Sovratitolo

Creato dai lavoratori per i lavoratori, il blog è dedicato a tutti coloro che lavorano in Esselunga ma siamo in grado di dare informazioni utili anche a tutti coloro che lavorano nella GDO..

15 febbraio 2018

Stato Sociale


TRIONFA LO STATO SOCIALE. 

 A SANREMO. (quello vero, se la passa male)

Dopo l'incontro Azienda-sindacati confederali del 28 gennaio scorso, le novità sostanziali, come al solito, non sono tante. Le possiamo riassumere molto schematicamente:

-Esselunga estende l'orario di apertura di alcuni Negozi: alcuni apriranno alle 7.30 anziché alle 8.00. Tre Negozi estenderanno l'apertura all'intera domenica e non solo alla mattina...
Insomma: il trend di allungare gli orari al pubblico, a parità di organico (così pare), si consolida.

I tre sindacati hanno sollecitato all'azienda maggiori informazioni (“Sì, certo: come no”)
Hanno chiesto ragguagli sulle ore di formazione finanziata da Fondo Forte.

E poi hanno firmato anche quest'anno l'Accordo sul Welfare. La contrattazione funziona così: ci si siede al tavolo, noi diamo qualcosa all'Azienda e l'Azienda in cambio ci dà qualcosa.
Con l'Accordo domenicale non ha funzionato molto bene: sono sparite le deroghe e i nuovi assunti sono rimasti esclusi da qualsiasi trattamento che non sia il 30% del Contratto Nazionale. Non sono nemmeno state bloccate le assunzioni con la domenica incorporata, e così facendo la platea di persone interessate alla scaletta è in costante calo... Come abbiamo detto più volte, PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA DELLA CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA ESSELUNGA NON SOLO NON CI METTE UN CENTESIMO “NUOVO”, MA VA PURE A RISPARMIARCI IN MANIERA CRESCENTE.

E oggi, per la seconda volta di fila, l'Azienda ci guadagna (bene), mentre a noi i pochi soldi in più non li dà il Padrone, ma lo Stato...cioè noi.

La Cgil lo ammette pure: ha ottenuto il 10% in più, per chi userà il Salario Variabile in welfare per devolvere quota parte del risparmio contributivo aziendale al lavoratore. “QUOTA PARTE”.
Ci riconosceranno una parte di ciò che loro risparmieranno in tasse se tu scegli, ad esempio, di dire che possono tenersi i soldi del tuo premio per pagarci il pranzo al Bar Atlantic e farti evitare la tassazione della somma.

Quest'anno potremmo pagarci anche l'abbonamento ai mezzi pubblici: l'urbano di Milano, ad esempio, che costa 35 euro al mese. Per dodici mesi, sono 420 euro (praticamente pari al premio di 430 euro, FERMO DAL 2004).

Il Comune di Milano, però, dice che lo Stato gira meno tasse, e stanno finenedo i soldi. ha già deliberato l'aumento del biglietto da un euro e cinquanta a DUE EURO; aumento che si rifletterà su tutti gli abbonamenti, in proporzione. Tra un anno, il premio non basterà a coprire dodici mesi di mezzi pubblici. Vedete anche voi una spirale verso il basso? Ne riparleremo presto.

Intanto: il 16 febbraio i confederali si vedranno per il monitoraggio dell'applicazione dell'Accordo Domenicale!



NOSTALGIA CANAGLIA
Ah, che sospiri, ogni qual volta ci capita di pensare a qualcosa collegato ai ricordi d'infanzia..
Ve le ricordate, le caramelle a forma di fischietto? Ogni tanto ritornano di moda... Pensate che divertimento: potete fischiare come matti, e poi ciucciare la caramella. L'unico imbarazzo è se fare una cosa o l'altra. Ma noi conosciamo qualcuno che riesce a CIUCCIARE E FISCHIARE CONTEMPORANEAMENTE: alcuni delegati CGIL. Spieghiamo meglio:

STONATURE DI UN ACCORDO MINORE
In un Negozio di Milano, la Filcams Cgil emette un comunicato per dire che, visto che lì aveva vinto il NO al referendum sul testo domenicale, non si è proceduto a fare un Accordo di Negozio.
E siccome non c'è stato Accordo, la rsu dice che non può avere accesso ai dati e pertanto non si può discutere se l'applicazione è corretta o fantasiosa (per la cronaca: è molto fantasiosa).
La colpa, se ne deduce, è di chi ha votato no . Anche se non abbiamo letto da nessuna parte che Esselunga, se la rsu non firma, possa fare quello che vuole. Che sia una scusa?

In un altro Negozio di Milano, ha vinto di poco il NO ma il delegato e la sua evanescente collega decidono di firmare ugualmente: in assemblea ci sono i soliti quattro gatti, ma per lui il fatto che nessuno si presenti a contestare significa che ha il mandato per fare il contrario di quello che ha detto il voto (molto partecipato) dell'intero Negozio. Così può controllare meglio.

