LE PARTENZE INTELLIGENTI (chi male inizia..)
Il 14 giugno, quindi, si terrà l'incontro finale della "trattativa" sul lavoro domenicale in Esselunga; e su una cosa l'Azienda ha ragione: è durata fin troppo. Pare che stiamo parlando di stravolgere completamente l'assetto contrattuale e invece riguarda solo una manciata di temi:
- mettere una pietra tombale sopra alle vecchie maggiorazioni domenicali e le deroghe natalizie;
- mettere all'angolo gli "assunti di vecchia data" esentati dalle domeniche;
- stabilire e dichiarare nero su bianco che i part time e full time domenicali non avranno mai i loro stessi diritti - se non quello di mendicare un "cambio giorno" due volte all'anno, senza certezza di averlo;
- stabilire che la malattia, se capita in certi giorni, è falsa a prescindere e che il turno va recuperato (ottimo precedente: a quando il recupero di qualsiasi malattia che copra un turno pomeridiano?);
- stabilire che c'è un area in cui non si entra e non si deve entrare: le persone della Sede e quelle equiparate ai Responsabili (quindi non solo gli addetti del Centro di Limito, Biandrate ed equiparati, ma anche manutentori e addetti alla Sorveglianza Negozi). Per loro non si applica nessun vantaggio (nemmeno presunto), ma "sono tenuti a rendere" la propria prestazione domenicale in un numero non inferiore alle domeniche previste per gli inclusi nella programmazione (22 o 24? Boh..).
Autisti? Produzione? Addetti alle ribalte? Nessun diritto: solo il dovere. Ma si sono espressi, al referendum? Eppure, quando l'Azienda elenca i numeri dei dipendenti full time indeterminati senza domeniche contrattuali, li mette nel totale... Sono un bel gruppone, no? Anche nella prosecuzione di trattativa, comunque, SEDI logistico/produttive NON PERVENUTE. Evviva l'inclusione.
Per queste poche cose, effettivamente, stare in ballo un anno a pensare se tutto ciò è BUONO o NO BUONO è davvero troppo. Noi, per esempio, abbiamo detto dodici mesi fa che NO BUONO, motivando ogni singola obiezione con argomenti che alcuni sembrano scoprire solo adesso.
E' proprio questo il guaio di oggi: siamo in un vicolo cieco. Per dodici mesi la Filcams CGIL ci ha raccontato che è BUONO o, al massimo, "il male minore". Per un anno ci hanno detto che è migliorabile (ma si ricordano chi è la controparte? E cosa fanno di solito i padroni, quando dai loro qualcosa "momentaneamente"?): speravano davvero di ottenere qualche cambiamento, in corso d'opera?
Penso che siate d'accordo tutti sul fatto che delle buone ferie comincino con una buona partenza: se rimani imbottigliato in autostrada una giornata e poi ti cancellano il traghetto in overbooking, la strada per arrivare ad essere soddisfatti sarà tutta in salita.
Noi, nel nostro piccolo, ci siamo soffermati a riflettere sulle PARTENZE INTELLIGENTI del nostro viaggio e abbiamo rispolverato il foglio dei risultati del referendum nei singoli punti vendita, a 14 mesi di distanza. Non per rivangare il passato ma, come nostro solito, per intuire il futuro.
Prima, un breve riepilogo sulle gentili concessioni che Esselunga è disposta a fare, per permetterci di raccontare che non hanno solo preso, ma hanno anche "dato".
...E 50 PUNTI FRAGOLA OGNI TRE DOMENICHE!
Ehi, smentiamo subito! - prima di venire presi sul serio da qualcuno della concorrenza che è GIA' ADESSO pagato in buoni sconto spesa. ...Scherziamo!
Oggi, l'Azienda ci fa sapere che è disposta ad accettare che certificati di malattia superiori ai 12 giorni possono coprire una domenica, senza obbligo di recupero; come si fa a spiegare che davanti allo STESSO TESTO che si è propagandato, addirittura migliorato in qualche dettaglio, non si è disposti a firmare?
Il meccanismo premia-furbi dei 12 giorni, che tanti milioncini ha fatto risparmiare a papà, è già stato condiviso e sottoscritto dai tre sindacati confederali nel Contratto Nazionale, che quindi ne approvano l'utilizzo (Cgil compresa, con il "rientro" al tavolo del 2015).
Come fai a dire che ciò che pensi sia accettabile come limitatore di "abusi", nel CCNL, non sia altrettanto buono per scovare quelli che vogliono saltare le domeniche in cattiva fede?
La mossa dell'azienda è perfetta: ormai abbiamo stabilito un principio. Se sei coerente, non puoi dire diversamente da quanto è già stato firmato negli anni scorsi.
