Sovratitolo

Creato dai lavoratori per i lavoratori, il blog è interamente dedicato a tutti coloro che lavorano in Esselunga.

22 settembre 2018

Domeniche: le proposte continuano...

Apriamo anche le banche e gli uffici statali!

Dopo l'annuncio dell'arrivo in parlamento di non uno ma due disegni di legge, che riguarderanno la liberalizzazione degli orari di apertura al pubblico degli esercizi commerciali e più nello specifico dell'abrogazione del decreto Monti denominato "Salva Italia" e la sua calendarizzazione all'interno della "X"commissione parlamentare (Attività produttive Commercio e Turismo), martedì alle ore 14 è iniziata la prima discussione in merito , che discuterà su di un testo unificato tra le due proposte M5s e Lega.


Per quanto ci riguarda negli ultimi giorni, dopo il precedente Post in numerosi ci avete scritto e dato consigli e suggerimenti, possibilmente da portare all'attenzione dei membri della X Commissione parlamentare, tra l'altro come da loro richiesta durante l'incontro che facemmo a metà luglio scorso, sono emerse anche numerose domande o perplessità sia per i Part-Time che per i Full-Time domenicali e anche qualche allarmismo, oltre ad alcune interessanti proposte, che ora proveremo a elencare e commentare.

Certo, dobbiamo anche prendere atto, che la stampa in genere sia in formato cartaceo ma soppratutto on line, non è stata in silenzio, ne abbiamo sentite e lette in tutte le salse, di interviste, non c'è giorno in cui un imprenditore (vedi Farinetti di Eataly nell’ articolo qui a sx) addirittura scomodi la Bibbia tirando in ballo "l'Apocalisse" per i supermercati e i centri commerciali, altri a proferire di migliaia di posti di lavoro persi!, altri ancora che vorrebbero tutto il mondo degli uffici statali aperti, le banche e via dicendo, divertente anche l'ironia sui Social con immagini di Zombi desolati che provano ad accedere ai centri commerciali chiusi.
 

Prima di dare qualche suggerimento al governo, in quanto come Flaica/CUB sindacato di Base, abbiamo partecipato ad un incontro preliminare a fine luglio nel quale ci venne rinnovato l’invito ad una prossima audizione oltre alla possibilità tramite indirizzi mail diretti dei componenti della X Commissione di inviare eventuali idee e suggerimenti, dopo questa premessa, cerchiamo di fare una nostra macro-analisi della situazione attuale del commercio.
Inutile nascondere che seguiamo con timore anche la prevedibile controffensiva di chi non vede di buon occhio un ritorno ad una regolamentazione più civile, perché questa libertà totale ha “desertificato” e privato le periferie delle grandi città e i centri storici dei paesi di servizi essenziali, a danno delle piccole e medie attività commerciali a conduzione familiare, creando forti disagi a quella parte della popolazione che comprende la fascia della “terza età” magari senza più la possibilità di utilizzare l’auto per spostarsi.

Citiamo o mettiamo al centro del nostro ragionamento alcune riflessioni maturate in questi anni di "insofferenza al lavoro domenicale" e analizziamo:

Le aperture domenicali non hanno mai aumentato i volumi di fatturato e servizi, ma li hanno semplicemente redistribuiti: vendere “100” su 7 giorni equivale a vendere “100” in 6 giorni.

Quindi fare su 7 giorni gli stessi volumi significa solo chiedere maggior flessibilità allo stesso personale, lo vediamo nella necessità che ha portato TUTTE le grandi catene a rendere meno pagato il lavoro domenicale, con disdette o cancellazioni di accordi integrativi che premiavano il maggior “sacrificio” o disagio al dipendente. La chiusura domenicale non porterebbe la clientela domenicale a smettere di acquistare, ma semplicemente a redistribuire la propria spesa; invece il lavoratore domenicale è già ad oggi “redistribuibile” nell'arco settimanale – pratica che viene spesso utilizzata con flessibilità non riconosciuta economicamente al lavoratore, soprattutto se Part-Time.

