Sovratitolo

Creato dai lavoratori per i lavoratori, il blog è dedicato a tutti coloro che lavorano in Esselunga ma siamo in grado di dare informazioni utili anche a tutti coloro che lavorano nella GDO..

17 maggio 2018

Questo il punto di vista della Flaica-Cub di Milano sull'accordo delle domeniche

...E LA MONTAGNA PARTORI'...EHI! ..CHI SI E' MANGIATO IL TOPOLINO?

Annunciato con gran squillare di trombe e rulli di tamburi, il confronto finale sull'Accordo Domenicale aveva creato grandi aspettative in tutti quelli che avevano letto il volantino Filcams CGIL (quello che sembrava fatto apposta per dire: “Guardate che anche a noi non va bene!”).


Il trailer degli Avengers, uscito nello stesso periodo, aveva fatto il suo lavoro: il film è balzato in testa a tutte le classifiche mondiali. Niente di imprevedibile, tanti effetti speciali, ma un buon prodotto da cassetta.
Nel suo piccolo, anche il volantino aveva fatto sognare un po' anche noi brutti e cinici: il nostro ottimismo di fondo non riusciremo mai a zittirlo.. e siamo andati a vedere il film.
Niente di imprevedibile, pochi effetti speciali per distrarre il pubblico dalla mancanza di trama.

                  
 
Ci saranno occasioni per fare un'ulteriore analisi dell'Accordo nel suo insieme, ma prima occorre ricordare Accordo 1, la prima parte del film: è del 2016 e qualcuno nel frattempo ha scordato qualche dettaglio.

Questa è l'intestazione del volantino con cui la Filcams CGIL di Milano nel febbraio 2016 prendeva decisamente la parte del SI' e ne sosteneva le ragioni al referendum. Non entreremo nei dettagli di tutte le voci (per i completisti: cliccate qui) ma ci soffermeremo su una voce in particolare:


Questa in particolare campeggiava a far notare che in tema di soldi, si andava a migliorare. I soldi delle deroghe natalizie non vengono citati, ma si dà per scontato che siano ampiamente spalmati nel resto dell'anno (con le maggiorazioni “aumentate”)

      

Questo qua sopra, invece, appare nel volantino di aprile 2018. Come abbiamo già detto: noi ce ne eravamo accorti subito che le maggiorazioni erano in perdita e che Esselunga ci stesse risparmiando (anche alla luce del turnover di personale “vecchio” contro domenicali esentati da scaletta).
Nel 2016, se ne erano accorti anche loro, ma hanno preferito mentire? Oppure non se ne erano accorti, e hanno grossi problemi con l'aritmetica?
Vabbe': scurdammuce 'o passato, e vediamo se davvero ora i soldi ottenuti sono equivalenti.

I PERICOLI DEI PROGRESSI PROGRESSIVI: NON SALITE SU QUELLA SCALETTA

Le UNICHE novità della firma finale del 10 maggio scorso sono segnali molto controversi.
Riguardano i “domenicali” contrattuali, sia part time che full time.

1 – per i full time domenicali, le domeniche di riposo in un anno passano da 3 a 5
2 – per i part time domenicali, le domeniche di riposo passano da 2 a 3
3 – dal primo gennaio si applica una scaletta di maggiorazioni progressive anche a loro: il 30% ordinario del Contratto Nazionale, dalla venticinquesima domenica diventa 35% e dalla trentasettesima in poi diventa il 40%

Noi osserviamo e critichiamo, ma abbiamo anche il dovere di dire quali sono le novità che ci piacciono (visto che sono così rare).
Bene pensare ai “domenicali”: questi sono stati USATI sin dall'inizio della trattativa per dire che la solidarietà era doverosa e che doveva partire una programmazione seria. Sappiamo benissimo cos'è successo in questi due anni e quanto ne abbiano beneficiato loro: lo scambio ci è sempre sembrato poco equo. 22 domeniche obbligate ad un vecchio, ne liberano 2/3 ad uno nuovo? E i soldi delle deroghe natalizie, dove sono stati spalmati? Non di certo sul pane degli ultimi arrivati.

Approvato quindi il principio per il quale “diamo qualcosa in più a chi ha avuto niente”, c'è un piccolo dettaglio sul metodo: le maggiorazioni PROGRESSIVE sono un INCENTIVO.
Più sono disponibile, più “guadagno”. Un “vecchio” a cui si applica la scaletta ha interesse ad entrare negli scaglioni più alti; lasciamo per un momento da parte la questione del “quanto” e soffermiamoci sul principio: premiare la disponibilità fa funzionare il sistema. Chi ne vuole fare di più, ne toglierà qualcuna a chi ne vuole fare di meno e sarà giustamente “ricompensato”.

