Sovratitolo

Creato dai lavoratori per i lavoratori, il blog è dedicato a tutti coloro che lavorano in Esselunga ma siamo in grado di dare informazioni utili anche a tutti coloro che lavorano nella GDO..

19 aprile 2017

W.... come Welfare



Mensa, sorprese di Pasqua, parassiti, diritto di parola
  PAPPA

& TACI  
             L'undici di aprile i nostri tre intrepidi difensori Filcams-CGIL, Fisascat-CISL e Uiltucs-UIL avevano un incontro a Bologna con l'Azienda per discutere delle criticità e del destino dell'Accordo sul lavoro domenicale. Noi, per la simpatia che ci trasmettono e i sorrisi che ci garantiscono sempre continuiamo a chiamarli Aldo, Giovanni e Giacomo; e non ci hanno deluso, ancora una volta: hanno parlato d'altro. O meglio: l'Azienda ha deciso che bisognava parlare di “welfare”.


Immaginiamo lo stupore dei nostri tre amici: Aldo Filcams, colto impreparato come se fosse su Scherzi a Parte; Giovanni e Giacomo che, fedeli alle Organizzazioni Sindacali che rappresentano, due secondi dopo aver udito “welfare” avevano già il tovagliolo legato intorno al collo. “Welfare”, ormai, per i Tre Amigos è come dire “Buon Appetito!” o “Salute!”: basta la parola ed è già tintinnìo di bicchieri festeggianti e penne spumeggianti inchiostro dalla voglia di firmare.

Infatti, nonostante la sorpresa, dopo poche ore c'era già un testo ufficiale firmato da tutti, nonché un comunicato sindacale molto imparziale: “Esselunga: col premio 2017 scatta l'opzione welfare”. A noi piace il suono delle parole:scatta, come un volantino pubblicitario di MediaWorld.Scuola: scattano gli sconti!”.

Noi, che siamo cassieri, scaffalisti, gastronomi, leggendo un volantino “informativo” così, abbiamo già l'impressione che ci vogliano vendere qualcosa.

Però... una piccola medaglia (di cartone) ce la riconoscete? Abbiamo previsto con qualche mese d'anticipo che il 30 aprile 2017 non sarebbe stato un fine aprile “solito”, e che l'Azienda avrebbe inventato qualcosina (o fatto saltare tutto?).

Quel “qualcosina” è un Accordino sul welfare che fa comparire il Salario Variabile in un modo un po' diverso, nel bilancio aziendale.. cifre a sei zeri, approssimativamente: ne riparleremo in un prossimo approfondimento fiscale.

Ma ritorniamo all'incontro dell'11: sono andati per risolvere i problemi degli accordi domenicali (creati da loro stessi) e sono tornati con lo “sconto” sulla mensa.

Un po' come andare dal dottore per risolvere quel dolorino alla spalla e sentirsi dire: “Vendo la mia vecchia Fiat Punto: la vuole lei?”. Vi fidate del vostro medico, no? Così tornate a casa con una macchina “nuova”. E quel problemino alla spalla? Con calma, tranquilli: ne riparliamo il 2 di maggio (che fretta c'è?).

Da quello che si è capito, comunque, i problemini degli accordi sul lavoro domenicale ce li teniamo: l'azienda continua ad agitare la pistola (scarica ed inapplicabile, per come siamo organizzati oggi) dell'imposizione forzosa dell'articolo 141 del ccnl. I tre hanno convenienza a far finta che sia carica, per dire che dovevano fare qualcosa per evitare il diluvio. Il bilancio dell'Azienda è di grande soddisfazione; la Filcams, un anno fa, parlava di accordo “sfidante” (e ci immaginiamo i tre Segretari con la maglietta degli Amici di Maria) e di valorizzazione delle RSU, che hanno il potere di aumentare le domeniche obbligatorie nel proprio Negozio. Sfida raccolta in pieno.



PREMIO PRODUTTIVITA': IL PIACERE DI PRENDERLO NEL WELFARE

Diciamo quindi cosa hanno ottenuto l'undici: la possibilità di avere i premi legati a produttività & simili in forma detassata, per pagarci la mensa nostra e quella dei nostri figli. Tutto questo parlare di mensa forse ha fatto andare alla testa il sangue dei nostri allegri rappresentanti mangioni: a mente fredda, possiamo dire che hanno sottoscritto la volontà aziendale di pagare un mese più tardi e di scontarci la mensa ai bimbi.

