Sovratitolo

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1 ottobre 2014

Ancora Articolo 18

Articolo 18 ostacolo o protezione?


Ma davvero l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, quello che consente il reintegro delle persone licenziate per ingiusta causa, è l’elemento che impedisce la ripresa dell’economia e dell’occupazione in Italia?


articolo 18 davide.jpgDi questo oggi ne è convinto il presidente del Consiglio Renzi ed il suo esecutivo. Soltanto due anni fa l'ex sindaco di firenze si scagliava a spada tratta contro la riforma Fornero in un noto studio televisivo, dichiarando che l’abolizione dell’articolo 18 era un falso problema, che non avrebbe aiutato ad affrontare le criticità reali dell’economia come corruzione, burocrazia, tassazione alle stelle, stipendi nelle stalle, e che non si fosse mai presentato un solo imprenditore che gli avesse detto che il suo problema era l'articolo 18.

Oggi il Presidente del Consiglio ritratta e afferma che gli imprenditori stranieri e le aziende non guardano all’Italia per investire,  non tanto per le motivazioni di cui lui stesso si era servito appena due anni prima, ma niente popò di meno che per questo "micidiale" articolo 18? Una querelle quella sull’articolo 18 che per altro rischia di mettersi al secondo posto, perché è il lavoro a non esserci più oramai e non certo per colpa di questo articolo.



Questi repentini cambiamenti di strategie mi fanno pensare che il nostro presidente del consiglio sia stato messo lì (come altri prima di lui) per eseguire precisi ordini dettati da qualcun'altro (dall'Europa, dalla Troika, solo dalla Merkel?), altrimenti non si capisce come possa dire tutto e il contrario di tutto.

La cosa triste a mio avviso e' continuare a parlare di articolo 18 come un TOTEM, e a definire le persone che lo difendono come coloro che difendono vecchie ideologie, come se Renzi con il suo modo di fare e parlare di futuro facendoci credere di dover superare queste vecchie barriere, possa farci “digerire” qualsiasi schifezza (e sembra che ci stia riuscendo), mentre in realta' a mio avviso questa idea di futuro rischia di vederci piu' arretrati di come siamo partiti.


“Pensate per esempio che senza la Tutela dell'articolo 18 i famosi licenziati dalla nostra azienda per inidoneita' alla mansione, non sarebbero stati reintegrati (poi qualcuno di questi ha scelto l’indennizzo),ma hanno potuto combattere contro il licenziamento ingiustificato e discriminatorio.”

E non e' vero che le aziende non possono licenziare, state tranquilli che per giusta causa le aziende licenziano possono farlo e lo fanno come pure possono licenziare per motivi economici.


Non crediate che con l'eliminazione dell'articolo 18 cresceranno gli investimenti, i posti di lavoro o gli imprenditori stranieri si fionderanno sull'Italia, prova ne e' che nonostante tutti i contratti a progetto, chiamata, contratti di agenzie e cooperative e altri tipi di contratto come questi senza tutele, le aziende chiudono e i disoccupati crescono, inoltre le aziende che se ne vanno o che hanno sede all'estero lo fanno per pagare meno tasse sul lavoro e meno tasse in generale.


ATTENZIONE l'articolo 18 non e' un totem o un ideologia ma qualcosa di concretamente importante per tutti i lavoratori, qualcosa che fin che ci sara' potra' permettere a chiunque di noi di essere liberi lavoratori e non "schiavi del lavoro"
                                                                                             Davide Dimatteo rsu onn


Facciamo chiarezza, cosa dice l’articolo 18?
L'articolo 18 tutela in via speciale i licenziamenti illegittimi effettuati:
- in una sede, stabilimento, filiale, ufficio o reparto autonomo avente più di 15 dipendenti;
- in una circoscrizione comunale dove il datore abbia complessivamente più di 15 dipendenti;
- qualora il numero dei lavoratori subordinati (del datore) sia superiore a 60;
- in base a ragioni discriminatorie (relative al sesso o alla sfera politica, sindacale, religiosa, razziale e linguistica).
(Per le imprese agricole il limite dei primi due punti è ridotto da 16 a 6).


