Sovratitolo

Creato dai lavoratori per i lavoratori, il blog è interamente dedicato a tutti coloro che lavorano in Esselunga.

21 marzo 2017

...e che sottopentola!

PIU' DEMOCRAZIA, MENO SOTTOPENTOLA 

Il punto della situazione, tra estrazioni e mancate elezioni
...oppure: va bene anche piastrellare tutta Italia con i sottopentola, però oltre ai regali vorremmo anche qualcosa di più dovuto. La democrazia sindacale, per esempio.

Cogliamo l'occasione di un'assemblea serale nei pressi di
foto tratta:blog.pianetadonna.it/lagianni/
Varedo,
per ricapitolare la situazione e raccontarvi i prossimi passi – quelli che vorremo fare insieme a più colleghi possibili.
La complessità degli argomenti e la terminologia sindacale ogni tanto ci prende la mano... e ci siamo accorti che per qualcuno che si affaccia per la prima volta per interessarsi all'argomento, spesso siamo troppo “tecnici”. Proveremo, in poche righe, a fare un quadro semplice e completo.

La prima notizia su cui torniamo, è la mancata possibilità di fare le elezioni sindacali a Varedo. Il fatto che succeda in un Negozio piuttosto che in un altro non deve farci dimenticare che è una questione che riguarda TUTTI.

L'Accordo Quadro che regola le elezioni rsu (quello del 1994, che Esselunga applica) dice chiaramente che “la RSU uscente, provvederà ad indire le elezioni, mediante comunicazione (...)”.
La Rappresentanza Sindacale Unitaria di Varedo, quindi, ha operato secondo la norma; Esselunga nega il diritto di indire votazioni, opponendo un articolo del Contratto Nazionale che dice “le sole organizzazioni sindacali stipulanti il CCNL, potranno indire le elezioni delle R.S.U.”, pur essendo un articolo che riguarda esplicitamente la costituzione della Rappresentanza (ovvero la prima elezione) e non il suo rinnovo (ovvero tutte quelle successive).

I lavoratori e la rsu uscente trovano grave il non potersi esprimere con un voto, il non poter scegliere o farsi scegliere, in un Negozio di 200 e più dipendenti, a fronte di un documento di supporto firmato da più di 50 di essi (se togliete responsabili e non confermati, è una percentuale davvero consistente).
Prendendosi un grosso rischio, chiedono ad un Giudice l'interpretazione della norma. Ovvero: non vanno a chiedere soldi per sé stessi o privilegi personali. Vanno a chiedere IL DIRITTO DI UN NEGOZIO DI SCEGLIERSI I PROPRI RAPPRESENTANTI.
Potevano starsene tranquilli, rigare dritto e farsi NOMINARE dalla Filcams Cgil, Fisascat CISL, Uiltucs UIL – senza urne, senza schede e senza pressioni personali; hanno preferito chiedere il diritto di essere scelti, senza stare sotto sigle con le quali non hanno più nulla da condividere.

Il primo Giudice, ahimè, con delle motivazioni a dir poco discutibili, diede un primo responso negativo. Le sentenze si discutono ma si applicano e, pur ritenendola ingiusta, il primo colpo è stato incassato.
C'è un particolare grave, però: con il rigetto, sono state accollate ai tre colleghi Rsu anche pesanti spese processuali che Esselunga, mancando di eleganza, ha pensato di detrarre immediatamente dalle buste paga personali dei tre lavoratori che hanno posto la questione. E' chiaro che il messaggio è ben altro che recuperare qualche biglietto da 100; si vuole dire: “Fatevi gli affari vostri, che campate più tranquilli”. Avrebbero potuto attendere una manciata di giorni – data in cui era fissato il reclamo (ovvero l'opposizione al primo giudizio), ma evidentemente era tanta la voglia di dare una sberla sulle orecchie a questi tre idealisti..di certo: questa è la sensazione che è stata trasmessa.

