Sovratitolo

Creato dai lavoratori per i lavoratori, il blog è interamente dedicato a tutti coloro che lavorano in Esselunga.

18 novembre 2015

Che aria tira oggi? Piovera?...

   Clima ostile per un certo tipo di Lavoratori

Buongiorno a tutti, oggi vorremmo portare alla vostra attenzione una riflessione indotta da certi atteggiamenti da parte aziendale verso alcuni lavoratori di diversi negozi,  che ci hanno spinto a tirare alcune ponderate conclusioni.

immagine tratta da it.123rf.com
Partiamo da una notizia apparsa il 12 novembre sul Corriere della Sera di Brescia (clicca qui per leggere l'articolo), che parla in sostanza di una "presa di posizione" (per non dire altro) da parte dell'azienda, che dovendo ricollocare  5  lavoratori di Esselunga Sarezzo, che erano impiegati al servizio web, il quale ora è stato esternalizzato (come in molti altri punti vendita ormai), proponeva agli stessi, per rimanere nel punto vendita o in zone limitrofe, di modificare il loro contratto inserendo nello stesso la domenica lavorativa obbligatoria, altrimenti la destinazione per il loro ricollocamento sarebbe stata nel punto vendita di Nembro, nella bergamasca, con oltre tre ore di viaggio per lo spostamento.

Per questa vicenda tra le altre cose è stato proclamato uno sciopero da parte della Flaica Uniti Cub, sindacato autonomo a cui aderisce la RSU di Sarezzo (alcuni lavoratori hanno incrociato le braccia per un paio d'ore in segno di solidarietà verso i 5 colleghi).

Questa vicenda si ripropone in maniera pressochè uguale a circa 145 km di distanza da Sarezzo, per i 4 lavoratori (di cui una con legge104) del reparto web del negozio di Venegono (VA), che a quanto pare se non accetteranno di modificare il loro contratto (includendo la domenica) la loro destinazione potrebbe essere Borgomanero, in piemonte, a oltre 50 km di distanza, in caso contrario la sistemazione potrebbe essere nelle vicinanze del negozio di appartenenza, il tuttoper motivi tecnico/organizzativi, questo dice l'azienda.

Abbiamo inoltre avuto notizie in merito ad un paio (di nostra conoscenza) di colleghi trasferiti dal proprio negozio (Lissone e Giussano) che combinazione avevano aderito allo sciopero, ovviamente  le motivazioni per l'azienda non sono queste.

O invece all'inverso di un collega di un negozio della prov. di Milano (tesserato, che ha rinunciato a fare il vice caporeparto) che aspetta da tempo, circa due anni, il trasferimento perchè è a 40 km di distanza da casa, cosa che nonostante l'intervento delle organizzazioni sindacali, ancora non arriva.

Per non parlare di altre notizie che vedono colleghi subire "consigli" per far si che decidano "spontaneamente" di dare disdetta della tessera sindacale (vedi Lissone).

Ma questi sono solo esempi di alcuni episodi di nostra conoscenza, che molti di voi già conoscono.

Questa mentalità in azienda è ancora molto forte, la sensazione che un lavoratore percepisce  NON E' quella di poter partecipare liberamente ad una assemblea o aderire ad uno sciopero, o interessarsi oltre che del lavoro da svolgere (DOVERI) anche di ciò che riguarda la propria situazione economico/normativa (DIRITTI), ed è assolutamente portato ad azzerare tutto ciò che lo riguarda in tema di partecipazione sindacale e di diritti.

La riflessione  che vogliamo fare, possibilmente insieme ai lavoratori è questa: 
tratta da it.toluna.com
Sul tavolo nazionale con l'azienda, stiamo cercando di trovare un accordo su un tema importantissimo (soprattutto per l'azienda) e difficile come quello dell'organizzazione del lavoro domenicale, cosa che presuppone anche un certo rispetto delle controparti (Rsu in negozio), che però in realtà  spesso "non viene percepito" da parte della RSU nelle realtà di tutti i giorni, proprio perchè i lavoratori il più delle volte si sentono condizionati in merito alla scelta di farsi rappresentare o nella possibilità di partecipare attivamente in quanto cosa "non gradita" dall'azienda, e la prova di questo condizionamento probabilmente sta proprio nei singoli episodi tipo quelli che vi abbiamo raccontato, che impediscono quindi di fatto, nella maggior parte delle occasioni, alle RSU, di svolgere il proprio ruolo trasparente di rappresentanza e contrattazione, a 360 gradi.