Le ore/lavoro aggiunte per le aperture domenicali o addirittura per l’ h.24 effettuate ad esempio dal gruppo Carrefour, molto presto hanno dovuto essere coperte con l'inserimento di appalti costituiti da lavoratori con retribuzioni di molto inferiori e diritti inesistenti rispetto al dipendente diretto.
 
Dietro a queste liberalizzazioni sfrenate e selvagge spuntano altri costi accessori, ma di peso economico non indifferente per le aziende, che le associazioni datoriali come Federdistribuzione e i colossi della GDO anche nostrana, sembra non ne vogliano tenere conto più di tanto.

Gli orari così ampi come lo sono ora, hanno poi un impatto sistemico generale: sappiamo che per ragioni di marketing e concorrenza oggi si allestiscono vetrine ed espositori sempre più rigogliosi e ben forniti, con presenza di cibo a disposizione fino all’approssimarsi degli orari di chiusura serali o di notte, nonostante la clientela già fin dalle ore 19:30 – 20:00 inesorabilmente va scemando, causando un avanzo notevole di alimenti ancora commestibili ma ormai trasformati dalla mancata vendita in cibo pronto per il conferimento nei bidoni dell’umido, a poco sono serviti i tentativi “legislativi” dei passati governi per ridurre o contenere il fenomeno, in quanto ci si è concentrati solo sul riciclo solidale presso mense o comunità, ma mai sulla possibilità di ridurre gli orari di apertura serale o intervenire sull’ h24 concentrando così i consumi in orari più redditizi.

Un giorno di apertura in più (per vendere gli stessi quantitativi settimanali) significa inevitabilmente UTILIZZARE e SCARTARE più merce, consumare più energia e risorse come l’acqua per produrre questo cibo, oltrechè aumentare anche il consumo di risorse (pensiamo alla sola energia elettrica o il gas) per mantenere efficiente e sicuro il supermercato o centro commerciale che sia.

Quando pensiamo all'impatto sul mercato alimentare in genere, dobbiamo ricordare, solo a titolo di esempio, il settore ortofrutticolo della Grande Distribuzione, non dimentichiamo che l'imposizione di prezzi bassi al produttore nasce anche dalla sempre maggiore voracità dei grandi gruppi, che necessitano più “volume” a minor prezzo. Una vetrina di insalate “rigogliosa” 7 giorni su 7 crea 1/7 in più di spreco: spreco che si rifletterà inevitabilmente sul consumatore e sul lavoratore agricolo. E' pacifico, infatti, che gli stessi promotori delle aperture continuate non siano disposti a mettere in conto le maggiori spese e tendano a metterle in conto altrui.

Inoltre dalla nostra esperienza di lavoratori ma anche all'interno del Sindacato, sappiamo, come mezzi quali il Congedo Parentale frazionato o le ore di permesso ex legge 104/92 vengono richieste spesso per mancanza di alternative: una chiusura serale ad orari proibitivi o un turno domenicale, per una madre o un padre, o genericamente, per chi ha funzione di assistenza, spinge ad indirizzare questi strumenti in copertura di tali fasce. Per quanto marginale, è un altro capitolo di costo che i grandi gruppi scaricano sulla collettività, facendo contratti sempre più disagiati per aperture sempre più proibitive, creando nuove richieste dove prima non vi era necessità di conciliazione con la vita privata;

Federdistribuzione stessa riconosce che un week-end “libero” ha un valore aggiunto: Esselunga lo
ha messo come “premio” incentivante nel (per noi scellerato) Accordo sul lavoro domenicale, implicitamente sottolineando che un dipendente con due giorni liberi può dedicarsi ad altro.