L'Azienda che applica la formula “premio in welfare” con la firma dei Tre Porcellini ha diritto a esenzione fiscale e contributiva TOTALE ( vedi D.M. 25 marzo 2016; Circolare Agenzia Entrate N.28E 15 giugno 2016). Insomma: per l'Azienda hanno ottenuto un fantastico risparmio e, per noi lavoratori, i risparmi che già ci riconosce la legge (con un mese di ritardo rispetto a quanto previsto dal Contratto).

Le cifre del premio sono ferme dal 2004; non abbiamo i potenti mezzi tecnologici della Cgil, per fare test on-line ma, somministrando un questionario al ragno che abita nel nostro portamonete abbiamo scoperto che 13 anni fa la roba costava meno: quanto pagavate di affitto? E di bollette?

Le cifre del nostro stipendio sono ferme dal 2011, dove gli aumenti venivano dati in cambio della malattia retribuita e delle 40 ore per i nuovi assunti (un affarone, no?).
Ci sfugge quindi un dettaglio: Aldo, Giovanni e Giacomo – strapagati dalle trattenute forzose sulle nostre buste paga – sanno fare qualcosa, oltre che regalare all'azienda ed ottenere, in cambio, un aumentino che in realtà è uno sconto fiscale dello Stato? E' normale che l'Azienda intaschi una volta le deroghe natalizie, un'altra le esenzioni  fiscali e in aggiunta chieda pure nuovi obblighi?
Noi stiamo dando sempre di più. L'Azienda, di tasca propria, dà di meno. Punto.

Uno potrebbe pensare che rappresentanti così siano inutili, e invece... ci tocca correggervi. Non sono inutili: sono dannosi.

Andiamo infatti a vedere uno dei più importanti Accordi sul Welfare firmato dalla Triplice: quello del 29 luglio 2016 fatto su Milano con ConfCommercio. Siamo certi che tutti i delegati Cgil sono stati interpellati, informati e formati su quanto firmato: in Cgil ci tengono, alla trasparenza, alla conoscenza e all'autonomia dei delegati.

Seriamente. Il testo, di per sé, non aggiunge molto a quanto previsto dalla Legge di Stabilità 2016, ma la perla è all'articolo 2 (“Campo di Applicazione”): si rivolge alle aziende che applichino il CCNL Terziario di Cgil-Cisl-Uil “sia per la parte c.d. economica/normativa”, ok,  “sia per la parte obbligatoria”. Perché questa specifica?

Parte “obbligatoria” del CCNL è il versamento agli Enti Bilaterali e il pizzo legalizzato per la fantomatica “assistenza contrattuale”, quella che ci portano via dalle buste paga e finisce, con cifre misteriose, a tappare i voraci bilanci sindacali.

Oplà. Tante strade, tanti argomenti, e finiamo sempre nella madre di tutti i problemi: i  soldi di cui hanno bisogno i soliti tre. Pensate che ci sono in giro funzionari che dicono di non prendere soldi dagli Enti. Vero: li prendono dall'Organizzazione Sindacale, che li prende dagli Enti. Un passaggio di mano e si perde la provenienza...

Siamo in buone mani, no? Rappresentati da Organizzazioni che garantiscono risparmi fiscali milionari ad aziende che, in cambio, effettuano trattenute dal nostro stipendio per darli direttamente a loro. Noi siamo solo dei poveri operai che mettono le scatolette sullo scaffale e il pollo sullo spiedo: non pretendiamo di capire i loro ragionamenti sofisticati, ma qualcosa ci suggerisce che i Tre Porcellini, più che nostri rappresentanti, siano soci dell'Azienda.

Cominciamo con dare un'indicazione di fondo: il Governo Renzi e del suo pupazzo Gentiloni stanno facendo quanto a loro ordinato. La filosofia è la stessa degli 80 euro: ti do dei contanti in busta paga. Dove li trovo? Tagliandoli agli enti locali e ai servizi dello Stato: chi ha trovato in busta 80 euro, si è trovato anche un Comune che aumenta le rette degli asili o i canoni d'affitto. Questo “bonus” ce lo siamo ampiamente pagato da soli.


MI RACCOGLI LA SAPONETTA, CHE MI E' CADUTA?

