Sovratitolo

Creato dai lavoratori per i lavoratori, il blog è interamente dedicato a tutti coloro che lavorano in Esselunga.

27 maggio 2020

Statuto dei Lavoratori

Sempre più deboli le tutele e i diritti sanciti da questa legge. Ma chi li difende?

Il 20 Maggio sono decorsi cinquant’anni dall’approvazione dello Statuto dei diritti dei lavoratori che, non a caso, si intitolava “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro”.

Oggi 27 maggio Milano

L’oggetto principale della legge riguardava proprio la tutela della libertà e della dignità dei lavoratori e della libertà dell’attività sindacale.

Con esso, la Costituzione riuscì a superare lo steccato dei poteri privati e a penetrare in territori dai quali era stata lungamente e tenacemente esclusa.

Lo Statuto si rivolgeva al settore principale dell’universo del lavoro, quello del lavoro subordinato, però poneva dei principi che superavano tale ambito, costituiva un punto di orientamento nei rapporti economico sociali mirante al riconoscimento della tutela del lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni (art.35 Cost), quale espressione della centralità della persona umana. Insomma il valore insuperabile dell’elemento umano che rende il lavoro un fattore di produzione non assimilabile ad una merce.

Non si trattò di una riforma indolore: essa incise con il bisturi sul bubbone di pratiche discriminatrici dure a morire e segnò l’avvento di una stagione di maggiori diritti, maggiori protezioni, migliori condizioni di vita per l’homo faber.

Da molto tempo questa stagione si è rovesciata per vicende relative alle modalità di sviluppo della globalizzazione, incentrata su un insensato modello di competizione al ribasso fra gli ordinamenti.
La libertà di circolazione dei capitali, la delocalizzazione delle attività produttive alla ricerca delle condizioni ambientali di miglior favore per gli investitori, l’utilizzo esasperato della tecnologia per sostituire il lavoro umano, l’eliminazione progressiva dei vincoli che la politica utilizzava per mediare il conflitto economico-sociale, le privatizzazioni e l’affermazione della incontestabile egemonia del mercato sulla società, hanno portato ad una progressiva mortificazione dell’elemento umano. “Ad ogni innovazione tecnologica – ha scritto Vittorio Emanuela Parsi (Vulnerabili: come la Pandemia cambierà il mondo) - ad ogni modifica legislativa, ad ogni peggioramento delle condizioni contrattuali, ad ogni richiesta di maggiore impegno, maggiore dedizione, maggiore flessibilità, maggiore velocità, maggiore spirito di adattamento che veniva richiesto all’ homo faber, sono corrisposti minori compensi, minori diritti, minori protezioni, minore vita per l’homo vivens.” (colui che vive)

A poco a poco la tutela del lavoro umano incentrato sul modello del lavoro subordinato è stata ridimensionata svuotando il contenitore del lavoro a tempo indeterminato attraverso l’invenzione di una miriade di forme contrattuali a titolo precario, fino alla quasi totale liberalizzazione del lavoro a tempo determinato.

Alla fine, grazie al Job’s Act di Renzi, è stata rimossa anche la garanzia che teneva in piedi tutto l’impianto dei diritti stabiliti dallo Statuto dei lavoratori attraverso la sostanziale cancellazione dell’art. 18, la norma che reprimeva il licenziamento illegittimo, assicurando un regime di cd. stabilità reale.

Il 20 Maggio ricorre anche il XXI anniversario dell’assassinio del giuslavorista Massimo D’Antona che nel 1979 pubblicò un’importante monografia dedicata all’art. 18, di cui vogliamo ricordare queste parole:

“...E’ lecito affermare che la tutela reintegratoria costituisce l’unica risposta possibile ai bisogni di tutela che l’abuso del potere dei licenziamenti mette in evidenza... Retrocedere, anche surrettiziamente, verso un sistema di garanzia risarcitoria, restituendo all’imprenditore l’ultima parola nella vicenda del licenziamento ...costituirebbe un sintomo grave ...una sconfitta per il movimento operaio, ma, ancor più, una sconfitta per la civiltà giuridica di questo Paese”.

Oggi di fronte ai disastri provocati in tutto il mondo dalla pandemia, dobbiamo prendere atto che il modello economico sociale e produttivo della globalizzazione fondato sulla ricerca del profitto e dell’efficienza a qualunque costo si è dimostrato vulnerabile proprio a partire dal fattore critico per definizione: quello umano.