Per illegittimità di un licenziamento, lo Statuto dei Lavoratori richiama la mancanza di giusta causa o giustificato motivo (cioè una causa che "non consente la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto" o un motivo che sia "un notevole inadempimento degli obblighi contrattuali del dipendente" o legati a "ragioni inerenti all'attività produttiva, all'organizzazione del lavoro e al regolare
funzionamento di essa").


La tutela speciale determinata dall'articolo 18 consentiva al dipendente licenziato illegittimamente, in sintesi, di essere reintegrato nel posto di lavoro o, su sua opzione, ad un'indennità sostituiva pari a 15 mensilità di retribuzione globale di fatto, fermo restando, in entrambi i casi, il diritto al risarcimento del danno (e cioè al "recuperare" gli stipendi persi durante il periodo di licenziamento illegittimo o comunque non meno di 5 mensilità).


Con la riforma Fornero, sono state introdotte modifiche sia nella procedura che "precede" il licenziamento, sia nella giustificazione dello stesso.

Per ulteriori approfondimenti clicca quì.

3 commenti:

  1. Ragazzi rendiamoci conto che l'eliminazione dei diritti in questo momento di crisi non e' assolutamente un caso, tutto quello che vediamo accadere negli ultimi tempi non e' improvvisazione, dobbiamo cominciare a prendere coscienza di quello che accade se vogliamo cambiare le cose, andare avanti questo e' sicuro, ma verso un futuro dove le persone, cittadini e lavoratori dovrebbero essere al centro dell'interesse dei nostri governanti e non gli interessi delle corporazioni o poteri forti in generale, teniamo duro per difendere i nostri diritti,che non hanno nulla a che vedere con questa crisi e sicuramente togliere un sacrosanto diritto come l'articolo 18 secondo me non fara' ripartire gli investimenti e l'economia

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  2. Si, facile parlare così quando comunque hai un posto a tempo indeterminato, se sei giovane come me pur di lavorare purtroppo devi scendere a compromessi anche se questi portano a servilismo e azzerano quasi del tutto la dignità.

    Angelo P.

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  3. Angelo hai pienamente ragione, ma penso che la soluzione non sia quella di togliere i diritti a chi li ha, ma estenderli a chi non li ha, se poi parliamo di art.18 tecnicamente ce l'ha anche chi e' a tempo determinato(vero poi che il contratto ha una sua scadenza)ma detto questo anch'io prima di passare a tempo indeterminato ho dovuto tenere la testa bassa ma la dignita' per fortuna e' rimasta comunque ad un discreto livello, forse erano altri tempi(12 anni fa non tenevo famiglia), penso poi che chi e' a tempo indeterminato spesso a comunque paura di esporsi, come quasi se fosse a tempo determinato, e invece e'(ed e' stato) secondo me un errore colossale, chi e' a tempo indeterminato dovrebbe farsi carico delle battaglie anche per quelli che non lo sono, perche' scegliere di non lottare per le nuove generazioni(come probabilmente ultimamente e' stato fatto),lasciare che perdessero molti dei diritti per strada in cambio magari della promessa di piu' lavoro proprio per loro, senza pensare che le nuove generazioni sono figli,fratelli, nipoti, amici ecc. significa abbandonare egoisticamente quelle persone che una volta passati da minoranza dei lavoratori a maggioranza dei lavoratori,non possono piu' lottare per le battaglie comuni,perche' come dici tu sono meno tutelati e devono scendere a compromessi, spesso pesanti compromessi....ed ecco che tutto torna indietro come un boomerang,ma se anche chi puo' smette di lottare allora e' finita. Davide rsu saronno ps avevo scritto anche il primo commento ma chiedo scusa per non averlo firmato

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