IL RITORNO DEL MARITO SCEMO
Forse siete tra i consumatori seriali di fiction, e adorate divorare intere stagioni di Troni di Spade, Gomorre varie e Walking Dead... Vi farà piacere quindi se oggi tratteremo proprio di “morti che camminano” e di aggiornamenti sul teleromanzo più seguito degli ultimi mesi: dopo “L'Amica Geniale”, “Il Marito Scemo”.
I più attenti lettori di questo blog sanno che una delle nostre passioni è diffondere i comunicati di Filcams-CGIL, Uiltucs-UIL e Fisascat-CISL ogni volta che annunciano allegri di aver “ottenuto” una limitazione dei danni da loro stessi creati. Non muovono un dito contro le assunzioni con domenica ordinaria e allora firmano un Contratto Nazionale con la domenica obbligatoria per tutti, per “solidarietà”. Poi ti dicono che l'articolo 141 appena firmato è terribile e quindi bisogna fare un Accordo domenicale per evitare che Esselunga lo applichi..
Abbiamo scritto, a proposito di un volantino Uil:
“Dicono (come la Cgil) che hanno ottenuto la riduzione del numero di domeniche obbligatorie: uno pensa di vedere un asterisco che rimanda ad una nota sul retro, dove ci ricordano che se sono obbligatorie è per colpa loro. Invece no. Come essere sposati con un marito che ti vende tutte le lampadine di casa, ti lascia al buio e poi un giorno ti fa trovare due candele in soggiorno: “Amore! Ho ottenuto di illuminare una stanza! ...sono bravo, eh?”.”
Bene: eccovi un'altra puntata:
Breve riassunto: nel 2016 si apre la
“trattativa” con la quale Esselunga dice che cancellerà le deroghe; dice pure che vuole poter comandare le prestazioni a tutti, evitando le difficoltà interpretative dell'articolo 141 CCNL. In “cambio”, è disposta a concedere qualche cambio giorno ai lavoratori domenicali – cosa che già si fa in molti Negozi, visto il crescente numero di questi.
Dopo alcuni mesi di assestamento, in cui la stessa Azienda prendeva le misure su compensativi, malattie e riprogrammazoni in caso di assenza, ci siamo trovati a regime con una spiacevole controindicazione (tra le tante): se la prestazione domenicale (comandata o meno) è seguita da una settimana contenente festività cadente in feriale, la mancanza di un riposto compensativo IN AGGIUNTA all'astensione festiva fa sì che si perdano le relative ore di retribuzione.
Come dicevamo, all'inizio non era così e non era per tutti: si poteva vedere qualche busta paga su cui la rinuncia al riposo veniva pagata con ore aggiuntive/di straordinario... finché, sul finire del 2016, a tavolo di “trattativa” ancora in pieno fermento, dopo pochi mesi, la Filcams-CGIL si accorge del problema con alcuni iscritti. Fa circolare un comunicato senza firma o intestazione, su qualche bacheca, in cui spiega che chi rinuncia al riposo in quella eventualità è pagato uguale a chi ne gode. Sullo stesso comunicato dice che non sono certe anche alcune maggiorazioni (bravi, eh?).
Nel frattempo, chi NON ha facoltà di scegliere se fare riposo e festivo (la Sorveglianza Negozi) si ritrova ogni volta le due giornate sovrapposte.
Un delegato, o un membro del Coordinamento Nazionale qualsiasi presente in trattativa avrebbe potuto puntare i piedi per chiedere che il problema fosse risolto PER TUTTI NEL TESTO dell'Accordo, che fino al giugno 2018 non sarebbe stato confermato. Invece ha fatto causa.
Ovviamente l'ha vinta: se presento una busta paga e faccio vedere al Giudice che chi fa un giorno di lavoro in più è pagato uguale a chi lo stesso giorno se lo fa a casa, è un rigore a porta vuota.
Piccolo dettaglio: conosciamo Esselunga, che per orgoglio o coerenza fa ricorso su tutto e chiederebbe l'Appello anche al Giudizio Universale. Oggi così abbiamo 3 lavoratori della Cgil che hanno, nero su bianco, il diritto ad un compensativo non assorbito dal festivo; altre 22mila che devono sperare in una gentile concessione, tenendo conto del fatto che, avendo fatto Appello, Esselunga per i prossimi anni dovrà mostrarsi ancor più rigida per ripetere, in Tribunale, di essere convinta di essere nel giusto. I lavoratori del Servizio Sorveglianza, per rimanere nell'esempio, si sono ritrovati nero su bianco il riposo assorbito dal festivo ogni qual volta il problema si presenta, per tutti i mesi a venire.