Quì secondo noi c’è un principio da affermare alle associazioni datoriali o alle singole aziende che non sarebbe male inserire nella stesura di questo DDL: “il riposo dal lavoro deve essere inteso come “bene relazionale”, non è la stessa cosa dire “mi riposo tipo il martedì mattina, il riposo vale se quando ci riposiamo si riposano pure gli affetti e le amicizie in genere, un bene, il riposo che deve essere goduto insieme, questo è un fattore che genera qualità della vita!”
Alcuni suggerimenti:
Chi più di chi ci lavora nel supermercato o centro commerciale può comprendere che se sei sul posto di lavoro ad esempio il sabato, fino alla chiusura alle 22:30 e oltre, difficilmente andrai poi al cinema o in pizzeria; sappiamo che lo stesso, la domenica, non potrà fare il turista “fuori porta”, l'identico esempio lo si può “specchiare” sugli stessi clienti del C.C. costretti da chissà quale desiderio o bisogno, fare la spesa di sabato sera alle ore 21:30 piuttosto che domenica mattina alle 8 o nel pomeriggio alle 15 anzichè andare a visitare un museo o prendere una boccata d’aria al parco pubblico con i propri figli o il cane, sarà questa la libertà che essi apprezzano? a noi sembra casomai un bisogno condizionato!

Nastro orario di apertura
Alcuni suggerimenti che possiamo dare ai membri della commissione parlamentare, lo ribadiamo ancora sono sugli orari che abbiamo pubblicato nel post precedente, con le seguenti motivazioni:

Lunedì-Venerdi 8:00 - 20:00 * Sabato 7:30 - 18:00 * Domenica chiuso salvo deroghe
Confermiamo fortemente di essere favorevoli all’abrogazione decreto “SalvaItalia” per la parte che riguarda la liberalizzazione degli orari, indichiamo come suggerimento, in aggiunta al già ottimo impianto del ddl che include le quattro domeniche di Dicembre e più altre quattro aperture accessorie in deroga nell’arco di tutto l’anno, di inserire nel testo, in commissione un articolo che contempli anche ben precisi orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali, entro i quali, le Regioni o gli enti locali comunali si dovranno attenere, evitando così le derive liberiste alle quali i lavoratori del settore sono stati assoggettati in questi anni senza via di scampo. Vincoli che riteniamo necessari affinchè gli enti locali preposti, quali soggetti autorizzativi, non restino in balia di interpretazioni fantasiose o della “convincente” audacia delle Lobby della grande distribuzione organizzata.


Località turistiche

Anche questo capitolo, per evitare mal interpretazioni e quindi tornare alla giungla esistente ad oggi per cui sembra che la maggioranza dei comuni italiani sia a carattere turistico, sarebbe molto importante stabilire a livello Nazionale dei saldi vincoli!

 
Si potrebbe agganciare ad esempio la denominazione di " Comune turistico" in base agli introiti della tassa di soggiorno che i Comuni incassano dagli operatori turistici e sarebbe un dato reale e certificato, ed una volta aver acquisito tale denominazione, per una località marittima potrebbe essere proficuo estendere la deroga alle chiusure per i mesi di Luglio e Agosto e poi c'è Dicembre che già ne fa parte senza aggiungere le altre quattro accessorie durante l'anno, per i comuni montani i mesi potrebbero essere gli stessi con l'aggiunta di Gennaio dando solo la facoltà alle Regioni di negare la deroga, eventualmente, poi ci sono le città d'arte, per le quali il turista/visitatore è in presenza costante al di là della stagionalità tutto l'anno senza picchi estivi o invernali e si possa usare la stessa disciplina, solitamente il turismo"d'arte" non va in cerca dello shopping al centro commerciale, ma visita musei, gallerie, antiquari d'arte, castelli, parchi botanici ecc..

Riassumendo, stiamo parlando di 16 domeniche in tutto, circa il 30% delle 52 domeniche totali, ovviamente si ribadisce che i festivi non si derogano neanche nel comune turistico, magari sia messo nero su bianco anche questo principio e crediamo che le associazioni datoriali possano accontentarsi.


