Sovratitolo

Creato dai lavoratori per i lavoratori, il blog è interamente dedicato a tutti coloro che lavorano in Esselunga.

1 giugno 2019

La porcata è servita..! parte seconda

E rieccoci a Tortona, la Porcata è servita...elezioni RLS lecitamente indette dai lavoratori con raccolta firme a sostegno, ma boicottate dall'Azienda.......e colpo di scena finale con la solita complicità.


Ci risiamo, non si smentiscono mai, il Signor Porcata e la sua "combriccola" tornano in azione.


Tortona 25 Maggio 2019 si svolgono presso la sala convegni della Croce rossa proprio di fronte al negozio le elezioni indette dai lavoratori per le elezioni dell'RLS (responsabile per la sicurezza sul lavoro). Premesso che nel punto vendita non esistono rappresentanze sindacali di nessuna sigla e tantomeno tesserati ai sindacati confederali, anzi ad onor di cronaca una tessera CGIL cè, e torneremo a parlarne in seguito, le elezioni vengono comunicate come da prassi mezzo raccomandata a tutte le sigle sindacali e naturalmente all'azienda e recapitate in data 9 Maggio.(tenete a mente questa data)

Precisiamo che Flaica/CUB (il sindacato di base al quale aderiamo) a differenza di CGIL,CISL e UIL ha, su un totale 76 dipendenti già 14 iscritti.

Naturalmente l'azienda per bocca del direttore fa sapere "garbatamente" che il lavoratore che ha portato avanti la procedura, non è titolato e tanto meno autorizzato ad appendere in bacheca sindacale le comunicazioni inerenti queste votazioni, quali: comunicazione per la formazione della commissione elettorale, foglio per le candidature e così via, nonostante, e lo precisiamo, siano state raccolta le firme di 50 persone su 76 dipendenti, affinchè si potesse procedere, insomma c'è stata una forte risposta da parete dei colleghi/e che volevano esprimersi con il voto democratico!

I candidati al ruolo di RLS si attestano su un singolo lavoratore , purtroppo poco gradito dall'azienda ma degno di rispetto e apprezzato dai lavoratori, ma con un grande difetto, ossia essere tesserato CUB e avente ruolo anche di dirigente regionale.(vade retro Satana).
Queste comunicazioni vengono tolte e stracciate in maniera a dir poco "autoritaria"
Naturalmente la procedura continua e passati i canonici 10 giorni, che sarebbero serviti a tenere esposte le comunicazioni, le elezioni si svolgono di sabato e fuori dal negozio.

Qui va in scena "Il circo dei clown".

Mattinata molto tesa con Spettabilissimo direttore o sotto la nuova veste di store-manager  che,- ovviamente ironiziamo-, a puro titolo personale e senza secondi fini, intercetta e ferma buona parte dei lavoratori chiedendo LECITAMENTE se avessero avuto intenzione di recarsi al voto, condendo il tutto con frasi tipo:
"sapete per chi andate a votare, non contano nulla non possono fare niente per voi".....solite frasi sconnesse di chi non ha argomenti convincenti.

Ma questa iniziativa presa purtroppo dal nuovo "store-manager", da i suoi buoni frutti e le votazioni si chiudono con 28 votanti dove il quorum ne richiedeva almeno 39. Ma non finisce qui .
Durante le elezioni intanto un buon fotografo armato di telefono (aziendale) si preoccupa, credendo di essere nascosto nell'anonimanto resogli a loro insaputa dalle siepi del parcheggio, si prende la biga di immortalare quegli scellerati che vanno a votare distruggendo l'equilibrio di serenità che vigeva all'interno dell'intero negozio.

Ed ora il colpo di scena nel pomeriggio appare in bacheca la nomina ad RSA dell'unico iscritto CGIL che prontamente e casualmente in data 9 Maggio era stato a colloquio con Direttore del Personale e funzionario CGIL proprio in negozio, e che avrà anche funzioni di Rls per i lavoratori.


Et Voilà!!!..........La porcata è servita, parte seconda, ma non fine della storia!