Naturalmente anche noi faremo causa per chiunque lo chiederà, ma rimane un po' di sconforto nel pensare che dovremo riempire i Tribunali, uno ad uno, fino al terzo grado di giudizio: che trattativa era, se nemmeno un problema così limpido si è potuto risolvere nell'Accordo?
Sentite come commentano sulla pagina facebook:
Sì, è proprio lui: il marito scemo che ha firmato l'Accordo Domenicale grazie al quale NESSUNA domenica sarà mai più “straordinaria”. Vuole essere ringraziato perché ha risolto per 3 persone il problema che ha creato ad altre 22.000.
LA LA LAND(ini): lui cerca lei, lei cerca lui.
Si vogliono, bisticciano, si separano, si ritrovano.
SOLITI BALLETTI, SOLITA MUSICA, E SOLITO FINALE SCONTATO.
Nostro marito però non si ferma: è già alla prossima battaglia per la democrazia. Eh, già: il Congresso Cgil. Dura due anni e si sa già da un annetto che vincerà Maurizio Landini, però è importante che nel frattempo si facciano le assemblee per sentire gli iscritti: ai lavoratori viene presentata una lista di perfetti sconosciuti (non che importi: ai Direttivi votano tutti uguale) a sostegno di due documenti che nessuno legge, perchè dicono aria fritta, ma decideranno quante poltrone si spartiranno all'interno degli organi dirigenti.
Sui loro manifestini ci raccontano che “Il sindacato sei tu!”, con “la speranza di avervi incuriosito”.
Magari i lavoratori avrebbero più curiosità di sapere perché prima fanno la battaglia sulle domeniche e poi si inginocchiano a firmare un Contratto Nazionale che le rende obbligatorie (per sbloccare tanti soldini agli Enti, nel bilancio sindacale?).
Magari sono curiosi di sapere in che modo si possa considerare “un buon contratto” quello che ti toglie la malattia retribuita..
Magari sono curiosi di sapere se la Cgil avrà speranze, in futuro, di togliersi dalla scia di Cisl e Uil – che nel Commercio ormai si siedono al tavolo con il tovagliolo al collo e i nostri diritti in una scatola col fiocco. Che senso ha, infatti, essere il “più grande sindacato italiano” se poi hai il potere decisionale di un gatto ubriaco?
Ve la togliamo subito, la curiosità: Maurizio Landini è stato, per anni, la sperone nel fianco della Segreteria Nazionale. O meglio: finchè era nella Fiom-CGIL (categoria meccanici), rappresentava l'ala critica. Prendendo un sacco di sberle, in un settore dove le crisi si susseguono a catena, chiedeva a gran voce una sterzata brusca e più incisività ad un Sindacato che si dimostrava sempre più vicino al “fornitore di servizi” come concepito da Cisl e Uil, che dall'invenzione degli Enti Bilaterali hanno prodotto più poltrone (per se stessi) di Divani & Divani.
Cosa pensava Landini, nel 2014, dell'Accordo Quadro sulla Rappresentanza?
..non gli piaceva proprio: sanzioni ai rappresentanti, limitazioni alla libertà e all'autonomia..
Poi, a furia di stare in televisone a parlare di “siòpero”, ha scoperto che stare seduti al caldo è meglio che tenere le bandiere in piazza: si prendono gli applausi del pubblico, si diventa famosi.
Ha baciato la pantofola della Camusso, dopo aver sottoscritto il più vergognoso contratto mai avuto dai metalmeccanici [http://www.cub.it/index.php/174-organizzazioni-cub/flmuniti-cub-metalmeccanici-telecomunicazioni/11389-e-una-vergogna-nel-2017-l-aumento-dei-salari-secondo-il-ccnl-metalmeccanici-sara-di-1-77-lordi-medi-al-mese-83-centesimi-netti ] e oggi siede in Segreteria, già pronto ad essere incoronato alla fine di un Congresso preconfezionato.
Ripetiamo la domanda: potrà, la Cgil, tornare ad essere quella delle sue radici, alla Di Vittorio?
Se la risposta è “Maurizio Landini”, abbiamo capito perché 245.000 iscritti abbiano dato disdetta.CambiaLiberamente Staff