Quindi ci chiediamo se in questo clima sia opportuno proseguire con una trattativa cosi importante come quella sull'organizzazione del lavoro domenicale oppure sarebbe opportuno prima rivedere i parametri di correttezza del rapporto, perchè è sicuramente vero che ognuno svolge il suo ruolo e fa la propria parte, ma è pur vero che per svolgerlo non è necessario smontare quello dell'altro, ed è proprio questa l'aria che ancora si respira molto spesso nei negozi.

Lo Staff di Cambialiberamente.



4 commenti:

  1. Scusate, ma non ci avete sempre detto che senza trattativa l'azienda avrebbe fatto rispettare per tutti l'obbligo della domenica grazie al contratto precedente ?
    Se rinunciate alla trattativa l'avrebbe vinta ancora l'azienda .

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  2. Buonasera a tutti. Mi presento sono Francesco rsa broni. E' vero tutti questi episodi che state raccontando sono reali e succedono anche qui nel pavese. Chiariamo alcuni concetti: 1 ) se l'azienda potrebbe veramente esigere le domeniche come qualcuno ha professato, non pensate che l'avrebbe gia' fatto? Io dico di si! Il problema sta propio capire a chi rivolgere l'esigibilita'della stessa e a chi no. Continuo con il mio pensiero , avvallato da alcuni amici avvocati , che chiaramente dicono che i ccnl , non possono sostituirsi ai contratti individuali. Quindi chi non ha la domenica nel propio contratto , non gli puo' essere imposta. Propio come ai part time , che non hanno la domenica e le clausole di flessibilita' ed elasticita' non gli si possono cambiate i giorni. Sarebbe sicuramente piu' facile per l' azienda , obbligare qualcuno a fare le domeniche per iscritto e poi provvedere a licenziarli guando questi non si presentano! Non a caso a scelto un' altra strada, anch' essa abbastanza tortuosa , visto che recenti sentenze di tribunale prevedono che le aziende che non sono in crisi , dal punto di vista generale , ed esselunga non lo e' , non possono avvallere pretese di spostamento neanche nei punti distaccati dove si registra un calo , neanche per motivi tecnico\organizzative. 2) Ricordo a tutti che all'interno del ccnl , o integrativo tuttora in vigore, vi e' la possibilita' di assumere anche pre un solo giorno da 8 ore una persona, fosse anche solo per la domenica!!!! 3 ) e' ormai evidente che c'e' qualcuno che il tribunale , propio non vuol sentirlo. Certi comportamenti ed atteggiamenti si possono contrastare solo con denuncie su denuncie. Piu' se ne fanno contro chi abusa dei poteri aziendali e piu' bassa Sarà l'asticella del potere che si usa per raggiungere i propi scopi. Sono e rimango del parere che se i lavoratori non si uniscono tutti e si aiutano con testimonianze reciproca , non possiamo certo da soli , come rsa e rsu , aiutarli a tutelare i propi diritti oltre ad assolvere i propi obblighi. Grazie a tutti. Teniamo duro e non arrendiamoci Mai...Mai....Mai.

