Sovratitolo

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29 settembre 2014

Articolo 18

In Italia non esistono leggi che obblighino il datore di lavoro ad assumere. Lo sanno tutti quelli che hanno cercato e cercano un lavoro: i curricula, i colloqui, i pellegrinaggi da un ufficio all'altro e gli immancabili "non stia a telefonare le faremo sapere noi". Sembra una banalità ma vedrete che non lo è. Se poi si trova un posto le possibilità sono infinte o quasi: associato in partecipazione (in teoria una sorta di socio in affari, in realtà un modo per pagare meno tasse per chi ti assume), lavoratore a progetto, partita iva ( ho conosciuto segretarie di medici che lavoravano così), lavoratore a chiamata con chiamata pressoché costante (un portiere d'albergo vicino a casa mia, 50enne lavora così) e infine il tempo determinato. 
Tutti contratti fragilissimi che permettono al datore di lavoro di fare quello che gli pare, mentre il collaboratore vive col timer infilato laddove non batte il sole, e con circa 800/900 euro al mese.
I privilegiati secondo Renzi sono i tempi indeterminati, vere e proprie cozze attaccate allo scoglio del posto fisso. A loro si applica l'articolo 18 ( anche ai tempi determinati in realtà ma non serve perché il contratto ha una scadenza). Questi semidei quando sono stati assunti hanno svolto in genere un periodo di prova ( minimo di 30 giorni di effettivo lavoro ) in cui appunto sono stati provati per vedere come se la cavavano. Poi si sono seduti comodamente su questo solido architrave. E tanti saluti alla produttività. Ma questi scansafatiche sono davvero inamovibili? Intanto le imprese sotto ai 15 dipendenti non hanno questo orpello con cui fare i conti. E in Italia sono la maggioranza. Sopra i 15 licenziare e' possibile purché vi sia una ragione. Se rubi, se sei recidivo nei ritardi, se trafughi segreti aziendali e li divulghi , se alzi le mani: sono tutte cause di licenziamento.
Con la Fornero poi anche un motivo economico può motivare il licenziamento di un



singolo lavoratore nelle imprese medio grandi. E' stata questa una grande concessione ai datori di lavoro, che comunque potevano e possono licenziare se sono in crisi e gli esuberi sono più di 5 aprendo un confronto con le organizzazioni sindacali. L'articolo 18 punisce pertanto il datore che abusi del suo potere licenziando un dipendente senza una ragione seria. In un mercato del lavoro dove non esistono vincoli all'assunzione perché dovrebbe essere arbitrario il licenziamento? Ma veniamo alle obiezioni più ricorrenti. Tantissime aziende non crescerebbero per paura di superare la fatidica soglia dei 15 dipendenti. Una impresa che lavora e produce se ne frega di quella soglia, deve evadere gli ordini, produrre e tra perdere una commessa e superare quota 15 non ha dubbi: assume! Forse qualche becero imprenditore del nord est che gli utili li investe in villoni pacchiani e Ferrari e delocalizza la produzione in Romania può ragionare così. Non certo le multinazionali, le grandi aziende che lamentano burocrazia nelle nuove aperture e tasse troppo alte e dell'articolo 18 se ne fregano.
Renzi sostiene di voler allargare tutele a chi non le ha. Bene, spieghi dove prende le risorse, perché per rigirare come un guanto il nostro mercato del lavoro ci vogliono fior fior d quattrini. I paesi che non hanno il reintegro sono quelli della flexsecurity dove tutti pagano le tasse, finanziando un sistema di sussidi e formazione che consente a chi viene licenziato di riderci su o quasi. Nel nostro paese, perdere il lavoro, a 40 anni e' un dramma. I centri per l'impiego non funzionano. Le agenzie interinali sono imprese private che fanno i loro interessi. Marco Biagi teorizzava il superamento dell'articolo 18 ma accompagnava questo schema a un robusto sistema di ammortizzatori sociali, formazione, riqualificazione. La sua era una teoria scientifica che può piacere o non piacere ma che aveva una ratio. Quello di cui malamente si dibatte e' altro. I soldi non ci sono, forse qualche euro per estendere il diritto alla maternità alle lavoratrici a progetto che però rimarranno a progetto, provvedimento giusto in se stesso, ma che verrà strombazzato e strumentalizzato indecentemente. Ai datori di lavoro si lasceranno pressoché intatte le 46 opzioni di assunzione e su un piatto di argento si servirà la rottamazione di quella norma di civiltà dal gran potere di deterrenza che è l'articolo 18. Cambiare il mondo del lavoro per cambiare l'Italia a costo zero. Perché su una cosa non può esservi dibattito: questa controriforma (l'ennesima) la paghiamo noi.
 Christian Sesena segretario nazionale Filcams/Cgil
Foto: rsxblog.wordpress.com

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