Sovratitolo

Creato dai lavoratori per i lavoratori, il blog è interamente dedicato a tutti coloro che lavorano in Esselunga.

5 giugno 2018

Chi mi rappresenta?

Rappresentatività

La rappresentatività Sindacale trae origine dall'art. 19 della legge 300 del 1970 (statuto dei lavoratori), che individua i soggetti titolari dei diritti sindacali (prima dall'art. 39 della costituzione).

L'art. 19 è stato nel tempo modificato, in primis da 2 referendum abrogativi dell'11giugno del 1995, in uno prevalse il NO e nell'altro vinsero i SI.

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Quello con esito negativo comprendeva l'intera parte della norma in questione, per capirci se avesse vinto il SI titolari del titolo terzo dello statuto dei lavoratori sarebbero state tutte le rappresentanze Sindacali aziendali costituite ad iniziativa dei lavoratori, senza limitazione alcuna.

L'esito negativo ha confermato invece la necessità di selezionare
i Sindacati che hanno accesso alle condizioni di favore previste da questo titolo dello statuto.

Fu invece approvato il quesito referendario che si limitava
ad investire alcune lettere A,E della lettera b, e più precisamente le parole “nazionale e provinciale” il risultato: la possibilità di avere una rappresentanza Sindacale solo per le organizzazioni che abbiano stipulato contratti collettivi applicati nell'unità produttiva quale che sia il livello (per esempio un contratto aziendale).
Il che aumentava la possibilità di nominare una RSA.

Già prima del 95' fu trovata un protocollo di intesa (nel 93') nel quale prese vita la possibilità di nominare la RSU, cioè erano i lavoratori a votare tramite elezioni i propri rappresentanti sindacali (molto democratico), ma cosa che in linea di massima Cgil Cisl e Uil non fanno più in quanto titolati ad indire elezioni (forse per paura che altri sindacati si possano “infiltrare” (in quanto presentando la loro lista con il 5% degli iscritti potrebbero parteciparvi).



Per sancire il monopolio dei diritti sindacali da parte di Cgil Cisl e Uil arriva l'accordo sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014, con il quale si mette il bavaglio al dissenso (anche interno) e per il quale si sancisce che solo chi “firma” ha il diritto di essere rappresentativo e quindi rappresentare.

Prima del 2014 e soprattutto successivamente vi sono state delle sentenze (anche recenti) molto importanti in tema di rappresentatività, le quali hanno modificato l'orientamento giuridico.
Si è stabilito sostanzialmente che anche le organizzazioni che hanno partecipato a trattative sindacali (supportati magari da iscritti), anche se poi non risultano tra i firmatari dell'accordo stesso possono nominare una RSA.

Quanto vi abbiamo esposto sin qui è un sunto molto semplificato della questione rappresentatività sindacale, che indubbiamente è un argomento che è stato molto dibattuto nel tempo, è fuor di dubbio che la questione rappresentatività e rappresentanza è monopolio di Cgil Cisl e Uil, potremmo dire ormai per “diritto divino”, anche se, come nel caso di Esselunga, hanno meno tesserati di altri sindacati di base.

Infatti per un sindacato di base, attualmente, avere più tesserati di altre organizzazioni sindacali non è un dato sufficiente (da solo) per poter partecipare alle trattative sindacali (parliamo di Esselunga), ma è necessaria anche la risposta e la partecipazione dei lavoratori, perché altrimenti il rischio sarà quello di vedere che qualcun altro continua a scegliere per noi lavoratori.

Oggi nel discorso del nuovo presidente del consiglio (per la richiesta di fiducia davanti al senato della repubblica) anche questo argomento è venuto fuori:

“Questo Governo si propone di recuperare in forme nuove e più efficaci il dialogo sociale con le varie associazioni rappresentative dei lavoratori e delle imprese.
Dovremmo ridefinire, sulla base dei criteri oggettivi, il principio di rappresentatività, in piena trasparenza”.