E i Negozi dove non sono presenti i tre amigos? L'azienda ha detto loro che non avranno il permesso di farci assemblee! Allora loro, per protestare, firmano l'Accordo di Negozio anche per i Negozi in cui non sono presenti, senza nemmeno fare assemblee. Questo sì che è rispetto!

A Varedo, la Cgil viene sfiduciata dai lavoratori, che disdettano le tessere di un Negozio dove il no ha STRAVINTO.
Cgil, Cisl e Uil territoriali, senza avere nemmeno una tessera in Negozio, firmano l'Accordo e non ne divulgano nemmeno i contenuti.



In un Negozio della provincia di Milano, stravince il NO: la rsu, monocolore Cgil, fa allegramente la trattativa con firma finale. Chissà come mai, la regola “ha vinto il no, quindi non firmiamo” anche qui non si applica. Non servono dati, però, per vedere che l'Accordo è applicato coi piedi: allora fanno un comunicato in bacheca sindacale per dire che chiederanno ai lavoratori in assemblea se è il caso di ritirare la firma (come se servisse a qualcosa, come se non avessero già votato NO).
Pochi giorni dopo, si annuncia l'assemblea. Pochi giorni dopo ancora, l'assemblea è annullata.

L'ESSELUNGA DI LAS VEGAS
Abbiamo fatto di recente un incontro avente per oggetto una contestazione, relativa proprio alla programmazione domenicale di quel Negozio. Abbiamo incontrato quindi l'Azienda che, in onore a Briatore e ai suoi manageriali e perentori :”SEI FUORI”, chiameremo Flavio B. (nome di fantasia).
Chiediamo se sia normale che una programmazione non sia presente, poi appaia solo a Natale per comandare a pioggia il 24 e il 31, poi sparisca di nuovo. Tipo cartellone luminoso di Las Vegas.
Flavio B. ci guarda e ci dice, senza esitazione e con grande sicurezza: “Certo che è regolare: l'Azienda comanda quando ha bisogno”.
E noi, sciocchi, mica l'avevamo capito: VALE TUTTO! Sei fuori! Grande, Flavio B.: salutaci la Gregoracci !!! Ci vediamo al prossimo Reality Show, “Chi vuol esser comandato?”

RISPETTO AL RISPETTO
Un paio di mesi fa ha fatto scalpore un paragrafo dove avevamo classificato i delegati Cgil in tre grandi gruppi: è ancora leggibile (non cancelliamo niente, se non i post minatori).
In sostanza, dicevamo che il primo gruppo è quello di chi ci crede veramente e che ha “tutto il nostro rispetto”. Poi c'era il secondo gruppo, di chi crede che l'azienda fa comunque quello che vuole e, ci chiedevamo: ma se pensi che l'attività sindacale sia ininfluente, perché continui ad usare permessi per farla? Il terzo gruppo era di quelli convinti di contare davvero qualcosa: quelli hanno la nostra invidia, perché l'autostima è importante.

Oggi volevamo aggiungere un quarto gruppo, trasversale: gli analfabeti. Abbiamo incontrato un nutrito gruppo di delegati Cgil ad un corso e tutti – TUTTI – si sono dichiarati offesi.

Evidentemente NESSUNO si era riconosciuto nel primo gruppo. Tutti erano offesi per la citazione
sull'uso dei permessi; mica abbiamo detto che ne fanno un uso improprio! Abbiamo solo specificato che se credi e dici che “l'azienda fa comunque quello che vuole”, sei tu che ne certifichi l'inutilità.

Come argomento avverso, ci hanno detto: “Perché c'è chi si sveglia alle 2 di notte per fare le assemblee a Pioltello”. Colleghi cari: ci mancherebbe! Pretendete di decidere per tutti, vorreste pure non fare le assemblee? Ma il problema non è quante ne fate, ma quello che dite.

State assuefacendo i pochi ancora interessati all'attività sindacale; continuando a raccontare che è normale perdere qualcosina ogni giorno, chi ha ancora un po' di spirito, sta perdendo la speranza che la tendenza possa invertirsi. I piagnistei sul “male minore” da accettare; i “premesso che non sono d'accordo”, per poter ciucciare e fischiare contemporaneamente; le dimenticanze, quando non ricordate che non c'è differenza con Cisl e Uil. E se questa vi suona come un'offesa, pensateci: sono i vostri compagni di merende. Non meriterebbero più rispetto?
E' stato appena firmato il CCNL della ristorazione: aumenti inferiori all'inflazione e un regalo per i neo-assunti, ai quali si estende il trattamento che da noi è significato 120 ore di lavoro in più all'anno (tre settimane) per quelli che ormai chiamiamo i “40 ore”. Complimenti.

Meriterà un capitolo a parte invece la sottoscrizione degli integrativi, dove ritroviamo la firma di un certo Lorenzo Bigagli che il 22 gennaio 2016 sigla per Esselunga l'Accordo Domenicale, e il 29 marzo 2016 con Carrefour (confermato il 22 aprile 2017) si porta a casa un bel risultato.

Attendiamo con ansia il nostro. “Ansia” è la parola chiave, quando si è in buone mani.

Marcello Donadello – FlaicaUniti.CUB