Per chi volesse rileggere la prima parte della "Fiaba" questo è il link -clicca qui-

Abbiamo  ricevuto e pubblicato tal quale questa vicenda accaduta nel negozio Esselunga di Tortona, e per non "impaurire" nessuno diamo il nostro punto di vista e condividiamo le nostre riflessioni, mantenendo nel racconto un "taglio" fiabesco per rendere la lettura più sobria e piacevole in quanto la sola indignazione non basterebbe a descrivere lo stato d'animo del negozio come ci raccontano gli amici di Tortona, ma sarebbero da nominare anche le più eminenti icone del creato!😎

Per quanto ci dipingano cinici e cattivi, noi militanti Cub siamo in fondo come bambini (eh, già: bisogna essere proprio ingenui per credere nella giustizia sociale). Come bambini, ogni volta che sentiamo una fiaba raccogliamo la morale e sappiamo che in ogni finale di storia c'è una lezione di cui far tesoro, qualcosa da imparare.
Prendiamo il racconto dei nostri amici di Tortona: c'era una volta un'Azienda che soleva ripetere che la Sicurezza sul Lavoro era un tema importante, ed importanti erano anche tutte le leggi e le normative che la promuovevano e sviluppavano come modo di pensare.

Un gruppo di lavoratori (un gruppone: due terzi del totale!) ci credono a tal punto che chiedono di ATTUARE quanto previsto, ovvero eleggere un loro Rappresentante in materia.

A questo punto, contro ogni previsione, appare lo Store Manager (si chiamano così i cattivi, in certe fiabe) e dice che quello che stanno facendo non è bello: consiglia di lasciar perdere e, addirittura, fa cattiva pubblicità sia al candidato rappresentante che al ruolo stesso, dicendo in sostanza che non serve a niente e che non ha poteri (l'Azienda lo punirà severamente, per aver preso questa iniziativa sicuramente personale, no?).

Nel dubbio che la cattiva pubblicità non basti, qualcuno pensa di tirare fuori il Fischietto Magico, quello strumento che, se suonato nei momenti più tragici, fa apparire degli elfi addomesticati che eseguono i tuoi desideri (una via di mezzo tra il genio della lampada e dei cagnolini da circo).

Oggi, la sedia di Rappresentante è occupata da un tale che nessuno voleva eleggere, in quanto nominato da un'Organizzazione sindacale che in quel luogo non rappresenta nessuno.

Un'organizzazione che avrebbe potuto fare informazione, volantinaggi, tentativi di comunicare con i lavoratori ed eleggere un rappresentante vero, in altri tempi... ma non l'ha mai fatto: ha aspettato che il Padrone fischiasse e, come un cucciolo ammaestrato, è saltato sulla sedia per non farci sedere su nessun altro.

Le lezioni di questo racconto sono tante:

1- lo Store Manager, malgrado agisca all'interno di un'Organizzazione del Lavoro in cui si calcola produttività e tempi al centesimo, ha un sacco di tempo da dedicare alle altre attività, tipo convertire gli infedeli, consigliare gli sbandati, parlare di quanto sia stro&7o quel dipendente che vuole la democrazia attiva e chiede il voto di tutti;

2- il ruolo di Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza non è così importante. Se lo fosse, l'Azienda sarebbe ORGOGLIOSA di avere due terzi dei lavoratori che lo richiedono ad alta voce e vogliono partecipare alla sua elezione. Invece è più contenta di vedere la procedura svanire (che coincidenza!) grazie alla (auto)nomina di un tale che, fino al giorno prima, non ci avrebbe mai pensato: se un Rappresentante è la “controparte”, non si lamentino della qualità quando ci hanno a che fare;

3- il potere di nominare rappresentanti sindacali, per la Cgil, non è un mezzo per provare a coinvolgere i lavoratori, ma un'arma per tenere lontani gli indesiderati amanti della democrazia. Ripetiamo: mai un volantinaggio, un'assemblea esterna (a differenza della Cub).. nessun interesse ad avere una RSA se non quando glielo ordina il Padrone, che va subito fatto felice.

Questa simpatica ciurma di “sindacalisti” è la stessa che, informata della terziarizzazione del rifornimento, non ha dichiarato sciopero: si è detta “preoccupata” e ha garantito che “monitorerà”... nel frattempo, i Negozi in cui si “sperimentano” le cooperative sono sempre di più, e noi siamo già certi che le loro idee siano quelli del “male minore”: se non puoi combatterli, assecondali.