Parole interessanti, che fanno riflettere a proposito di “monopolio dei diritti sindacali”, staremo a vedere se veramente ci sarà la volontà di mettere mano a questo “diritto acquisito”, fermo restando che la volontà di decidere da chi farsi rappresentare deve partire in prima istanza dai lavoratori.

CambiaLiberamente Staff

5 commenti:

  1. "ma è necessaria anche la risposta e la partecipazione dei lavoratori".
    Quindi, oltre a tesserarsi, un lavoratore come può "rispondere" e "partecipare", a parte l'adesione di eventuali scioperi?
    Bel post.
    Per il futuro, speriamo bene... magari anche grazie al nuovo governo.

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    1. Per il semplice fatto che tu ti stia interessando e ragionando, sei già “sindacalista” come noi – più di noi, in un certo senso.
      Aiutare un'idea è molto semplice: basta diffonderla. Non ti dico di diventare un fastidioso “piazzista” che molesta i colleghi in pausa caffé :D ma è ineluttabile che se siamo “ridotti” così è perché una grande maggioranza di colleghi non sa nemmeno cosa sia un ccnl o un cia.
      Basterebbe che ognuno di loro sottraesse 10 minuti di tempo dedicato alle barzellette su facebook o whattsapp... Solo dieci: nessuno deve smettere di vedere video di gattini o ricette (evviva il tempo libero!), ma nessuno si può permettere di non sapere come mai i nostri colleghi – con cui parliamo tutti i giorni - se hanno data di assunzione dal 2011 in poi devono fare 40 ore e non 37 e mezza.
      Se non si vuole fare per solidarietà e giustizia, lo si faccia per convenienza personale: tra poco chiederanno più ore anche a noi..

      Questo blog nasce proprio dalla volontà di condividere le informazioni base e poi stimolare la riflessione: stampare il “volantino ccnl” qui a fianco e chiedere ad un collega di dedicarci una lettura e chiedere un'opinione, è già una rivoluzione.
      Puoi chiederci di stamparne più copie; puoi suggerire di farne un altro che contenga informazioni diverse a tuo avviso più importanti o di più facile lettura... Insomma: il primo passo è metterti in testa che, a differenza di altre organizzazioni sindacali, da noi “l'ultimo arrivato” non deve essere “riconosciuto” dall'azienda per dire di essere “sindacalista” e può subito suggerire e proporre metodi e strumenti (anche solo un incontro al bar, fra colleghi interessati!).
      A seconda del tempo che hai, puoi partecipare ad incontri di approfondimento, convegni ed incontri su ogni argomento: non hai idea, anche solo sul fronte del modello economico nel quale dobbiamo operare, quanta gente ci sia che fa “dibattito”. Una parola che ci hanno insegnato ad associare a “noia”, per farci smettere di pensare ed intervenire con una nostra opinione.

      Contattaci e scambiamoci le impressioni; lo scopo del gioco, comunque, è incredibilmente semplice: diffondere la conoscenza e la riflessione critica - “partecipazione” viene da sola, che nemmeno te ne accorgi :D

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  2. Speriamo che il governo ridefinisca veramente il principio di rappresentatività; per i lavoratori, che tenga conto della loro volontà, togliendo l'ingiusto monopolio a quelle organizzazioni che ormai decidono per loro riducendone continuamente tutele e diritti, favorendo il condizionante welfare al posto di veri aumenti salariali.

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  3. Speriamo che la rappresentatività torni alla sua più che lecita trasparenza e al suo vero ruolo!

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  4. La rappresentatività sindacale deve cessare di essere monopolio di poche associazioni.
    E' più che giusto venga e rimanga aperta alla volontà dei lavoratori che, mai come ora, si sta naturalmente spostando verso quelle associazioni che dimostrano di volerne tutelare davvero dignità e diritti.

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