L'invasione dei CONSUMATORI DA MARTE!
No, non è un titolo di un film di fantascienza: è quello che sperano i Padroni.
TUTTI i Padroni: quelli che fabbricano auto, quelli che vendono vestiti, quelli che vendono cibo.
Pensano che i “consumatori”, i clienti, siano una razza aliena che non ha niente a che vedere con i propri dipendenti. Ormai è la barzelletta mondiale: siamo il Paese dove gli stipendi di oggi sono più bassi di quelli di vent'anni fa, ed è tutto un annuncio di “crisi”: “Calano le vendite!”, “Non si comprano più auto!”, “Le famiglie risparmiano sul cibo!”.
La speculazione finanziaria si sveglia un giorno e decide che il mutuo di quelle famiglie passa da 500 euro a 1000: le banche festeggiano “utili record” e spargono dividendi a chi è già ricco.
Soldi che non vengono reinvestiti (non conviene: “c'è crisi!”) e spariscono all'estero (conviene!).
Il muratore che ha sudato e piegato la schiena ha CREATO una casa: qualcuno la venderà a prezzi astronomici, mentre a lui hanno appena raddoppiato il mutuo. Eppure, anche gli speculatori edilizi e i manager di banca, quando si siedono a tavola non mangiano plusvalenze virtuali, bitcoin o altri tipi di ricchezza: chiedono una caprese e vogliono un pomodoro vero, con una mozzarella vera – quelli prodotti da uno schiavo africano che si piega nei campi e uno indiano che fa il bracciante in cascina. Chi è che produce ricchezza VERA, tra questi soggetti? Chi è dannoso per l'economia?
Sappiamo che, malgrado numeri di gran lunga inferiori di altri settori, i Padroni del Commercio e della Grande Distribuzione hanno seguito la stessa strada: stipendi fermi, ore e prestazioni più gravose, “aumenti” che provengono quasi esclusivamente da detassazione e decontribuzione (cioè pagati dallo Stato, cioè da noi)
Ad aprile, Esselunga ha elargito riconoscimenti per la produttività con TABELLE RISALENTI AD UN QUARTO DI SECOLO FA (CIA 2001) e, come già detto, siamo certi che anche i gruppi dirigenti e gli azionisti in questi anni non abbiano avuto cifre proporzionalmente diverse da quelle che prendevano nel 2000. Peccato non poter vedere le loro buste paga, per confermare.
Oggi arriva il consueto “regalo” di Natale – l'erogazione liberale di 50 euro. Noi siamo quelli che mettono le etichette agli articoli e li passano alla cassa: sappiamo quanto costa la roba. Sappiamo che 50 euro dieci anni fa erano una cosa diversa da oggi... ma ringrazia: non hai visto che situazione c'è fuori? Come se, in questi anni, non solo non avessimo rinunciato alle deroghe natalizie e al diritto di essere malati senza subire detrazioni, ma anche e soprattutto VENDUTO LE NUOVE GENERAZIONI, senza maggiorazioni domenicali dignitose, con meno permessi e quindi obbligati a fare più delle 37ore e mezza previste dal Contratto Integrativo (migliaia di ore “gratuite”, cedute da Cgil Cisl Uil con la firma del Contratto Nazionale).
COME SIAMO ARRIVATI COSI' IN BASSO? E COSA SUCCEDERA'?
Molte risposte, nella vita, sono già davanti ai nostri occhi. A volte, basta guardare in una bacheca Cgil per vedere il futuro. Sulla destra, un appello sindacale che racconta la durissima battaglia per non far passare la polivalenza: quanti pericoli, quanti colpi durissimi, che conflitto sfiancante per i “nostri” rappresentanti! Sulla sinistra, un comunicato degli Enti Bilaterali (ricordiamolo: soggetti in cui Sindacati & Padrone si uniscono per fornirci servizi – con i nostri soldi). In questo caso, si parla di Benessere Psicologico... ma i maestri del lapsus hanno scelto un titolo meraviglioso: come gli assassini in certi gialli, che lasciano indizi per essere scoperti, il foglio inizia con “I SERVIZI EBIDEM SI ARRICCHISCONO...”, Che altro dobbiamo aggiungere? Si fanno le battute da soli!
Provate quindi ad immaginare di essere rappresentati da un Avvocato che da un lato manda comunicati durissimi alla vostra controparte, per farvi sentire ben difesi, e poi il pomeriggio gestisce un ristorante con il vostro “nemico” – un locale con cui mangiano entrambi molto bene.
Rifatevi la domanda adesso: cosa succederà alla polivalenza?