Come con le domeniche, dove per “combattere” le assunzioni domenicali hanno dato la domenica obbligatoria a tutti, siamo sicuri che proporranno di dare a noi il lavoro notturno al posto delle cooperative. Ovviamente, per rendere sostenibile il tutto, senza maggiorazione notturna (come già previsto dal CCNL per i turni ordinari).

Buonanotte, bambini: noi rimaniamo svegli, perché gli incubi preferiamo affrontarli dal vivo.

Chi ha capito dove va la storia e vuole rimanere sveglio con noi, si unisca. Chi si è svegliato ora, non torni a dormire: nessuno potrà scappare, neanche nascondendosi sotto il cuscino.

CambiaLiberamente Staff

10 commenti:

  1. Lunga vita agli storie manager!! 😂😂

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  2. Al punto 1 inserirei tra i vari "compiti" passare molto molto molto tempo al bar . Per quanto riguarda la terziarizzazione sarebbe utile che si facesse sapere in tutti i negozi, perché io l'ho scoperto dal blog, ma da noi nessuno ne parla né tantomeno ne sa nulla. Gli esonerati dalla cassa finiranno tutti di notte ?

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    1. Rispondo facendo finta di cazziarti :D Non ti offendere! E' che la prima reazione è sempre “Che accadrà a X? Dove metteranno Y?” e nessuno dice: “Minchia, bisogna fermarli! Cosa possiamo fare?”

      ..che brutta domanda! Significa che non è proprio chiaro da che parte sia l'orizzonte.. Non c'è differenza tra chi sta in cassa e chi no: quando parte la terziarizzazione del “core business” (le attività centrali), come dicevamo poche righe fa NESSUNO potrà pensare di avere un angolo dove non lo vengono a cercare.. nemmeno sotto il cuscino.
      A prescindere dal proprio ruolo, se oggi mi dicono che terziarizzano la gastronomia (già fatto, per la quasi totalità della produzione: sapete quanto cucina si fa, in sede? E chi la fa?), non penso che “Le casse non possono terziarizzarle, è impossibile”. Il problema di uno è quello di tutti. E ricordo ai più distratti che diversi anni fa era normale entrare con contratto Adecco o KellyServices in cassa e poi venire “internalizzata”... si può fare anche il percorso inverso. E forse smetteremo di sentire centinaia di colleghi che dicono “Con me non possono: ho il contratto “vecchio”” (frase senza senso) oppure “Ci devono provare: chiamo Striscia la Notizia e faccio un casino”. Siamo migliaia di singoli che CREDONO che finché capita ad un altro non ci tocca, e che la vera giustizia la faccia il Gabibbo.

      Un sintomo allarmante: pochi giorni fa la Knorr ha dichiarato che delocalizza in PortogallO la produzione di dadi (dopo aver aumentato la produttività alle stelle, con tante rinunce: bel ringraziamento). I dipendenti pare non si vogliano nemmeno ribellare: sono già rassegnati e dicono “Tanto l'azienda fa quello che vuole”.
      Ci sarà uno sciopero di rito, senza troppe pretese.

      La morale di questa favola? Qualcuno ci ha detto che il Conflitto con la controparte è brutto e ci ha abituato al “male minore”, al “piuttost' ca nient'”.. ed eccoci qua: nessuno ha più le forze di reagire.

      L'azienda non è un nemico: ci mancherebbe! Ma è ovvio che il conflitto di diversi interessi esiste: noi vogliamo essere pagati il più possibile per lavorare in condizioni sempre migliori, il Datore ha bisogno di lavoratori che diano sempre di più in cambio dello stesso (o anche di meno, come con le maggiorazioni domenicali o il salario variabile).

      Riguarda tutti noi. I nostri figli. O meglio: i vostri – io non ne ho. Ma penso ugualmente che se ho un posto di lavoro con determinati diritti, io queste condizioni devo difenderle per far sì che chiunque venga dopo di me trovi gli stessi vantaggi che ho avuto io. E' una filosofia che tra di noi riassumiamo con “Lascia la stanza (almeno) come l'hai trovata”, e presuppone che il mio prossimo, anche se non è mio figlio, sia per me importante come se lo fosse. E in questi tempi dove qualcuno bacia il rosario e poi beve il vino il venerdì santo (su Facebook!), un po' di sana utopia fa davvero bene.

