a uno gli ho dato una botta col mento sul pugno,
e a quell'altro una nasata sul ginocchio"
Sabato 21
dicembre è stato un momento che si fisserà nella storia:
verrà ricordato nei calendari e tramandato di generazione in
generazione come grande Vittoria dei lavoratori Esselunga
Per chi era assente:
come ogni volta che si presenta un festivo infrasettimanale,
l'Azienda ha mostrato la volontà di NON dare il riposo compensativo
aggiuntivo. La Cgil allora insorge! Barricate, tamburi di guerra, si
tendono gli archi con le frecce infuocate: “Al mio via,
scatenate le assemblee sincronizzate di sabato!”. E
chi non scende, non si lamenti!
L'Azienda,
terrorizzata, esce dalla Torre di Pioltello con le mani alzate:
“Pietà, non infierite! Siamo disposti anche ad un incontro!”.
La scena finale, poteva
essere un massacro? Certamente no: arriva l'ordine del Generale Cgil
che dice “Soldati: ritiratevi nelle vostre tende. Abbiamo
ottenuto ciò che volevamo”. (Volevamo noi? Volevano
loro?...boh).
I cucciolotti
eseguono: sia mai detto che qualche testa autonoma decide
che non basta e faccia comunque assemblea.
Seguono comunicati di
vittorie trionfali sulle bacheche e sui gruppi uazzapp dei guerrieri:
l'azienda si è “ca9a7a addosso”, ha ceduto e ora
darà il riposo compensativo a chi ne farà richiesta.
Formidabile ciò che
viene diffuso in un Negozio dell'hinterland milanese: “Grazie al
sacrificio di 2 delegate, che rinunciano al riposo, tutti tranne due
potranno avere il compensativo”. Ma come?!?!
Se abbiamo vinto,
perché si devono sacrificare? ..e, soprattutto: già che c'erano,
non si potevano sacrificare in 4 e dare il compensativo a tutti?
Si dice che la Storia
la fanno i vincitori, che il giorno dopo scrivono sui libri solo la
loro versione: qui, i nostri vincitori non sanno nemmeno cosa
scrivere. O non hanno capito, o non hanno vinto:
dedichiamo a loro il titolo di queste righe, rubato ad una bella
battuta di Woody Allen.
Diamo qui un altro
punto di vista – purtroppo essendo basato
sui fatti è molto di più di un'opinione.
Punto primo:
i lavoratori “domenicali” pare proprio che siano esclusi da tale
“concessione”. Dopo aver tolto loro i diritti, finalmente viene
formalizzato che non hanno nemmeno accesso ai “favori”.
Punto secondo: il problema l'hanno creato loro, con il CCNL prima e con l'Accordo poi. I nostri lettori più attenti ricorderanno la vicenda del maritoscemo, che fa saltare in aria l'impianto elettrico e poi ti regala una candela: “Tesoro, ho messo la luce in cucina: sono o non sono un figo?”.
Perdonate
la lunghezza di questo articolo: vogliamo illustrare un ragionamento
completo, e abbiamo bisogno di un minimo di
articolazione per essere chiari e completi.
Ci scusino anche i
signori di Cisl e Uil se non li citiamo, pur essendo molto coinvolti:
la Uil, da dieci anni a questa parte, oltre alle firme per le
domeniche, la perdita della malattia, le ore di lavoro in più per i
nuovi assunti, ha prodotto solo un volantino in cui si danno le
pacche sulle spalle da soli – come i tirolesi quando
ballano (molto pericoloso, però, se si danza con lo stuzzicadenti in
bocca). La Cisl, notizia recente, pare voglia distruggere in
Tribunale anche con le Parti Civili quel lavoratore che rivelò gli
stipendi 2015 dei dirigenti sindacali: uno su tutti, quel Pierangelo
Raineri che in un anno è capace di portare a casa 237mila euro, con
i gettoni degli Enti Bilaterali, e di firmare per conto nostro i CCNL
di cui sopra (su cui la Cgil si è comunque accodata in seguito).
SE
TI FACCIO CAUSA, TI FACCIO EFFETTO
(sottotitolo: un riepilogo)
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il 26 marzo 2018 due lavoratori e una lavoratrice di un SuperStore Esselunga di Milano fanno causa all'azienda perché nel 2016 la “doppietta” milanese festiva di dicembre (7, Sant'Ambrogio e 8 Immacolata) venne usata per assorbire il riposo compensativo di domenica 4 (lavorata dai tre). Sottolineato il concetto di “differenza retributiva”: si è lavorato un giorno aggiuntivo che la Competenza Corrente non copre e, di conseguenza, avuto un danno di circa 80 euro a persona. Particolare importante per le puntate seguenti: uno dei tre è non solo RSU di Negozio, ma componente del Coordinamento Nazionale Filcams-CGIL per la trattativa dell'Accordo Domenicale, da inizio 2016 alla firma finale;
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11 settembre 2018, il Tribunale dà ragione ai tre lavoratori e condanna l'Azienda: con grande pubblicità, la Cgil dà notizia del “diritto al riposo” indipendente dal festivo.
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15 maggio 2019, prima udienza del ricorso in Appello fatto dall'Azienda; 13 giugno 2019, la Corte d'Appello ribalta il risultato e dà torto ai lavoratori – il comportamento di Esselunga è legittimo: fondamentale il fatto che la programmazione sia stata sottoscritta dallo stesso lavoratore che ha fatto causa! Immaginiamo che non ci saranno ricorsi Cgil in Cassazione, quindi la “verità” in Tribunale rimarrà ferma a questo episodio. La notizia NON viene pubblicizzata in nessun modo, e molti iscritti (e qualche delegato) è rimasto al “Abbiamo vinto in Tribunale”
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Aggiungiamo un altro fatto importante, spiegandone fra qualche riga il nesso: http://filcamsmilano.it/2019/12/il-lavoro-festivo-e-volontario-anche-la-sentenza-di-appello-sulla-vertenza-autogrill-lo-conferma/ La Cgil, il 6 dicembre 2019 (due settimane fa), ottiene una delle ormai numerose sentenze con cui ad un Datore (in questo caso, Autogrill) si dice che nessuno può essere obbligato al lavoro festivo. Nessuno.
Ritorniamo alla Grande
Vittoria di Sabato 21 dicembre: “Abbiamo ottenuto il riposo
aggiuntivo per chi ne fa richiesta”. Due dettagli: l'Azienda,
se ha necessità, pensa ancora di avere il diritto di negarlo .
Soprattutto: con i “domenicali”, l'Azienda pensa di avere
il DOVERE di negarlo a prescindere. Eh già: i domenicali,
nella loro lettera di assunzione hanno anche questa clausola
(illegittima, come dimostrato anche in Autogrill) con cui si dice che
il festivo è una disponibilità aziendale... In una settimana
“normale”, nessuno mette in discussione il riposo compensativo di
un domenicale, ma se c'è un festivo e l'Azienda deve dimostrare di
essere coerente (“il festivo tu non hai diritto di stare a
casa”) ai “nuovi” che non lavorano giustificherà
l'astensione come riposo e non come godimento di un festivo “puro”.
Diabolico, vero?
L'Accordo domenicale ci
è stato spacciato come “solidarietà verso gli ultimi”, ma
dietro c'era