Sovratitolo

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16 agosto 2016

Anche Confesercenti


Aggiunto un’altro tassello per il rinnovo dei contratti di lavoro nel comparto del commercio, ahimè che ne sarà di noi…?


Firmata ipotesi accordo per il contratto con Confesercenti. Avanti così ( ? )……

Il 12 luglio 2016, è stata sottoscritta un ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale delle attività commerciali legate a confesercenti. Principalmente per i negozi di piccola e media dimensione, se si fa eccezione a Conad. Un contratto che interessa circa quattrocentomila lavoratori.
Dopo la firma , i rappresentanti di confesercenti, così come di FILCAMS CGIL , FISASCAT CISL e UILTUCS UIL, si sono detti soddisfatti per l’intesa raggiunta.
Foto: guidaconsumatore.com

Cosa prevede il rinnovo del contratto  ?

Il contratto, scaduto il 31 dicembre del 2013, è stato rinnovato fino al 31 dicembre 2017. In realtà, sarebbe dovuto scadere alla fine di questo anno, ma si è deciso, viste le condizione di crisi economica perdurante, di procrastinarlo di un anno. L’aumento, riferito al 4° livello, è di 85 euro lordi; la stessa cifra concordata lo scorso anno con confcommercio. La prima tranche è di 45 euro a partire dal primo luglio 2016; altri 16 euro dal primo novembre 2016 ed infine 24 euro dal primo agosto 2017. La cosa che salta all’occhio è che ancora una volta si è ceduto sulle regole contrattuali e cioè la durata di 3 anni del contratto nazionale. Non è una questione formale, ma sostanziale. Si tratta di soldi  !
A differenza del contratto siglato con confcommercio, il lunghissimo periodo di vacanza contrattuale verrà “risarcito” con una tantum di 290 euro, ovviamente lordi. Quando si prendono dei soldi, è sempre una cosa positiva. Ma quanto positiva ? Questa una tantum non verrà liquidata in un’unica soluzione, ma in 4 : gennaio e novembre 2017, aprile ed agosto 2018. Quindi, la prima tranche verrà data dopo altri 6 mesi dalla firma del contratto , mentre le ultime dal 2018, quindi a contratto già scaduto. Cosa dobbiamo pensare; più che un una tantum per il pregresso, un anticipo del prossimo rinnovo  ?
Un altro elemento di soddisfazione tra le parti è dato dall’accordo trovato sul lavoro domenicale e festivo. Il ragionamento è: in un mercato dove le aperture sono liberalizzate dal decreto Monti del 2012; In un settore, a partire dalla grande distribuzione, dove la concorrenza la si fa aprendo il più possibile, anche h 24, la proposta di chiudere 12 giorni l’anno, tra domeniche e festivi sembra un passo in avanti. Apparentemente si, ma…… I lavoratori non hanno mai l’obbligo di lavorare nei giorni festivi, come dimostra una delle poche sentenze della cassazione, settembre 2015, a favore dei lavoratori. Dodici giorni festivi in un anno, poi, ci sembrano oggettivamente pochi e comunque non c’è niente di certo, visto che l’attuazione di questo accordo viene demandato alla contrattazione di secondo livello e sappiamo benissimo quanto sia complicato regolare in un accordo con l’azienda il tema del lavoro festivo/domenicale. Infine, sempre su questo tema, la piccola e media distribuzione se vuole trovare degli spazi, non potrà mai competere con le stesse armi della grande distribuzione.
L’altro aspetto fondamentale riguarda la bilateralità, quindi: sanità, pensione integrativa e formazione, oltreche  Il mercato del lavoro e la flessibilità dell’orario di lavoro del personale.

Questi alcuni importanti punti da analizzare:
  • La percentuale di conferma dell’apprendistato è del 20%, contro l’80 % precedente;
  • Nuovi statuti e regolamenti degli enti bilaterali che entreranno in vigore da gennaio 2017;
  • Contratti a tempo determinato per soggetti svantaggiati inquadrati con 2 livelli in meno rispetto alle mansioni svolte.
  • Flessibilità settimanale dell’orario di lavoro. Cioè posso fare anche 44 o 48 ore per 16 o 24 settimane. Le ore in più non saranno conteggiate come straordinario ( NON le PAGANO), ma le “smaltirò”, lavorando meno, quando l’azienda avrà dei cali di lavoro. Il tutto con un anno di tempo da parte dell’azienda. Un anno mobile, non di calendario !
  • Resta il mancato pagamento della carenza dal quinto evento di malattia in poi.

Insomma, niente di buono. Cose del resto già entrate nel contratto firmato con confcommercio lo scorso anno, come Il jobs act combattuto con una raccolta firme, ma accettato nei rinnovi contrattuali.

L’ultimo aspetto da valutare è quello che avrà sulla firma degli altri contratti sospesi come quello con federdistribuzione e lega coop.

“Si può supporre che i sindacati faranno pressione su i più grandi gruppi commerciali dicendo che i piccoli e più deboli hanno firmato ed accettato di dare aumenti ai propri dipendenti, quindi loro, più forti, non possono sottrarsi. Certo, ma la grande distribuzione, a questo punto, chiederà tutte le flessibilità che i sindacati hanno accettato per gli altri comparti e magari anche qualcosa in più, visto che sono la parte potente del commercio.”

La domanda è:

Si capisce perché confesercenti sia contenta, ma non  perché lo siano i sindacati !
Auspichiamo che questa ipotesi venga sottoposta, prima di essere confermata, ai lavoratori, come dovrebbe essere qualsiasi proposta di modifica, soprattutto per i peggioramenti che contiene, per il mancato adeguamento dei salari, e per contrastare la possibilità che faccia da “apripista” al rinnovo del contratto con Federdistribuzione e cooperazione.
L’alternativa, secondo il nostro punto di vista, esiste ed è che tutti noi lavoratori ci uniamo nelle richieste di condizioni e salari migliori. Si faccia “corpo comune”, perché il fine ed il bene sono comuni a tutti noi lavoratori; "corpo comune" contro le politiche dei governi ( siano essi di centro destra come di centro sinistra ), sempre a favore dei padroni; "corpo comune" per condizionare le scelte sindacali sempre più distanti dalle vere esigenze e necessità di noi lavoratori.
L’unione dei lavoratori fa la forza! ma…

” La forza non deriva dalla capacità fisica.
Deriva da una volontà indomita.”
cit. Gandhi