      Grazie dell'intervento ;)

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  3. Risposta onesta e sentita,bravo Marcello.
    Paperoga (questa volta non ti rovinerò il paesaggio,già troppo idilliaco).ciao

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  4. E' evidente che ci sono dinamiche che minano in profondità la democrazia sindacale nei luoghi di lavoro.
    Bisogna reagire per affermare questo sacro santo diritto.
    Stupiscono davvero coloro che si adoperano per affossare tale democrazia.
    Incoerenza o ipocrisia? Forse entrambe.
    Ted

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    1. Quanto stridono la modernità del nuovo centro di formazione e le meraviglie che vengono comunicate durante i corsi sulla sicurezza con l'atteggiamento intimidatorio di questo store manager unitamente a quello di chi ha deciso la nomina di un RSA fantoccio e della sigla sindacale che si presta a questa farsa? Questa vicenda toglie la maschera al bluff generale! Ma la sicurezza dei lavoratori interessa davvero? RLS non può essere qualcuno che non sceglie di farlo se intende farlo seriamente, il compito è importante, impegnativo e carico di responsabilità, agire con leggerezza nell'ostacolare l'elezione di un RLS convinto e nell'accettare l'incarico se non convinti di farlo è francamente assurdo.

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  5. Hai colto proprio l'elemento più offensivo della vicenda: qui si deve definire chi rappresenterà i lavoratori, ed un capo del personale, un Direttore di Negozio e un dirigente sindacale Cgil (chiamato in tutta fretta in un punto vendita in cui non si è mai curato di fare informazione) decidono che tutti gli sforzi di due terzi dei colleghi del punto vendita vanno calpestati, prima che eleggano chi vogliono loro.
    Ormai porcherie simili sono la prassi (eclatanti casi come Forze Armate in Milano: dopo che la rsu passa alla cub, prima che il giudice si pronunci la cgil viene chiamata per nominare un rappresentante e, non trovandone uno, lo trasferiscono apposta da un altro negozio!), qui è RIVOLTANTE IL DISPREZZO dimostrato da Azienda e Cgil, la tracotanza con cui hanno dimostrato che per loro la volontà dei lavoratori è insignificante.
    Se tenete conto che un RLS "agguerrito" è un gran pungolo al miglioramento, possiamo capire anche che Esselunga considera di non avere bisogno di stimoli ma di pupazzi. E la Cgil ha tenuto il sacco ancora una volta.
    Se volete capire perché, seguite le prossime notizie sul "welfare": mentre il rifornimento viene terziarizzato, i nostri autonominati "rappresentanti" sindacali sono tutti impegnati a cercare nuove forme di poltrone e poltroncine, per i loro burattini.

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  6. Io vorrei capire una cosa. Ma quando voi eravate delegati in Cgil, queste cose non accadeva o o non le "vedevate"? Lo chiedo senza voler fare polemica perché ovviamente sto'dalla vostra parte. Ciò che vi domando è: è la CGIL che è cambiata, o siete cambiati voi? Grazie se vorrete rispondermi.

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    1. Parto dalla conclusione: quando “c'eravamo noi”, per le votazioni e le assemblee le minacce si sentivano CONTRO i delegati Cgil, non a favore. Se oggi siamo arrivati all'Azienda che spinge la Cgil per mettere un delegato che occupi la sedia, significa semplicemente che oggi Esselunga NON TEME NULLA dalla Cgil; anzI: la considera un alleato contro “gli intrusi”. Quale giudizio migliore su cosa sia la Cgil OGGI, se non quello del Padrone?
      Provate ad immaginare, dieci anni fa, l'Azienda che cerca un delegato Cgil in Forze Armate e, non trovando nemmeno un iscritto, ne trasferisce uno da un altro Negozio (finalmente esaudita una richiesta di avvicinamento) per permettere di nominarlo!
      O a Lorenteggio, dove l'Azienda addirittura fa partire le elezioni per spingere l'elezione di una tesserata fedele e mettersi al riparo da imprevisti..