E-commerce:

Anche se in Italia l’abitudine agli acquisti tramite Web non è ancora “esplosa” fino a raggiungere i livelli di altri paesi europei o degli Stati Uniti, il settore è in costante crescita, possiamo affermare con certezza che tutti i soggetti commerciali della GDO sono dotati di piattaforma E-commerce, ordini la spesa on-line: o te la portano a casa o vai tu a ritirarla (un chiaro esempio per Esselunga è il “Clicca e Vai”), anzi potrebbe essere vista in una prospettiva di ulteriore sviluppo commerciale, tuttalpiù (ma questo è un’altro capitolo) si dovrebbe intervenire per tutelare maggiormente i lavoratori del “facchinaggio” di settore.


Questo è quello che pensiamo e andremo a suggerire quando saremo convocati in audizione alla X commissione parlamentare che si occupa tra le altre cose di commercio, siamo chiaramente sempre favorevoli e disponibili ad accettare idee e suggerimenti da portare poi in commissione, utilizzate i commenti oppure la solita mail:
cambia.liberamente@gmail.com
 
CambiaLiberamente Staff

7 commenti:

  1. d'accordo su ogni riga..Vincenzo

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  2. Avete fatto un'analisi ampia e senz'altro condivisibile.
    Più che corretto affermare il principio che “il riposo dal lavoro deve essere inteso come “bene relazionale”.
    Certo non è la stessa cosa dire “mi riposo, tipo, il martedì". Il riposo vale se quando ci riposiamo si riposano anche gli affetti e le amicizie in genere.
    Ovvero, per essere goduto e generare qualità della vita, il riposo deve essere goduto insieme, cioè condiviso con chi si ama.

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  3. Ciò che evidenziate riguardo alla stampa in genere, sia in formato cartaceo sia (soprattutto) on line, in merito al loro dipingere scenari apocalittici per i supermercati, i centri commerciali, i posti di lavoro eccetera, pare proprio vero.

    Fa venire in mente quel che sarebbe successo allo scorso referendum costituzionale se avesse vinto il NO. Invece, ha vinto il No e nessuna profezia apocalittica si è avverata. Anzi, grazie agli italiani, e nonostante le campagne indegnamente faziose, la Costituzione è rimasta salva. E con essa i diritti di milioni di cittadini.

    Tutto ciò fa riflettere su chi e cosa muove i mezzi di informazione, e su come fare in modo possa divenire più obiettiva e trasparente, a beneficio di tutti i cittadini.

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  4. Scusate un attimo. Le leggi, essendo emanate dal parlamento, dovrebbero essere espressione della "volontà popolare". Adesso io posso capire che se "il popolo" (inteso come la maggioranza delle persone) vuole una cosa, e una cerchia ristretta di imprenditori ne vuole un altra, è giusto che si faccia una legge. Ma perché, se "il popolo" vuole che i supermercati evitino gli sprechi alimentari, e che i negozi stiano chiusi la domenica, in questi credo 7/8 anni post-salvaitalia, ha LETTERALMENTE preso d'assalto negozi e centri commerciali di domenica, e CHIARAMENTE privilegiato i supermercati come esselunga (leader indiscusso del settore, sempre in crescita) che ha nella sue principali regole la famosa frase "l'ultimo cliente deve essere servito come il primo". Con il conseguente spreco COLOSSALE di alimenti... e ve lo dice uno a cui viene il vomito, ogni volta che fa chiusura e butta via, tutto quello che buttiamo via ogni giorno...

    E' palese che di questa proposta delle chiusure domenicali interessa solo ed esclusivamente alle migliaia di elettori, ops scusate, lavoratori della gdo e affini. Non è di nessun interesse pubblico. Anzi.

    Io sono come quelli che avete deriso a inizio articolo che vorrebbe "tutto" aperto 7 su 7. poi chiaro, in germania dove sono tutti ricchi, possono permettersi di chiudere i negozi alle 5 del pomeriggio, e a lasciarli direttamente chiusi tutto il giorno la domenica. Ma in italia dove c'è una disoccupazione, soprattutto giovanile, da SPAVENTO, io trovo assurdo che la prima cosa che viene in mente è TOGLIERE LAVORO la domenica. Poi forse io vivo nell'isola di pasqua, ma nel mio negozio nessun domenicale si lamenta di lavorare la domenica, quello di cui si lamentano -giustamente- è che non siano equamente distribuite tra tutto il personale. Però noi "non-domenicali" invece che accettare una giusta redistribuzione dei carichi di lavoro, portiamo avanti quest'assurda battaglia della chiusura, con magari conseguente perdita di alcuni posti di lavoro dei domenicali.