Già ce li vediamo, i comunicati sindacali: “Abbiamo limitato i danni”, “Siamo riusciti ad evitare il peggio”, “E' il male minore”, “Piuttost' ca gnent'...”. Giustificheranno la firma in modi molto diversi da quelli usati dall'attore televisivo La La Land-ini per incitare alla “rivolta sociale” e al “siòpero”.
Avete visto dichiarazioni di “guerra” sulle bacheche? Intendiamo anche quelle Uiltucs, ovviamente: organizzazione che si spende tantissimo per occupare caselline nominando “rappresentanti sindacali” chiunque gli capiti sotto tiro, da gente passata per il 730 ad altri che chiamano perché hanno ricevuto una contestazione. C'è un problema salariale? Ecco la soluzione:
“Vuoi un prestito? Ce l'ho!”, “Vuoi una lavatrice? Ce l'ho!” ...ci manca solo “Vuoi del fumo?”, come si sentono a volte offrire quelli brutti come noi quando attraversano un parco. No, grazie.
Verrebbe da rispondere “Vorrei un Sindacato che non facesse altri lavori, oltre a quello di difendermi”. Soprattutto se i lavori che fa sono in CONFLITTO DI INTERESSI.
I comunicati congiunti parlano di “crisi dei salari”: ma chi ha firmato l'ultima MERDA (scusate la franchezza), pochi mesi fa, con cui Cgil Cisl Uil hanno praticamente sottoscritto gli aumenti che il Padrone stava già versando?
Come può un Sindacato dichiarare che combatte per avere pensioni pubbliche più alte, se ha vantaggi dalla diffusione delle pensioni integrative contrattuali?
Come può un Sindacato dichiarare che combatte per la Sanità Pubblica, se sui tavoli contrattuali anziché SOLDI CONTANTI è contento di farci pagare servizi con la Sanità PRIVATA?
Nella foto qui sopra abbiamo voluto aggiungere un “campioncino” delle loro attività unitarie:
“BASTA CON IL LAVORO DURANTE LE FESTIVITA'!”.
“BASTA CON IL LAVORO DURANTE LE FESTIVITA'!”. Sì: avete letto bene. “Durante”. Sappiamo che la lingua italiana è in continua evoluzione, e che quelli che si ostinano a provare a parlarla con decenza finiranno in gabbia con i panda o in mostra a Jurassic Park.
FAI UNA GIRAVOLTA E DATTI UNA PACCA
SULLA SPALLA DA SOLO
L'argomento introduce uno dei
prossimi post: complimentoni!
Guarda che vittoria, sui festivi.
Vi anticipiamo le nostre piccole obiezioni: la Sentenza – che ci pare creare buchi preoccupanti – parla di una questione nata A CAUSA dell'Accordo Domenicale del 2016, quello con cui il Padrone si è pappato le deroghe e la volontarietà (vera) dei “vecchi” in cambio di una finta solidarietà con i “giovani”, condannati nero su bianco ad essere pagati meno e all'offensiva offerta di una manciata di “domeniche liberate” gestite col solito metodo Poi Vediamo.
La chiamiamo sempre “Sindrome del Marito Scemo”: fai il coglione trafficando con l'impianto elettrico, rimani senza luce, poi torni con una candela e dici alla moglie: “Amore, non siamo più al buio. DIMMI GRAZIE”.
Ci uniamo anche noi – ringraziamo quel simpaticone che ha sottoscritto l'Accordo e poi si è fatto causa da solo. Una sentenza che, tra l'altro, ci ricorda che “presuppone la prova che per quei giorni festivi era prevista la prestazione lavorativa dei ricorrenti” dando un bel suggerimento al Padrone per i prossimi passi. L'Appello – censurato dalla Cassazione – diceva che “il CCNL non contiene alcuna previsione relativa al riposo compensativo”: finalmente qualcosa che potranno venderci.
Perché uno non dovrebbe lavorare durante le festività, visto che loro stessi hanno deciso di incentivarle con maggiorazioni in scaletta (scaletta solo per i vecchi, eh?). Se vuoi disincentivare il festivo, non farlo pagare di più del feriale – soprattutto se le buste sono basse: sposta quelle risorse su altre maggiorazioni, e vedi che durante le festività il Padrone è costretto a sedersi in cassa.
E alla fine, rimane la solita conclusione: sono tanti – tantissimi – che dicono di pensarla come noi e che ci fanno i complimenti... Ma chi non esce allo scoperto è complice della situazione.
L'alternativa a questo patetico stallo – che può portare solo all'impoverimento e alla rovina – c'è già.