Per la cronaca: anche il reclamo ha dato esito negativo – come avrete letto dal nostro aggiornamento del blog – ma, unitamente a motivazioni ancor più incredibili, che lasciano l'amaro in bocca, è arrivata anche la compensazione di tutte le spese. Primo grado compreso, quindi: Esselunga dovrà restituire (si spera con la stessa velocità) i soldi trattenuti. Questa è la fotografia del momento.

                                    ...E adesso?

Un riassunto ancor più generale, su tutta la situazione del settore e dei nostri tavoli contrattuali, lo trovate nel volantino qui a fianco: schematico e semplificato (da cliccare qui in alto a destra), perché tutti possano trovare più facile orientarsi con terminologia ed elementi che, a volte, diamo troppo per scontato che siano nella conoscenza abituale di tutti. Questi mesi particolari, per la fuoriuscita dalla Cgil di numerosi delegati in tutta Italia, ci ha purtroppo obbligato a soffermarci su poche questioni di importanza dirimente e, di conseguenza, abbiamo momentaneamente trascurato approfondimenti più pratici e tecnici (come la detassazione dei premi, o la scrittura in busta delle nuove maggiorazioni) che comunque riprenderemo al più presto.
Nello stesso volantino trovate anche lo spunto con il quale continueremo la nostra battaglia. Non diremo nemmeno “ripartiremo da qui”, perché in realtà non ci siamo mai fermati: il passaggio in Tribunale è solo una fase doverosa, ma la strada maestra è quella che leggerete lì.

Chissà se avessero detto ad un operaio negli anni '50 che nel 2017 saremmo stati ancora in una situazione in cui 200 persone, in un'Azienda di prima grandezza, non possono avere una rappresentanza sindacale che non sia quella di un nominato da tre sigle inesistenti sul luogo...

Non stupisce la tenacia con cui Esselunga combatte in Tribunale i tentativi di “ribellione” alle regolette che si sono dati con i sindacati amici: anche Autogrill, di recente, ha voluto farsi dire dal Giudice che nella loro sede di Linate (80 dipendenti circa, uno su quattro iscritto Cub, altre sigle inesistenti) non potevano negare l'evidenza e dovevano ammettere la Cub in trattativa.

Siamo in epoca di perdita dell'articolo 18, con un referendum bocciato dalla Consulta perché la Cgil “casualmente” si era dimenticata come si scrive una proposta abrogativa (infatti, nei Contratti Nazionali che sta firmando acconsente all'applicazione integrale del Jobs Act: pensate che sdoppiamento di personalità, la Camusso!). Non c'è altra alternativa che essere consapevoli e rispondere con altrettanta tenacia: i consumi non ripartono, la crisi ormai è di sistema (con che soldi si può prevedere una ripresa, se crolla la produzione di qualsiasi valore aggiunto?).

Abbiamo la fortuna di NON essere Carrefour, dove un management cialtrone negli ultimi anni ha messo il turbo su riduzione del salario, aperture festive e 24h e ora..dice che le cose vanno talmente male che sono necessari centinaia di licenziamenti. Non sono bastati i continui Accordi al ribasso che Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto, come fossero dei curatori fallimentari alla svendita totale.

Non siamo Carrefour, ma un po' di svendita è già iniziata: l'Accordo Domenicale che DIMINUISCE le risorse economiche destinate ai lavoratori è il primo che si firma, dall'ultimo Contratto Integrativo. Per la prima volta in Esselunga, si firma esclusivamente per perdere, in cambio di nulla, e noi cosa ci raccontiamo..., dobbiamo muoverci, attivarci, partecipare alla vita sindacale del negozio o aziendale, non continuiamo a dirci "il sindacato non fa niente per i lavoratori", il sindacato nella forma dei C.U.B, appunto sindacato di base o sindacato operaio, SIAMO NOI LAVORATORI, ma dobbiamo organizzarci e avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza per farlo, stare allerta, informarci, studiare e REAGIRE, mettereste in mano ad altri le chiavi di casa vostra o la password di Facebook?
Cambialiberamente staff

1 commento:

  1. Organizzarsi e reagire al fine di tutelare anche i nostri interessi, oltre a quelli aziendali, è un diritto sacrosanto che dovrebbe esserci liberamente riconosciuto.

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