E' bello potersi fidare degli amici. E se un amico ti dice che il welfare aziendale fa bene che fai: dubiti? Ferruccio Fiorot, Fisascat-CISL, il giorno dopo gongolava in un intervista sul Sole24Ore (noto quotidiano imparziale, con qualche problemino di bilanci gonfiati, diffusione copie falsificata, sparizione di contributi pubblici.. Cioè: il tipico baluardo dei diritti del lavoratore e dello Stato Sociale).

Premessina: il potere di acquisto delle nostre buste paga è ai minimi storici e non è assolutamente nostra intenzione fare discorsi tra “duri e puri” di principio a chi, con mutuo e spese familiari, trova sollievo ad avere anche solo quaranta euro in meno di tasse in un anno. Le nostre riflessioni saranno esclusivamente tecniche e non di giudizio personale: essere consapevoli è doveroso, anche quando non si hanno scelte.


Con la detassazione, il meccanismo è uguale: oggi puoi pagare la mensa di tuo figlio risparmiando il 10%..e l'anno prossimo il tuo Comune la aumenterà del 20% (perché il mancato introito si riverserà in meno fondi agli enti locali. Oggi sarai costretto a chiedere di applicare questo sistema, perché non arrivi a fine mese; lo stesso sistema che ci sta portando in un circolo vizioso, anche (soprattutto) per la sanità e il diritto alla salute. Essere costretti ad utilizzarlo non significa doverne gioire.

Una riflessione anche sulla possibilità di avere il premio in copertura della nostra mensa aziendale: siamo sicuri che sia un risparmio? Come sa chi ha letto il nostro specchietto sulla busta paga, la trattenuta MENSA viene effettuata sulla COMPETENZA CORRENTE mensile lorda

Nell'esempio qui sopra, è ben evidente che la cifra NON è soggetta al pagamento di Contributi e Tasse (CT). Ciò vuol dire che le 63 euro trattenute vanno tutte ad abbassare l'importo (imponibile) sul quale ci calcoleranno quanto dovuto per Inps e Irpef. Per meglio spiegare: se lo stesso mese Pinco Pallino NON fosse andato mai in mensa, quella cifra rimarrebbe nello Stipendio Mensile e NON avrebbe 63 euro in contanti in più...ma 63 euro meno (approssimato) un 35% tra contributi e  tasse.

Insomma: già ora è come se un terzo dell'importo mensa lo pagassimo con soldi che non vedremmo comunque in busta..
L'offerta di oggi è di coprire quei 63 euro dell'esempio con soldi detassati; un po' di premio ogni mese, e il rimanente a fine anno (8 mesi dalla fine di aprile!).
Vi viene da ridere? A noi no.

Vorremmo sentire più discussione e meno propaganda; vorremo meno slogan e volantini pubblicitari e più ragionamenti. Un segnale preoccupante è vedere pagine Facebook in cui i delegati si mandano i “Mi piace” fra di loro ad ogni volantino e foto, ma non si legge una singola riga che non siano i bollettini preconfezionati dall'alto.

Su concetto di informazione: in fase di “trattativa welfare”, il Segretario Filcams dichiara che far slittare il premio di un mese, per lavoratori che ci fanno affidamento, può essere un problema. Le parti concordano che c'è disponibilità a “valutare eventuali situazioni su critiche che richiedano la liquidazione del salario variabile nel mese di aprile e che dovranno essere comunicate entro il 18/04”.(vedi modulo)
Nessuna traccia di questa data limite o di questa opportunità, né nello “scattante” comunicato sindacale a firma unitaria, né nell'informativa aziendale in bacheca/timbratrice. Chi saranno i fortunati/più informati? Uno su mille, ce la fa?

Noi ci prendiamo dei rischi (e anche qualche parolaccia), ma non possiamo pensare che “sindacato” sia avere un pastore che sa cos'è meglio per noi pecorelle del gregge.Ma noi non prendiamo soldi da trattenute nascoste in busta dei nostri colleghi, e ci possiamo permettere anche di dissentire, analizzare, proporre alternative.

Essere in CUB significa soprattutto questo: pensare che un Sindacato non può dipendere dai soldi che riceve dai Padroni quando firma.
Essere in CUB significa sapere che per conquistare qualcosa si deve fare fatica: se hai una sedia garantita al tavolo, probabilmente non hai le mani libere per agire.
Quindi, non sei la risposta: ma sei parte del problema.

Marcello Donadello – Coordinamento Nazionale FlaicaUniti-CUB in Esselunga