Sovratitolo

Creato dai lavoratori per i lavoratori, il blog è dedicato a tutti coloro che lavorano in Esselunga ma siamo in grado di dare informazioni utili anche a tutti coloro che lavorano nella GDO..

17 ottobre 2017

Compensativi

CHI COMPENSA E CHI PENSA ALLA RICOMPENSA
(breve nota sul compensativo)

Una domanda che viene sempre più spesso a galla, in quest'epoca di domeniche
ordinarie e festivi non festivi, è: "Se si lavora domenica e la settimana successiva contiene una festività, ho diritto al riposo compensativo?".

Per avere le idee chiare bisogna, innanzi tutto, tenere conto del meccanismo della settimana lavorativa settimanale "6 giorni su 7" e della prestazione full time Esselunga che prevede 37 ore e 30 minuti settimanali.
Cominciamo con tre casi base, che servono per sviluppare la riflessione finale:

SETTIMANA "CLASSICA" (sempre più rara). La prestazione settimanale di 37h30" è sviluppata dal lunedì al sabato, con il riposo "coincidente con la domenica", come prevede ancora la contrattazione collettiva. Per semplificazione, il turno orario è considerato uguale per tutti i giorni.

SETTIMANA CON PRESTAZIONE DOMENICALE. Si effettua un semplice scambio tra il riposo domenicale ed un turno settimanale. La settimana sarà comunque di 37h30" e in busta paga comparirà, in aggiunta allo stipendio base in COMPETENZA CORRENTE, la MAGGIORAZIONE relativa alle ore che abbiamo svolto la domenica al posto del mercoledì.
Al netto di incentivi da "scaletta", quindi, vedremo il 30% in più delle 6h15 spostate sul festivo.

SETTIMANA "CLASSICA" COMPRENDENTE FESTIVITA'. La festività, in questo caso, "assolve" le ore non lavorate quel giorno - che non sarà necessario recuperare.  Nell'esempio, ipotizziamo che giovedì cada sul 2 giugno: la settimana è comunque considerata "intera" anche se mancano 6h15 all'appello e se le giornate a casa sono 2 su 7.

SETTIMANA CON PRESTAZIONE DOMENICALE E FESTIVO. Anche in questo caso, la festività "assolve" le ore di una giornata, mentre le ore del mercoledì sono state svolte di domenica. E anche in questo caso, la settimana potrà essere di 5 giorni su 7 e risultare comunque completa.

La domanda è UNA, formulata in maniera diversa in base a ciò che interessa:
1- posso rinunciare al riposo, visto che sono già a casa nel festivo settimanale?
2- ho diritto comunque al riposo, e pretendere un giorno OLTRE al festivo?

La risposta alla domanda, in qualunque modo la pronunciate, è SI'.
La legge 66/2003 (e successive modifiche) che regola il riposo è soddisfatta, in quanto nella settimana è presente un giorno di NON LAVORO. Essendo però coincidente con una festività, le ore di quella giornata di riposo non hanno bisogno di essere recuperate : le 6 ore e 15 svolte la domenica saranno pagate come STRAORDINARIO (con maggiorazione). Se, dopo una domenica lavorativa, volete un giorno libero OLTRE al festivo infrasettimanale, è vostro diritto averlo; se vi fa comodo un giorno di straordinario, la festività potrà coincidere col riposo.
NOTA BENE: SVOLGERE  LAVORO STRAORDINARIO NON E' UN DIRITTO ma è soggetto ad autorizzazione del Datore,  A PRESCINDERE.

CHI VIGILA SULLA VIGILIA?
(Ovvero: il caso specifico di domenica 24 dicembre)

..che vale ovviamente anche per la riflessione sul domenica 31, seguita però da una sola festività e non due, come la nostra in oggetto
Domenica 24 sarà presumibilmente comandata a raffica, dovunque l'Azienda ne avrà bisogno: l'Accordo firmato da Filcams-CGIL, Fisascat-CISL e Uiltucs-UIL praticamente è cucito su misura per dare mano libera ad Esselunga sotto Natale, pagandoci molto meno. Riprendiamo il discorso fra qualche riga, limitandoci ora a dire che il potere del datore di lavoro è tale che puoi decidere solo se andarci volontario o farti comandare (o sperare che i costi siano alti e ti lascino a casa).