    Almeno evitiamo di cercare scuse come gli sprechi alimentari e il riposo condiviso con gli amici. Perché è il MERCATO, a stabilire quando un negozio deve stare aperto, e quanta merce deve buttare via la sera. E se i clienti si accontentassero di quello che trovano, senza pretendere di avere tutte le referenze alle 20.59 e alla domenica se ne andassero in montagna con gli amici, state tranquilli che i supermercati non butterebbero via niente e alla domenica sarebbero chiusi.

    La mia non è una critica generale a voi della flaica e del blog, che anzi seguo sempre molto volentieri, ma è una critica proprio contro questa proposta di legge e il controsenso che ne sta alla base.

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  5. Ottimo e pieno di spunti... ci vorrebbe un libro, per rispondere.. ma spero che in un modo o nell'altro, prima o poi, riusciamo a fare delle blog-convention in cui si possa discutere tutti di persona.. Nel frattempo, mi permetto di fare alcune osservazioni:
    1 – se dovessimo ascoltare il mercato, non ci sarebbe mai stata una singola apertura domenicale. L'estensione degli orari è semplicemente antieconomica, tant'è che appena si sono stabilizzate le aperture domenicali TUTTE LE GRANDI CATENE hanno dovuto abbattere il costo del personale, cioè RIPORTARLO INDIETRO A CIFRE ECONOMICAMENTE SOSTENIBILI. Tutti i grandi gruppi hanno stracciato fior di maggiorazioni e anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo fatto partire contratti in cui la domenica è ordinaria. Il mercato PURO direbbe che se io apro fino a mezzanotte e le cose vanno bene, non ho bisogno domani di dire ai lavoratori che sono costretto a pagarli meno dell'anno scorso, e che saranno affiancati da colleghi nuovi che prenderanno ancora meno.
    Mi ricorda una bella battuta, sentita da un imprenditore in un talk show in cui si parlava dei diritti dei “riders” in bicilcletta: “State attenti che se pretendete un contratto con diritti equiparati, le aziende non potranno sostenerlo”. Lo diceva seriamente: come dire: “Attenti che se non accettate di essere sottopagati, l'azienda non ha convenienza”. Che mercato è, quello che si basa sullo “schiavismo-light” volontario?.

    2- in Germania non sono affatto tutti ricchi: c'è un grosso problema di redistribuzione e fra pochi anni esploderà il problema dei giovani, sempre più obbligati a galleggiare coi micidiali mini-jobs. Il benessere macroeconomico della Germania si basa solo sull'infrazione del disavanzo commerciale (la Grecia che fallisce e, in cambio di “prestiti”, è OBBLIGATA A SPENDERE MILIARDI IN ARMI a beneficio di alcuni..). Se non è ancora in declino, è perché non sono ancora in moto i sistemi di dumping monetario, salariale che vanno ad ammazzare il valore aggiunto: i negozi non sono chiusi perchè i tedeschi se la passano meglio... ma I TEDESCHI SE LA PASSANO MEGLIO (anche) PERCHE' I NEGOZI SONO CHIUSI.

