...E
LA MONTAGNA PARTORI'...EHI! ..CHI SI E' MANGIATO IL TOPOLINO?
Annunciato con gran squillare di trombe e rulli di tamburi, il
confronto finale sull'Accordo Domenicale aveva creato grandi
aspettative in tutti quelli che avevano letto il volantino Filcams
CGIL (quello che sembrava fatto apposta per dire: “Guardate che
anche a noi non va bene!”).
Il trailer degli Avengers, uscito nello stesso periodo, aveva fatto
il suo lavoro: il film è balzato in testa a tutte le classifiche
mondiali. Niente di imprevedibile, tanti effetti speciali, ma un buon
prodotto da cassetta.
Nel suo piccolo, anche il volantino aveva fatto sognare un po' anche
noi brutti e cinici: il nostro ottimismo di fondo non riusciremo mai
a zittirlo.. e siamo andati a vedere il film.
Niente di imprevedibile, pochi effetti speciali per distrarre il
pubblico dalla mancanza di trama.
Ci saranno
occasioni per fare un'ulteriore analisi dell'Accordo nel suo insieme,
ma prima occorre ricordare Accordo 1, la prima parte del film: è del
2016 e qualcuno nel frattempo ha scordato qualche dettaglio.
Questo qua
sopra, invece, appare nel volantino di aprile 2018. Come abbiamo già
detto: noi ce ne eravamo accorti subito che le maggiorazioni erano in
perdita e che Esselunga ci stesse risparmiando (anche alla luce del
turnover di personale “vecchio” contro domenicali esentati da
scaletta).
Nel 2016,
se ne erano accorti anche loro, ma hanno preferito mentire? Oppure
non se ne erano accorti, e hanno grossi problemi con l'aritmetica?
Vabbe':
scurdammuce 'o passato, e vediamo se davvero ora i soldi ottenuti
sono equivalenti.
I
PERICOLI DEI PROGRESSI PROGRESSIVI: NON SALITE SU QUELLA SCALETTA
Le UNICHE novità della firma finale del 10 maggio scorso sono
segnali molto controversi.
Riguardano i “domenicali” contrattuali, sia part time che full
time.
1 – per i full time domenicali, le domeniche di riposo in un anno
passano da 3 a 5
2 – per i part time domenicali, le domeniche di riposo passano da 2
a 3
3 – dal primo gennaio si applica una scaletta di maggiorazioni
progressive anche a loro: il 30% ordinario del Contratto Nazionale,
dalla venticinquesima domenica diventa 35% e dalla trentasettesima in
poi diventa il 40%
Noi osserviamo e critichiamo, ma abbiamo anche il dovere di dire
quali sono le novità che ci piacciono (visto che sono così rare).
Bene pensare ai “domenicali”: questi sono stati USATI sin
dall'inizio della trattativa per dire che la solidarietà era
doverosa e che doveva partire una programmazione seria. Sappiamo
benissimo cos'è successo in questi due anni e quanto ne abbiano
beneficiato loro: lo scambio ci è sempre sembrato poco equo. 22
domeniche obbligate ad un vecchio, ne liberano 2/3 ad uno nuovo? E i
soldi delle deroghe natalizie, dove sono stati spalmati? Non di certo
sul pane degli ultimi arrivati.
Approvato quindi il principio per il quale “diamo qualcosa in
più a chi ha avuto niente”, c'è un piccolo dettaglio sul
metodo: le maggiorazioni PROGRESSIVE sono un INCENTIVO.
Più sono disponibile, più “guadagno”. Un “vecchio” a cui si
applica la scaletta ha interesse ad entrare negli scaglioni più
alti; lasciamo per un momento da parte la questione del “quanto”
e soffermiamoci sul principio: premiare la disponibilità fa
funzionare il sistema. Chi ne vuole fare di più, ne toglierà
qualcuna a chi ne vuole fare di meno e sarà giustamente
“ricompensato”.
Con i lavoratori domenicali, però, la progressività è addirittura
un controsenso.
