi delle giornate di lavoro perse, intanto, uno dei due, il più agitato, mi interrompe. Non vuole fare vertenza. Non vuole i soldi. Cosa vuole non si sa...
Probabilmente vorrebbe spaccare tutto. Gli brucia l’ingiustizia che ha subito, ma ha trovato davanti una a cui brucia l’ingiustizia, quella generale, quella che investe tutti: in termini di costanza della rabbia lo batto. A me la rabbia cova sempre dentro.
Provo a dirgli ancora con calma che ci sono dei diritti. Mi interrompe di nuovo: per pochi spiccioli non è interessato a fare vertenza: è chiaro che non si fida. Un po’ perché deve aver imparato, da lavoratore, a non fidarsi di nessuno. Un po’ perché sono donna (e bionda, per giunta). Continuo a tenere duro, a spiegargli l’iter. Continua a interrompermi. All’ennesimo suo "dei soldi non me ne fotte un caxxo" non ci vedo più. E non sono i soldi, porcapu...la. È il tempo, il tuo caxxo di tempo. Ogni tredicesima non pagata, ogni ora di straordinario non riconosciuta, ogni fuori busta a nero, ogni caxxo di contributi non versati è il tuo tempo. È la tua vita, l’unica che hai e che conta più di qualunque cosa. Che è molto più preziosa dei soldi.
Tu chiedi indietro quello che ti spetta non per i soldi, ma perché altrimenti quando sei vecchio e stai per morire, se ti fai due calcoli hai regalato anni fatti di ore lavorate "a gratis" per chi ti ha sfruttato, per i padroni che intanto se la spassano sul tempo della tua vita che hanno rubato. Non so quanto sono andata avanti. Ma alla fine urlavo e non stavo parlando più a loro. Mi sono interrotta. Li ho guardati. Avevano le bocche spalancate.

...E poi abbiamo fatto le lettere di messa a disposizione. E nessuno ha più detto che non gliene fotteva niente delle ore non pagate.

Ooh... mai una volta che attacchi del genere mi vengano quando devo parlare in pubblico.

Alessia P. 

Riceviamo e condividiamo in maniera "pacata"😎 le motivazioni che hanno spinto l'amica e collega a non mollare e far capire dove sta il problema, ...il tempo, ...il nostro tempo, che mai più tornerà!

CambiaLiberamente Staff

1 marzo 2019

Canale YouTube

...Pronti!  Partenza! Viaaaa!

Ciao a tutti, i più "attenti" avranno notato che da qualche settimana è comparso sulla destra il logo di YouTube, difatti abbiamo deciso, sempre per informare e rendere partecipi i lettori del Blog, di creare questo nuovo canale a tema nel quale posteremo video in diretta di interventi o manifestazioni alle quali parteciperemo, dandovi le prime impressioni di ciò che sta accadendo, spesso saranno pubblicati video di complemento a quanto scritto all'interno dei post, ma è nostra intenzione, senza appesantire la visione con argomenti impegnativi, aggiungere di tanto in tanto, video che rigurdano punti di vista sia a livello sindacale e tutela dei lavoratori, ad esempio è stato inserito un breve video che illustra come dovrebbe essere una legge sulla rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro, affinchè ciascuno di noi lavoratori possa decidere senza condizionamento alcuno da chi farsi rappresentare all'interno dell'azienda, ma, proveremo ad inserire anche contributi di "macroeconomia" e "nuove fontire del lavoro" europea e globale, insomma come gira il mondo al di fuori dall'Italia e da Esselunga, ma che poi qualche influenza la subiamo anche noi nel nostro piccolo.

Nel frattempo abbiamo dato una "spolverata" e crediamo di aver reso più attuale il logo del Blog, diteci se vi piace!

Buon lavoro a tutti.
CambiaLiberamente Staff