Il sistema non si è inceppato per un virus informatico, ma per un virus biologico che ha colpito l’anello debole: l’uomo. I diritti del capitale hanno dovuto cedere di fronte all’esigenza di tutela del fattore umano ed è emerso anche il valore insostituibile di lavori che la macchina produttiva aveva sempre considerato di scarto: dai riders agli infermieri.

Se vogliamo salvarci dobbiamo dare di nuovo valore al fattore umano, rovesciando quel processo che ha trasformato il lavoro in merce.


Domenico Gallo
Rete 28 Aprile - Per l'indipendenza e la democrazia sindacale

Forza riprendiamoci tutto!

CambiLiberamente staff


14 maggio 2020

Maschere, mascherine, APPlicazioni e supermercati...

C'È CHE NON MI IMPORTA NIENTE DI TUTTA L'ALTRA GENTE



Come ve la state passando, in questi giorni?
Siete in uno di quei Negozi che stanno “testando l'App”
e ogni tanto pare che ci sia un po' troppa gente?

Siete un barista Atlantic che per un po' è finito in cassa
e ora è a casa pagato col Fis?

Siete moglie o marito di un operatore sanitario e non avete ancora capito
se la mascherina è obbligatoria, perché sulla vetrata del Negozio dall'8 marzo c'è un manifesto che dice di usarlasolo se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate”?

Non sappiamo se i prossimi giorni ci diranno che gli arcobaleni sono durati solo due settimane, con le cantate sul balcone e le bandiere d'Italia – che si tirano fuori solo per i mondiali o per il virus e poi il 2 giugno prova a chiedere se si sa che festa è.

Sappiamo che la parte dura non è abituarsi alla museruola chirurgica o all'ingresso in fila, ma prepararsi alla riorganizzazione di un sistema sociale ed economico che ha sempre calcolato tutto con la produttività al metro quadro.

Due pensieri a caso:

Noi della Grande Distribuzione ci allarghiamo in tutti i settori e mangiamo giornali, libri di scuola, cartolerie.. Nei quartieri, spariti i piccoli negozi. Oggi, dopo aver permesso che pochi colossi gestissero tutto il commercio, ci stupiamo se si fa la fila nell'unico posto autorizzato a vendere e sentiamo fiabe sulla necessità di “tornare ai piccoli negozi di prossimità”.
Poniamo il caso che abbiate la possibilità: voi ve la sentireste, ora più che mai, la voglia di aprire una piccola salumeria in mezzo a dieci supermercati?

Da quando si viene al mondo, siamo bombardati di pubblicità che ha un unico scopo: farci sentire come indispensabili anche le cose di cui si può fare a meno. Ti dicono che se non hai le nuove Nike, sei uno sfigato. Che devi comprare la nuova pentola per cuocere col vapore. Adesso ci dicono che negozi di scarpe e di casalinghi non sono necessari. Se tuo figlio non ha lo zainetto dei Trasformers, non è felice.

Oggi, qualche governatore regionale decide che i “piccoli” devono rimanere chiusi, e i grandi possono vendere certi articoli in condizioni di monopolio pratico.
E voi, non vi sentite un po' strani, sentendo gli annunci della filodiffusione che raccomandano la spesa utile, e poi la pubblicità del Galbanino fatta apposta per farti venire la voglia di comprare qualcosa di cui non avevi bisogno?

Si riscriveranno molte regole, ma ne rimarrà una fondamentale: il Datore di Lavoro deve guadagnare il più possibile, il lavoratore sempre meno (o sempre uguale in cambio di più lavoro).

Noi “angeli” del servizio “essenziale” siamo stati “rapinati” della malattia retribuita al 100% e delle
maggiorazioni domenicali, i nuovi assunti oggi fanno due ore e mezzo in più a parità di stipendio e la flessibilità è ormai a livelli mai visti. Come andrà a finire? I tre sindacati che si sono autonominati nostri rappresentanti in esclusiva, hanno le idee chiare sul futuro?

MA SE TU MI GUARDI NEGLI OCCHI UN MOMENTO LO PUOI CAPIRE ANCHE DA TE!

Cgil, Cisl Uil hanno riempito le bacheche di piagnistei per dire di tenere chiuso nelle festività: “NO alla pasquetta”, “NO al 25 aprile”.. resta da capire perché firmano accordi che PREMIANO il lavoro festivo.