      Abbiamo risposto più volte a domande come la tua – perfettamente giustificate: siamo noi i primi a chiederci di NON crederci sulla fiducia ma di avere spirito inquisitivo. Abbiamo anche elencato le fasi della decadenza Cgil, abbiamo fatto anche i nomi del “cambiamento”, sparsi in diversi commenti a diversi post: dovremmo fare una specie di riassunto generale, per le “domande frequenti” (presto lo faremo).
      Per il momento, un riepilogo OGGETTIVO: fino al 2011 la Cgil non aveva MAI firmato Contratti che andassero “all'indietro”. Noi potevamo fieramente dire nelle assemblee di essere DIVERSI da Cisl e Uil, di non aver svenduto le domeniche, di non aver sottoscritto a tutti i costi in cambio d'altro.
      Nel 2011 arrivò la prima capitolazione, con la resa al contratto nazionale “separato”: ci sembrò una sconfitta “naturale”, arrivata dopo tanti tentativi di resistenza (e vertenze).
      Poi arrivò il secondo CCNL separato, quello delle malattie non pagate e delle 40 ore per i nuovi assunti e non solo. Massimo Bonini, come già ricordato altre volte, dichiarò ad una sala stracolma: “Dite a tutti che NON abbiamo firmato e NON firmeremo”.
      Il resto è molto semplice: con l'era “Bonini”, presto promosso su sedie ben più alte, si è sottoscritto quello e molto peggio. In nome della concertazione si sono venduti le deroghe, hanno promesso di non dare fastidio dal punto di vista vertenziale, hanno aspettato in silenzio un Contratto Nazionale della Grande Distribuzione che è l'ennesima rapina e distribuzione di soldi nelle tasche sbagliate (rileggetelo: parla solo di enti bilaterali!).
      Fino a qualche anno prima, con diversi segretari (io personalmente fui accolto in Cgil da Fassina) che DAVANO CARTA BIANCA in ogni attività, con funzionari come D'Arcangelo che non si stupivano se l'azienda telefonava incazzata per lamentarsi del delegato x che faceva sciopero o coinvolgeva l'asl, le cose si potevano fare. Se c'erano scossoni nazionali, nessuno aveva il dubbio che comunque a livello territoriale il tessuto fosse “sano”.

      >>>

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    2. <<< Poi, come dicevo, ci ritroviamo (qui a Milano) Massimo Bonini e Massimo Cuomo. Con la scusa del coordinamento delle attività, si è centralizzato tutto e nessuno ha potuto fare più niente.
      Tralascio il mio (personalissimo) disgusto per i due personaggi – non sono state poche le volte che ho avuto occasione di esprimerlo, ai diretti interessati – e chiedo di valutare la “linea Bonini”: “Fare il conciliante per normalizzare i rapporti con l'Azienda, e poi riaprire la stagione acquisitiva dei diritti”.
      La fase conciliante l'abbiamo vista tutti: gli abbiamo messo il culo in braccio, pronto per l'uso. Quella riacquisitiva mi sfugge..
      Abbiamo provato a dare dei colpi sul volante, per vedere se tornava a sinistra: la macchina è rotta, non c'è niente da fare. Siamo scesi: non siamo noi ad avere tradito. Noi vogliamo (e facciamo) le stesse cose di prima: sono loro che hanno smesso di farle, e noi ci siamo attrezzati con un'altra macchina (dove la benzina non la paga il padrone e non dobbiamo chiedere a lui il permesso di muoverci)

      C'è un patto: in nome della “governabilità”, promettono di imbrigliare il dissenso e di non disturbare il conducente. Ma vi sembra normale che dopo un annuncio di terziarizzazione non si faccia nemmeno un volantinaggio?

      Io, nel mio piccolo, concludo con un ricordo personale. Elezione di Massimo Bonini alla successione della Carneri; salone Di Vittorio pieno per le votazioni. Consultazioni preliminari in mattinata, tutti d'accordo. In pomeriggio si vota. Il sottoscritto a mezzogiorno si alza dalla sedia e se ne va. Il telefono ha un bel po' di chiamate perse, di vari personaggi: si chiedevano tutti dove fossi sparito.
      Molto semplice: non volevo dare il mio voto ad un bambino che si crede Napoleone (opinione personale) che col suo funzionario lustrascarpe ammaestrato è riuscito a trasformare una combattiva squadra di delegati in un gregge di pecoroni talmente “minacciosi” che Esselunga organizza le elezioni al posto del sindacato e va in giro a chiedere “Perché non fai il delegato?” agli iscritti nei negozi “scoperti”.

      Non avete idea che piacere sia, in certe circostanze, non fare parte dell'unanimità.

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