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  3. Ciao Francesco e ciao anche al collega che ha scritto il commento precedente, come sempre sono molto contento quando i colleghi esprimono il loro pensiero perchè è un segnale di partecipazione. Detto questi ha mio avviso non è propriamente corretto dire che se Esselunga non ha ancora obbligato i lavoratori ( full time senza obbligo) a lavorare la domenica significa che non potesse farlo, perchè l'articolo 141 del ccnl parla chiaro, e come mi ha insegnato anche un giurista del lavoro, il contratto nazionale cade sulla testa di tutti, vecchi e nuovi, perchè se si dice che un vecchio contratto siccome quando ha firmato non c'era la domenica obbligatoria sul ccnl, allora avrebbe dovuto rinunciare anche a gli aumenti di quel contratto nazionale e tutto quello che ne consegue, percui da questo punto di vista secondo me questa teoria non regge, tanto più che nel 2009 L'azienda aveva già cominciato ad comandare le domeniche lavorative ai full time di alcuni negozi ( Papiniano,Piave,Cortefranca e altri due che non ricordo), in quel caso ci fu uno sciopero nelle giornate di domenica per alcuni lavoratori, i quali presero numerose lettere di contestazione, fu intentata anche una vertenza da parte delle Organizzazioni Sindacali, per condotta antisindacale, per il fatto che l'azienda (come recita l'art.141) avrebbe dovuto fare una trattativa a livello aziendale con le O.S. su questo tema, e non decidere unilateralmente, ma non è stata fatta vertenza perchè quei lavoratori non potessero lavorare la domenica in quanto non l'avessero firmata al momento del contratto, ma perchè l'azienda non aveva coinvolto le O.S, e di quanto dico abbiamo documentazione, cioè un accordo che poi hanno stipulato le O.S. con l'azienda, in cui le O.S. ritiravano il "28" (condotta antisindacale) in cambio di non estendere la programmazione domenicale ad altri negozi, l'annullamento di tutte le sanzioni date ai lavoratori scioperanti ( che stavano diventando pesanti) e altre questioni in ballo che non ti vi stò a dire ora se no si fa più lunga di quanto è ( ma se volete ti giro il documento).

    Eventualmente il fatto che se non si trovi un accordo sul lavoro domenicale ( ovviamente non bisogna trovarlo a tutti i costi ) darà facoltà all'azienda di applicare il "141", ovviamente rispettando quanto scritto in esso, in termini di equa ripartizione ecc ecc ( andate a leggerlo per benino), non è che può fare il c..o che vuole ( per usare un termine soft).

    Per quanto riguarda il primo messaggio invece rimango convinto che un accordo sul lavoro domenicale FATTO BENE, può essere utile un pò a tutta la platea di lavoratori, sia per chi ne vuole fare tante ,chi poche ( come me, anzi nessuna) ,chi tutte, la platea di lavoratori è varia e vasta, quello che abbiamo voluto dire nel post, è che se si va con una certa condivisione di intenti su un tavolo nazionale, e poi nei negozi si fanno le "peggio cose" non va bene, un minimo di equilibrio bisogna pur averlo, non è che sopra al tavolo di contrattazione ci stringiamo la mano e sotto ci tiriamo i calci, magari ci lasciamo la mano e guardiamo sotto il tavolo ,.. no?

    Tante volte la cosa più difficile in un accordo non è il fatto di trovarlo e firmarlo, ma quanto quello di poterlo esigere controllare e far rispettare, e se quelli che vi abbiamo raccontato nel post sono i presupposti su cui fondare l'accordo allora stiamo freschi.

    Percui quello che noi pensiamo è che forse bisognerebbe fermare le bocce della trattativa e chiarirci su quello che sta succedendo nei negozi, perchè se poi l'accordo sulle domeniche va in porto e le RSU/RSA dei punti vendita devono gestire il loro pezzo di competenza, con questi presupposti diventa difficile.

    Scusate se l'ho fatta lunga, grazie a tutti, e ovviamente sono d'accordo con Francesco, mai mollare. Davide Dimatteo RSU/RLS Saronno.

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  4. Ciao Francesco.
    Come dipendente, mi piacerebbe sentirmi un po' parte di "una grande famiglia".
    Non dovrebbe essere un'utopia.
    Purtroppo, certi episodi ed atteggiamenti non lo rendono possibile.
    Ciò si ripercuote inevitabilmente anche sulla motivazione e il rendimento, che non sono sempre al 100%.
    Concordo che tutto questo dovrebbe essere oggetto di discussione tra le parti, in modo da poter migliorare sempre più l'ambiente e il clima aziendali.

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