Con i lavoratori domenicali, però, la progressività è addirittura un controsenso.

      

IL PRINCIPIO, LA FINE, LA FINE DEL PRINCIPIO

Proviamo ad illustrare meglio. Il lavoratore domenicale non ha bisogno di un sistema di INCENTIVO, ma di un semplice riconoscimento del DISAGIO. Non potendo scegliere di stare a casa, avrà tutte le domeniche il problema del figlio che non ha scuola o i mezzi pubblici che non ci sono: dalla prima all'ultima domenica. E se le settimane sono 52, e 4 sono di ferie, vuol dire che un full time domenicale se ne fa 48.
Le prime al 30%, poi sale al 35% e poi prende il 40%... che è un disincentivo a non saltare le sue 5 domeniche “bonus”: la differenza tra il domenicale che ne fa 43 e quello che ne fa 48, con gli scaglioni progressivi, sono 5 domeniche pagate con la maggiorazione massima.
SE LO SCOPO DEL GIOCO E' DIMINUIRE LE DOMENICHE AL LAVORATORE DOMENICALE, CHE SENSO HA PREMIARE PROGRESSIVAMENTE CHI NE FA DI PIU'?
Non era meglio fare il 35% dalla prima all'ultima? Forse era più evidente che è una miseria? Forse qualcuno era ansioso di scrivere “40%” per mettere un po' di fumo negli occhi e dare un “rinforzino” al solito tavolo dove l'azienda piglia tutto?

Clamoroso poi che quel 5% sia poi lo stesso che l'azienda non ha MAI pagato a chi aderisce alle Clausole.. perché, sappiamo bene, NESSUNO firma le Clausole: è tutta flessibilità volontaria e sono tutti/e felici di non avere un orario fisso, queste/i part time pazzerelloni. Soprattutto quando si alza l'orario di chiusura e scopri che non vai più via alle 21.30.

LA DONNA E' MOBILE, IL PART TIME PEGGIO

E concludiamo questi pochi appunti con il consueto onore ai vincitori: “The Winner is...ESSELUNGA!”. Era un confronto impari, ma uno ci spera sempre...
Chiunque conosca la vita di Negozio, sa che ormai siamo verso un'abbondanza sistematica di lavoratori con la domenica contrattuale: capita sempre più spesso che, al di là dell'accordo, a questi colleghi venga chiesto un cambio giorno (sempre ben accetto e sempre esente da Clausole e maggiorazione). “Domenica vuoi stare a casa?”
Il part time, in questo modo, diventa un jolly che, la settimana successiva, recupera quando più fa comodo, indipendentemente dai giorni che ha nella lettera di assunzione.
Su questo fronte, storicamente debole, non solo non sono stati fatti passi avanti ma si è praticamente messo il timbro sul metodo.

Forse, bisognava puntare di più sul principio che se, con l'accordo domenicale, io ti do l'equa ripartizione dei carichi e il potere di comandare ciò che ti manca, tu azienda non hai più motivo di assumere persone con la domenica nel contratto: altrimenti, stiamo parlando unicamente di fare un Accordo che gestisca i “vecchi” con un po' di caramelle (la nuova scaletta che, ora lo hanno capito tutti, è più bassa) fino a che non si “estinguano”.

La discussione è aperta: cominciamo con una domanda (retorica) rivolta ai nostri lettori.
Da quando è partito l'Accordo domenicale nel 2016, ad oggi, i Diritti di Informazione generali ci dicono che in azienda (per pensionamento o dimissioni o licenziamento) sono aumentati i lavoratori domenicali, in ricambio ai fuoriusciti.
L'Accordo originale stesso dava facoltà (!) a chi volesse aumentare il proprio monte ore di aggiungere la domenica ordinaria (che cu/#!).
Nel frattempo, su Milano e province limitrofe è sparito il 16 agosto: una giornata di festività che si vede trasformata in lavorativa ordinaria ed esce dal budget delle scalette. Stiamo parlando di un gran numero di Negozi e di tanti soldini risparmiati, ma la trattativa non subisce nemmeno un colpo di tosse. Insomma: le condizioni iniziali, oggi, sono di un risparmio per l'azienda ancora maggiore di quello di partenza. Ne vogliamo tenere conto, ora che si apre il Contratto Integrativo?

Magari qualche dirigente presente in trattativa può darci qualche dato tecnico (costi, teste, proiezione..); oppure, dopo averci detto che la trattativa è difficile, può lasciare il posto ad un altro: nessuno è obbligato a star lì, a fare il “mestiere sporco” di rappresentare.

Flaica.Uniti/Cub Milano