    3 – non è certo una scusa, quella degli sprechi. Il sottoscritto non ha figli, ma ogni volta che entra in un Iper o in una Coop (per una volta non parlo di Esselunga), vedo MONTAGNE di pane, pizza, frutta, polli, dolci... Chi pensa che si possa andare avanti così, a buttare via due panini ogni tre venduti, non ha capito che il “sistema natura” ha dei limiti: non scherziamo, quando diciamo che una catena che butta via tonnellate di insalata e pomodori, si presenta dal produttore agricolo e chiede di dimezzare i prezzi. Da dove nasce quello Stato nello Stato che si chiama Rosarno, dove migliaia di schiavi sono lì, sotto gli occhi di tutti? ...ma nessuno in quel caso parla di parassiti da rispedire in Africa: senza schiavi, i prezzi raddoppierebbero... e questo “mercato” HA BISOGNO DI SEMPRE PIU' SCHIAVI, SEMPRE PIU' GENTE CHE OGGI GUADAGNI MENO DI QUELLO CHE HA GUADAGNATO IERI.

    Ti garantiamo che quello che facciamo, il discorso che stiamo portando avanti, non è affatto di convenienza personale: molti di noi le domeniche le hanno sempre fatte come volontari, finché qualcuno ha tirato fuori un Accordo che prende per il culo i domenicali e li usa come scusa per attaccare i “vecchi”, per metterci gli uni contro gli altri. Il sottoscritto, come tutti gli amici e amiche del blog, avrebbe parecchio tempo libero in più, se mollasse il sindacato di base (che non retribuisce niente, sia chiaro!): smetto di fare opposizione alle domeniche, me ne faccio fino ad avere una scaletta alta il doppio del mio collega domenicale e mi godo la differenza: lui che se ne fa 50 al 30% e io che con la metà raggiungo più del doppio della sua maggiorazione. Siccome a noi questo fa schifo, preferiamo perderci (in salute e in tempo) e poter dire che stiamo provando a FRENARE questa corsa al ribasso.

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  6. Un ultimo concetto, poi, sulla legge che fa la volontà del popolo. Ci sono leggi che fanno il bene del popolo, pur essendo contro. Alzi la mano chi vorrebbe l'abolizione dell'IRPEF. Ma senza IRPEF, niente scuole pubbliche (quel poco che rimane), niente sanità pubblica, niente illuminazione stradale... Anche gli aumenti sulle sigarette si fanno per legge.. e non sono d'accordo i fumatori, non sono d'accordo i tabaccai che dicono che se va avanti così devono chiudere ;)

    A parte le battute: grazie dei tanti spunti. Continua a farti sentire, e pizzica i tuoi colleghi che pensano di essere esentati dall'argomento: ci riguarda, in un modo che non è solo il diritto di farsi una dormita la mattina (o di andare a messa).. ma è proprio l'idea di società e di futuro: non si può lasciare in mano ad un mercato; soprattutto un "mercato" che sembra creato per sopravvivere agli esseri umani..

    Se hai necessità di discutere con noi, anche in via privata o di persona, per illustrare altre tue perplessità o per permettere a noi di spiegare meglio il nostro pensiero, non hai che da chiedere. Fermo restando che, come già detto, ne parleremo tanto e a lungo.

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  7. PROLOGO:
    Stefano non preoccuparti,il Mercato non si farà mancare niente,ne tantomeno di gestire al Suo meglio la tua vita,i tuoi bisogni,le tue aspettative,i tuoi sogni.
    Marcello non preoccuparti,la gita fuori porta,il picnic,la famigliuola con l'utilitaria,non interessano più a nessuno,vedila così,se la domenica sono occupati a lavorare si evitano inutili tragadie familiari.
    EPILOGO:vi preoccupate per nulla,tanto questo paese è destinato a implodere su se stesso,economicamente e socialmente.Culturalmente lo siamo già,la volontà popolare (buona parte,quella peggiore) così ha scelto,e questa maggioranza di governo ci rappresenta perfettamente,ma non preoccupatevi per ora,ora siamo solo all'inizio.C'è da mungere la vacca il più possibile,finchè ne ha,finchè c'è tempo,una volta che la vacca sarà morta chi credete che resterà senza latte? non saranno ne i padroni ne il mercato....quindi,chi resta?Nel frattempo la giostra continuerà a girare,e noi,popolo ormai inebetito dall'abbondanza dell'inutile,la guardiamo roteare,con tutte le luci a seguito,dal nostro sempre più piccolo e misero orticello.
    Paperoga

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