Nell'Accordo Esselunga, la scaletta di maggiorazioni si applica ANCHE al lavoro festivo: soldi che potevano essere usati per aumentare quelle sul lavoro domenicale (da loro reso obbligatorio).

Dato che il lavoro festivo è facoltativo, perché non dire: “Vai pure a lavorare, ma è pagato come una giornata normale, senza incentivi”.
Poi si lamentano se qualcuno, per racimolare 15 euro, si costringe al “volontariato festivo”.

Sono dietro l'angolo le aperture serali ad orari inoltrati.. vi sentite in buone mani, con i Tre porcellini seduti ai tavoli per decidere come sarà il nostro futuro? A vostro avviso, hanno lavorato bene, con l'Accordo Domenicale?

A breve, un'analisi sulla chiusura alle 22, su chi la dovrebbe fare e non la fa mai, su chi potrebbe non farla e la fa sempre, su chi potrebbe farne di meno ma si fa anche quelle degli altri.
Se avete contributi o articoli, o volete raccontarci (anche in forma anonima) episodi riguardanti la gestione dell'emergenza in questi giorni, siete tutte/i benvenute/i.

CambiaLiberamente Staff

2 maggio 2020

Prepagata Welfare to Covid-19

WELFARE: ATTENTI AL RETRO

Che avete capito? ..il retro della busta paga! O siete quelli che leggono solo il netto finale?
A breve faremo il punto della situazione, con un po' di bollettini “di guerra” dai punti caldi.. ma le scadenze di calendario ci impongono di fare prima un post-it sul

Piano welfare straordinario”!

Sul retro della busta paga veniamo avvisati che il Piano di Welfare Straordinario ha predisposto una cifra; cifra che può' VARIARE a seconda dei servizi welfare già utilizzati. 

Questa stortura nasce dal fatto chè è previsto un massimo annuale a cui attribuire il beneficio di tassazione agevolata: nelle “istruzioni operative” in bacheca aziendale potete infatti leggere al punto 4 che il requisito è che i beneficiari “non abbiano superato il limite di esenzione fiscale”. 
 
 
Un po' di confusione, però, è nata col punto 9: “Il valore del Piano di Welfare Straordinario non potrà essere monetizzato in nessun caso”
 
Al punto 12 invece si illustra la modalità per la “Rinuncia”, ovvero la compilazione di un Modulo (su MyPortal o disponibile all'Assistenza Clienti) che recita chiaramente che chi richiede di NON partecipare al piano, lo fa “in luogo di un importo a titolo di Una Tantum”, che verrà accreditato in busta paga.

Ci piace pensare che il fraintendimento sia nato dal concetto di “monetizzabile”: in realtà, la cifra non monetizzabile è quella “aggiuntiva” che deriva dall'esenzione fiscale e contributiva.
Viene infatti spiegato sul modulo che l'importo Una Tantum è “assoggettato a imposte e contributi”.

Ci siamo già espressi tante volte sul tema welfare (clicca per sapere cosa ne pensiamo): a nostro avviso, le paghe andrebbero aumentate almeno di pari passo con l'inflazione, per mantenere il potere di acquisto. Invece, il Salario Variabile fermo da 20 anni alla stessa cifra (le solite 430/480/530) viene aumentato solo a spese dello Stato, che rinuncia alle tasse e ai contributi (poi però tutti vogliono garanzie su cassa integrazione, maternità e congedi speciali.. pagati da chi?).

In questo caso, si può rinunciare ad un' Erogazione Liberale (come la tessera di Natale: è un regalo, può essere declinato) ma non ad un Servizio: chi non vuole la tessera, non può essere discriminato e ha il diritto ad un beneficio proporzionale, consapevole che su questo subirà trattenute per lo Stato.


Raccomandiamo di fare tutte le valutazioni personali in piena libertà, ma di affrettarsi: al contrario dell'importo del Salario Variabile, dove senza modulo arrivano i contanti, qui il silenzio/assenso fa consegnare la tessera (e l'assorbimento delle quote mensa/altro) e si considera acquisito per tutti quelli che non consegneranno la richiesta entro il 10 maggio (se consegnata a mano, si consiglia vivamente ricevuta).

CambiaLiberamente Staff