Dettaglio: lo sciopero a giornata intera, strumento costituzionale e forma di protesta legittima e costosa (in quanto giornata trattenuta dallo stipendio) per l'azienda sarà comunque domenica da recuperare.
Riuscireste ad immaginare che uno sciopero cadente di chiusura, vi porti a dover fare chiusura la settimana successiva? Forse non è ancora chiara la gravità di quanto ci hanno venduto, con questo principio..
Un altro dei "miglioramenti" che potrebbero essere concessi dal buon padrone, è mettere nero su bianco che le domeniche comandabili (leggi obbligate) in fila possano essere al massimo 3. Da leccarsi i baffi.
Tanti erano quelli che, leggendo il testo, segnalavano: ma dov'è la garanzia che 22 domeniche non mi vengano comandate tutte di seguito? (magari l'intero secondo semestre, per "scaricare" quelli che nel frattempo avevano raggiunto maggiorazioni più consistenti). Bene: in alcuni territori si sono visti filotti da 7/8 domeniche, e la clausola delle "domeniche mai consecutive" non si trovava.. Non si trovava, perché nel testo non c'era. Quindi, dovremmo gioire perché forse limiteranno i danni che hanno creato in partenza.
QUARANTAQUATTRO DOMENICHE,
IN GRUPPI DI TRE (COL RESTO DI DUE)
Sapete già che noi facciamo l'oroscopo e prevediamo il futuro, no? In questo caso, non abbiamo guardato le costellazioni ma ci siamo limitati a guardare il calendario 2017. E cosa abbiamo scoperto? ..che la vigilia di Natale, il 24 dicembre, cade di domenica. E poter comandare a pioggia, anche i reduci da un filotto di un paio di settimane, è una bella opportunità.
Dite che siamo i soliti complottisti? Ma noi conosciamo "L." (nome di fantasia, per dire "Azienda") e ci ricordiamo che a colazione mangia filetto di volpe (suo il cavillo nel Contratto Integrativo grazie al quale le cassiere donne si sono ritrovate il doppio pomeriggio). Magari ci sbagliamo, ma nella peggiore delle ipotesi non saremmo perseguibili, per avergli attribuito genio, fantasia e capacità strategica che ha già dimostrato.
Quindi, per il momento, smentiamo solo il fatto che mangi filetto di volpe (anche per la tranquillità dei vegani che ci stanno leggendo).
Ritornando allora ai risultati del referendum del febbraio 2016, formidabile vedere che un voto spesso combattuto (se non direttamente abbattuto), in alcuni Negozi abbia visto il SI' che asfaltava qualsiasi dubbio.
Negozi come Milano/Losanna (120 a 3 per il SI'), Milano/Solari (106 a 14), Rho (153 a 25), dove evidentemente i delegati Filcams avevano preso una lecitissima posizione incoraggiante - altrimenti si sarebbe visto un voto più in linea con la media finale. Nessuno esente: San Giuliano Milanese (121 a 12), dimostra che anche la narrativa dei delegati Uiltucs poteva essere simile.
Lecitissima anche la nostra posizione negativa (Cub e opposizione Cgil) - che ha spostato gli equilibri in molte piazze e in diverse aree ha spinto il NO a risultati sorprendenti.
Come si fa, dopo resoconti trimestrali che raccontavano che tutto procedeva bene (salvo piccole correzioni che ci sarebbero di sicuro state) e che le rsu accorrevano a firmare accordi territoriali per sottoscrivere?
Con quali argomenti la Filcams CGIL potrebbe coerentemente chiudere la trattativa?
Soprattutto: come si fa, con due fratellini fuori controllo come Fisascat-CISL e Uiltucs-UIL? Anche se non firmi tu, firmano loro. Problemi non se ne fanno. E scoprire di essere il Sindacato maggiormente rappresentativo e dover comunque subire le decisioni di due sigle che, probabilmente, hanno meno tessere degli "irrilevanti" CUB, non dev'essere gratificante.
E noi del "fronte del NO" non pretenderemmo nemmeno le scuse, qualora andasse tutto a picco, per aver visto subito ciò che alcuni hanno prima dovuto vedere testato sul campo: proviamo solo un gran dispiacere in quanto era già tutto chiaro. Il problema è nella partenza, ed ora è troppo tardi.
In uno dei primi incontri nazionali interlocutori, Ferruccio Fiorot della Fisascat CISL, a seguito del resoconto aziendale sui progetti dei nuovi poli logistico/produttivi di Biandrate e Parma, domandò: "Avete intenzione di dismettere Pioltello?". Calò il gelo in sala, in quanto l'effetto fu come sentire un tale che chiede al Papa: "Ho sentito che volete chiudere il Vaticano e spostarvi a Cassinetta di Lugagnano". Un brivido lungo la schiena, unitamente al pensiero: "Ma da chi siamo rappresentati?"