Lo scambio di riposo viene fatto tra domenica e mercoledì, come in una settimana ordinaria, mentre le due festività coprono le ore non prestate. Nell'esempio qui sopra, la settimana è completa. POTREBBE essere autorizzato del lavoro straordinario e, di conseguenza, il lavoratore avrebbe facoltà di rinunciare al mercoledì di riposo in quanto in settimana ha comunque due giorni di “non lavoro” che assolvono il diritto/dovere al riposo: sul mercoledì si troverebbe quindi delle ore in eccedenza rispetto alla settimana, che verrebbero pagate in straordinario.
Naturalmente, il riposo che noi abbiamo messo sul mercoledì può essere un grande vantaggio, dopo due festivi: verrà gestito come “premio” e di conseguenza dato secondo preferenza. I più cattivi avranno il compensativo giovedì o venerdì; o magari, solo per questa volta, anche il sabato: tanto, essendo cattivi, il giorno dopo lavoreranno obbligati per domenica 31 e quindi l'effetto week-end svanisce.

In alcuni Negozi la rsu farà finta di gestire la situazione. Perdonateci quindi la consueta nota polemica, ma non dimentichiamo chi ci ha cacciato in questa situazione e analizziamo i delegati Filcams-CGIL, dividendoli in tre grandi gruppi.
Noterete che non citiamo nemmeno più la Fisascat-CISL e la Uiltucs-UIL: essendo organizzazioni che, negli ultimi anni, in Esselunga rappresentano solo sé stesse e, con sistema parassitario, hanno condiviso il peggioramento delle nostre condizioni in cambio di soldi versati sulle poltrone degli Enti bilaterali, non sprechiamo altro fiato parlando dei loro dirigenti e dei loro delegati.



Anche Filcams-CGIL rappresenta sé stessa e usa lo stesso sistema parassitario per vendere i nostri diritti, ma almeno ha qualche delegato in più.

Il primo gruppo, che ha la nostra sincera stima, è quello che va onestamente orgoglioso dell'Accordo, ne difende i “vantaggi” (che vede solo lui/lei) ed è convinto che alcune cose, tipo la decisione del compensativo, dipendano dall'atmosfera positiva che si respira in Negozio grazie all'Accordo. Siamo certi che gestiranno tutto per il meglio. Ma i delegati orgogliosi si contano sulle dita di una mano (escludendo quelli che si dicono orgogliosi nella speranza di una carriera sindacale in ufficio).

Il secondo gruppo è quello del “male minore”: l'Accordo non gli piace, lo ripetono, ma non vedono alternativa (o è troppo faticoso cercarla). I più anziani di questo gruppo ripetono da anni che “tanto l'Azienda fa quello che vuole, noi non contiamo niente” e, francamente, non si capisce perché allora continuino a prendere decine e centinaia di ore di permesso sindacale, se ammettono di essere ininfluenti. I delegati di questo tipo sono i peggiori, perché proveranno a gestire, timidamente; vedranno che l'Azienda “fa quello che vuole” e, non stupiti, alzeranno le spalle dicendo che così è la vita. Attenzione: questo gruppo è molto numeroso: probabilmente nel vostro Negozio avete uno di loro.


Il terzo e ultimo gruppo è il famoso “io non ho firmato niente”. Si definiscono “Rsu Filcams-CGIL”, fanno assemblee a nome dell'Organizzazione Sindacale, prendono permessi retribuiti in qualità di dirigenti Filcams-CGIL ma, quando gli parli dell'accordo ti dicono che “non hanno firmato niente”.
Si attribuiscono meriti che non hanno: se piove da due giorni, appena accenna a smettere alzano le braccia al cielo e, dopo l'ultima goccia, per farsi sentire da tutti dicono ad alta voce. “E anche questa è fatta”.
Capita di vedere l'Azienda che toglie il doppio pomeriggio alle donne per propria iniziativa e lui/lei, che passa di lì, se ne attribuisca il merito. Ma cerchi un cavillo per non sottoscrivere, per poter continuare a dire “Io non ho firmato niente”.
Al potere e all'opposizione, contemporaneamente. Il vantaggio di avere un delegato così è che a volte si autoconvince di contare qualcosa e diventa così sicuro di sé da convincere anche il proprio Direttore di Negozio, con risultati sorprendenti.

E tu? Che delegati conosci? A che gruppo appartiene il tuo? Mantenendo la privacy (niente nomi ed indicazione di Negozio, grazie), la pagina dei commenti è aperta.

                                                             Marcello Donadello
                Coordinamento Nazionale FlaicaUniti-CUB in Esselunga *


*ruolo che non usufruisce di permessi sindacali retribuiti pagati dai lavoratori Esselunga