IL
PRINCIPIO, LA FINE, LA FINE DEL PRINCIPIO
Proviamo ad illustrare meglio. Il lavoratore domenicale non ha
bisogno di un sistema di INCENTIVO, ma di un semplice riconoscimento
del DISAGIO. Non potendo scegliere di stare a casa, avrà tutte le
domeniche il problema del figlio che non ha scuola o i mezzi pubblici
che non ci sono: dalla prima all'ultima domenica. E se le settimane
sono 52, e 4 sono di ferie, vuol dire che un full time domenicale se
ne fa 48.
Le prime al 30%, poi sale al 35% e poi prende il 40%... che è un
disincentivo a non saltare le sue 5 domeniche “bonus”: la
differenza tra il domenicale che ne fa 43 e quello che ne fa 48, con
gli scaglioni progressivi, sono 5 domeniche pagate con la
maggiorazione massima.
SE LO SCOPO DEL GIOCO E' DIMINUIRE LE DOMENICHE AL LAVORATORE
DOMENICALE, CHE SENSO HA PREMIARE PROGRESSIVAMENTE CHI NE FA DI PIU'?
Non era meglio fare il 35% dalla prima all'ultima? Forse era più
evidente che è una miseria? Forse qualcuno era ansioso di scrivere
“40%” per mettere un po' di fumo negli occhi e dare un
“rinforzino” al solito tavolo dove l'azienda piglia tutto?
Clamoroso poi che quel 5% sia poi lo stesso che l'azienda non ha MAI
pagato a chi aderisce alle Clausole.. perché, sappiamo bene, NESSUNO
firma le Clausole: è tutta flessibilità volontaria e sono tutti/e
felici di non avere un orario fisso, queste/i part time pazzerelloni.
Soprattutto quando si alza l'orario di chiusura e scopri che non vai
più via alle 21.30.
LA
DONNA E' MOBILE, IL PART TIME PEGGIO
E concludiamo questi pochi appunti con il consueto onore ai
vincitori: “The Winner is...ESSELUNGA!”. Era un confronto impari,
ma uno ci spera sempre...
Chiunque conosca la vita di Negozio, sa che ormai siamo verso
un'abbondanza sistematica di lavoratori con la domenica contrattuale:
capita sempre più spesso che, al di là dell'accordo, a questi
colleghi venga chiesto un cambio giorno (sempre ben accetto e sempre
esente da Clausole e maggiorazione). “Domenica vuoi stare a
casa?”
Il part time, in questo modo, diventa un jolly che, la settimana
successiva, recupera quando più fa comodo, indipendentemente dai
giorni che ha nella lettera di assunzione.
Su questo fronte, storicamente debole, non solo non sono stati fatti
passi avanti ma si è praticamente messo il timbro sul metodo.
La discussione è aperta: cominciamo con una domanda (retorica)
rivolta ai nostri lettori.
Da quando è partito l'Accordo domenicale nel 2016, ad oggi, i
Diritti di Informazione generali ci dicono che in azienda (per
pensionamento o dimissioni o licenziamento) sono aumentati i
lavoratori domenicali, in ricambio ai fuoriusciti.
L'Accordo originale stesso dava facoltà
(!) a chi volesse aumentare il proprio monte ore di aggiungere la
domenica ordinaria (che cu/#!).
Nel frattempo, su Milano e province
limitrofe è sparito il 16 agosto: una giornata di festività che si
vede trasformata in lavorativa ordinaria ed esce dal budget delle
scalette. Stiamo parlando di un gran numero di Negozi e di tanti
soldini risparmiati, ma la trattativa non subisce nemmeno un colpo di
tosse. Insomma: le condizioni iniziali, oggi, sono di un risparmio
per l'azienda ancora maggiore di quello di partenza. Ne vogliamo
tenere conto, ora che si apre il Contratto Integrativo?
Magari qualche dirigente presente
in trattativa può darci qualche dato tecnico (costi, teste,
proiezione..); oppure, dopo averci detto che la trattativa è
difficile, può lasciare il posto ad un altro: nessuno è obbligato a
star lì, a fare il “mestiere sporco” di rappresentare.
Flaica.Uniti/Cub Milano