Problemi di preparazione non ne ha invece Stefano Franzoni della Uiltucs UIL, la cui presenza storica sui tavoli Esselunga (soprattutto lombardi) non è in discussione...ma sarebbe bello che il suo potere di firma fosse proporzionale al numero di iscritti e delegati in Esselunga. Quanti sono, su 22.000 dipendenti? Da dove vi arriva il diritto di decidere per tutti? Si possono avere dei semplici numeri?
E arriviamo alla Filcams CGIL: l'opzione "firma" presenterebbe dei contraccolpi. Bisognerebbe inventarsi qualche contropartita, presentare qualche risultato aggiuntivo..che però non ci sarà: l'Azienda è stata chiara.
L'opzione "non firmo" significa che i due cugini vanno avanti da soli..e a quel punto, come per i Contratti Nazionali degli ultimi dieci anni, si prova a fare scioperi separati? Sapendo che, negli ultimi dieci anni, alla fine, dopo tanto abbaiare la Cgil ha firmato TUTTO ugualmente? Chi ci crederebbe ancora?
Insomma: oggi un'eventuale non-firma della Cgil non avrebbe senso e avrebbe delle conseguenze non sostenibili, dopo tutti i bollettini trionfali che hanno accompagnato le firme di rsu e coordinatori territoriali che benedicevano un Accordo i cui limiti erano già evidenti. A Milano Forze Armate il tavolo per le domeniche era fissato per...il giorno prima di un'udienza di Tribunale con cui si decideva il diritto della rsu regolarmente eletta, nel frattempo passata alla Cub, di rimanere in carica (pensate che eleganza). Convocato al tavolo era un RSA Filcams piovuto da un altro Negozio e nominato al volo. Collega che ringraziamo, perché per correttezza ha riconosciuto che la sua presenza in trattativa, in quella circostanza, era discutibile.
Erano TUTTI in giro a cercare firme, a tutti i costi. E firme hanno avuto: in cambio dell'eliminazione del doppio pomeriggio alle cassiere, in cambio di orari della panetteria, o per semplice entusiasmo e servo encomio (chi si mette le catene da solo, per compiacere, mostra sempre un sorriso complice).
Puntiamo quindi tutto sulla terza ipotesi: firma di un secondo periodo sperimentale, per includere tutti i Negozi e sperare che nel frattempo, mentre si "valutano le criticità", i lavoratori si abituino e si dimentichino di chi è la corresponsabilità. Ma non è una gran mossa, a lungo termine: perché ci sono i tavoli del CIA e del CCNL, e prima o poi la faccia ce la devi mettere.
IO NON HO FIRMATO NIENTE: PONZIO DELEGATO
(una mano lava l'altra, dopo che ha firmato)
Il problema è nella PARTENZA; il problema è nella composizione della delegazione trattante.
I colleghi Filcams che ancora agiscono in buona fede dovrebbero dirci se non hanno la sensazione di essere in ostaggio di CISL e UIL, che rendono irrilevanti le loro decisioni. Quelli che, da dentro, fanno voce critica, dovrebbero dirci che speranza hanno di cambiare gli equilibri, con la dipendenza da entrate contrattuali che sono sempre più evidenti in tutti i settori (metalmeccanici, turismo, commercio, chimici..) e che non permettono autonomia di pensiero e d'azione.
Soprattutto, tutti i delegati di tutte le sigle dovrebbero, una volta per tutte, smettere di dire "Io non ho firmato niente" e dare la "colpa" a Segretari Nazionali e Coordinatori: chi ha una tessera in tasca, chi prende permessi a nome di un'Organizzazione Sindacale e la rappresenta quando partecipa agli incontri, implicitamente dà mandato alla sigla a cui appartiene.
Sarebbe bello che, finalmente, a prescindere dai risultati, si potesse sentire TUTTI i delegati di Cgil, Cisl, Uil riferirsi a questo Accordo come a "quello che abbiamo firmato". Perché Segretari e funzionariucoli hanno grandi responsabilità, ma quelli che borbottano in un angolo e pretendono di avere le mani pulite sono peggio degli spudorati che, con la penna in mano, non hanno paura di firmare nemmeno la carta igienica.
Questo Accordo è determinante in quanto, come già detto, è il primo in Esselunga che riduce marcatamente le risorse economiche indirizzate al costo del lavoro e, di conseguenza, del complesso dei costi del Contratto Integrativo. E' un Accordo determinante ed è nato zoppo, come voleva l'Azienda, per colpa della cecità di qualcuno e dell'interesse di altri: vogliamo provare a fare partenze di altro tipo, evitando di fare POI minacce a cui non crede più nessuno?
Marcello Donadello - Coordinamento Nazionale FlaicaUniti-CUB in Esselunga
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